Il comitato #sevolovoto: l’aeroporto puó risorgere, basta volerlo

Riceviamo & Pubblichiamo una lunga lettera da parte di Caterina Loria, referente del comitato #sevolovoto. Si tratta di un ulteriore sollecito fatto ai ventiquattro sindaci della provincia di Trapani per far ritornare a volare gli aerei dallo scalo civile del Trapani Birgi. Si tratta di un interessante dossier che indica, volontà politica permettete, le strategie da impiegare per far risorgere lo scalo trapanese e far ritornare i turisti in questo versante della Sicilia. Perché le carenti infrastrutture non permettono ai servizi pubblici, su strada o linea ferrata, collegamenti celeri quanto continuativi tra i principali centri della provincia di Trapani e lo scalo palermitano di Punta Raisi.

Questa la lettera di Caterina Loria

Signori sindaci buongiorno.

Credo che siamo arrivati all’ultimo atto del teatrino sull’aeroporto. Dobbiamo soltanto impegnarci tutti affinché si chiuda in commedia, piuttosto che in dramma.

La faccio breve: tutto il territorio, sindaci e politici in prima fila, devono impegnarsi per convincere la regione a chiudere l’accordo di co-marketing con Ryanair.
Se siete d’accordo potete anche smettere di leggere qui e iniziare con noi a progettare una strategia parallela o complementare.

Se non siete d’accordo, vi spiego perché non ci sono altre strade se non la chiusura di Birgi.

*Primo Punto.*
La data di settembre non l’ho buttata a caso. E’ infatti il termine in cui le compagnie aeree pianificano le rotte per la summer dell’anno successivo.
E … no. Se qualcuno pensasse che una qualsiasi compagnia aerea, compresa Ryanair possa spostare all’ultimo momento aeromobili come fossero casse di carciofi … pecca di ottimismo.
Quindi a settembre Ryanair deve avere le rotte pianificate su Trapani. Oppure Trapani sarà fuori da quelle rotte.

*secondo punto*
Se questo non succede, possiamo dire addio a Birgi. Questo perché la precedente ricapitalizzazione di Airgest ha portato nel conto corrente dell’ente circa 12 milioni di euro che però, senza fonti di entrate, sono stati rosicchiati duranti questi mesi nell’ordine delle 400.000 euro di spese fisse al mese.
In questo momento non interessa a nessuno entrare nella diatriba “stipendificio sì, stipendificio no”. 

Quello che ci interessa sapere è che, come tutte le clessidre, la sabbia sta finendo e all’incirca nell’estate 2020 (se non ci sono operazioni eclatanti), la sabbia finirà e Airgest sarà nuovamente costretta a essere ricapitalizzata. Purtroppo l’azienda è stata già oggetto di due ricapitalizzazioni e dunque, a norma del codice civile, non può essere ricapitalizzata per la terza volta.
Dunque sarà LIQUIDATA (o regalata al primo che passa … a pensar male …).

*terzo punto*
La normativa europea sugli incentivi alle compagnie aeree (quella che viene applicata in tutta europa, tranne che a Birgi perché noi dell’occidente siciliano siamo evidentemente i più originali di tutti) prevede che l’operazione è possibile a condizioni di convenienza di mercato.
Ovvero, la normativa (art. 49 dell’orientamento 2014/C 99/03 ) specifica che l’aiuto è compatibile “se, in circostanze analoghe, un operatore privato, tenendo conto della possibilità di ottenere un utile […], avrebbe concesso lo stesso finanziamento. “
Ovvero, se impiegando 6 milioni, l’investitore ne incassa 6 e mezzo, l’Europa considera l’incentivo compatibile (con i dovuti modi e procedure) 
La Regione, in quanto proprietaria di Airgest può dunque investire in co-marketing (come fa Palermo e tutti gli altri aeroporti pubblici italiani ed europei) a patto che rispetti le procedure europee tra cui la redazione di un test cosiddeto MEO.
Se l’assessorato al turismo o all’economia dimostrasse che, attraverso la tassazione sugli extra passeggeri (quindi direttamente riconducibili all’investimento) si riescono a recuperare cifre magiori di quelle investite, l’Europa non dovrebbe darci problemi e noi potremmo inaugurare un metodo da utilizzare sia per salvare il presente, ma anche per pianificare il nostro futuro.
Ma questo solo se TUTTA LA POLITICA locale (mi riferisco ai 5 stelle) non si mette di traverso, cercando di bucare il canotto sul quale il territorio proverà a salvarsi … magari con la scusa che il colore dei sedili non rispetta al 100% le normative nautiche. 
Atteggiamento che oltre ad essere un danno per l’intero territorio, arrivati al punto di rabbia in cui versano i cittadini, rappresenterebbe un vero e proprio suicidio politico che difficilmente potrebbe essere spiegato con il legalese dell’honestà.

*quarto punto – IMPORTANTISSIMO*
Airgest e Regione hanno già discusso della possibilità e tale possibilità è già stata ritenuta praticabile dalla stessa regione. La stessa Regione ha perfino chiesto ad Airgest di aiutarli nella redazione del test MEO perché loro si sono dichiarati non in grado.

Occorre dunque sollecitare il presidente Musumeci a rispettare i tempi (settembre 2019) affinchè non si perda un patrimonio territoriale quale Airgest è.

Pertanto vi preghiamo di mettere da parte al momento ogni diatriba, ogni frizione e disaccordo per remare tutti in un’unica direzione.

Con la chiusura di Airgest, l’unica strada che rimarrà al Comitato è di Sansone e dei Filistei: un esposto alla Comunità Europea tramite il nostro avvocato (per i ritardi nei bandi, per i pagamenti ad AMS parziali e fuori dalle norme contrattuali, per i 2.500.000 della guerra in libia rubati, per tutte le mancanze, omissioni e colpe della politica locale, regionale e nazionale.) oltre che l’inevitabile esposto alla Corte dei Conti per capire come sia stato possibile bruciare fior di milioni su un aeroporto, per poi farlo chiudere.

Mi scuso per la lunghezza del messaggio ma vi assicuro che saremo al vostro fianco qualora decideste di galoppare assieme a noi per quest’ultima disperata cavalcata.

In attesa di riscontro vi lascio il mio numero di telefono per qualsiasi informazione! 3335694059
Distinti saluti
Caterina Loria” 

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