Badia Grande lascia l’hotspot di Lampedusa a testa alta, anche se è stata un’esperienza logorante

La Cooperativa Sociale Badia Grande ha diffuso un comunicato stampa sulla logorante gestione dell’hotspot di Lampedusa che si è conclusa pochi giorni fa

 

Criticare è sempre stato facile… lo è ancor di più quando sulle prime pagine dei giornali giungono ondate di notizie amplificate dalla disinformazione o “misteriosamente” discordanti con i fatti. Per la Cooperativa Sociale Badia Grande sono stati 15 mesi duri, logoranti al limite della sopportazione soprattutto per il personale impegnato h-24 a fronteggiare arrivi e nuove “emergenze”. Una struttura con una capienza massima di 250 ospiti, allargata a 389 posti nel corso della gestione, ha ospitato una fiumara di gente, con picchi che sono arrivati a circa 4000 presenze giornaliere. Il Capitolato d’appalto d’appalto prevedeva 6 mila persone l’anno, ma la Cooperativa Badia Grande in 15 mesi ha dato ospitalità ed assistenza ad oltre 80 mila immigrati, con l’aggravante che trovandosi su un’Isola l’Hotspot poteva essere rifornito con non poche difficoltà legate ai collegamenti con la terra ferma, non sempre possibili a causa di proibitive condizioni metereologiche.

Ogni difficoltà (l’insufficienza delle aree attrezzate per l’accoglienza, l’inadeguatezza dei servizi igienici, la mancanza persino delle brandine), è stata addossata alla Cooperativa e al suo personale. L’opinione pubblica è stata investita da una informazione “forviante” dove si accusava la Cooperativa ed il suo personale che ha transitato oltre 80 mila migranti al posto dei 6 mila previsti dal capitolato, in una struttura inadeguata ai flussi destinategli.  Viene lecito chiedersi di chi è la colpa: della Cooperativa che ha assicurato al meglio una assistenza o dello Stato che ha costretto un Hotspot che può ospitare 389 persone ad accoglierne circa 4000? Provate a mettere in una casa abitata da 4 persone un numero 10 volte tanto di ospiti? Sicuramente mi dirette che è impossibile! All’hotspot di Lampedusa è accaduto, e più di una volta negli ultimi 15 mesi. Ad onore del vero, disfunzioni e carenze a parte (nessuno era pronto ad affrontare un esodo così grande) voglio spezzare una lancia a favore della Cooperativa e del personale, per aver continuato a lavorare in prima linea anche sotto il “fuoco amico”

Al fine di cercare di fare chiarezza vi lascio ad una nota diffusa dalla Cooperativa Badia Grande:

“Dopo 15 mesi si conclude la nostra esperienza all’Hotspot di Lampedusa. Sulla base del Capitolato e del contratto d’appalto avremmo dovuto gestire un centro con una capienza massima di 250 ospiti per un totale di ingressi, nell’arco di un anno, di 6.000 persone.

     Successivamente, a seguito del completamento dei lavori di ristrutturazione del Centro, ci si è chiesto di modificare il contratto di affidamento dei servizi di gestione adeguati ad una struttura attrezzata per una capienza massima di 389 posti.

     Il numero di ospiti, ad eccezione di brevi periodi, è stato sempre, nei fatti, dieci volte maggiore, arrivando a picchi di quasi 4000 ospiti presenti.

     Dal primo marzo 2022, data di inizio della nostra gestione posta in essere con una telefonata della Prefettura di Agrigento con appena 5 ore di preavviso, ad oggi si è registrato un transito di oltre 80.000 immigrati. Numeri importanti ed incontrovertibili che hanno, di recente, indotto il Governo a proclamare lo stato di emergenza sull’immigrazione e ad affidare la gestione della struttura alla Croce Rossa Italiana.

     La cooperativa Badia Grande, in questi mesi, è stata accusata di incapacità nella gestione o, peggio, di volere speculare sulla vita dei migranti senza voler considerare che, nei fatti, ha dovuto affrontare con mezzi ordinari una situazione straordinaria, di assoluta e conclamata emergenza.

     I funzionari del Ministero dell’Interno, nei giorni scorsi, hanno fornito una visione corretta ed oggettiva dello stato delle cose sottolineando come non si possa “giudicare l’operato di chi c’era prima, perché qualunque altro soggetto avrebbe vissuto e vivrebbe le stesse difficoltà che un’isola di piccole dimensioni presenta, ad iniziare dalla difficoltà di approvvigionamento del cibo”.

     Sovrannumero di ospiti rispetto alle previsioni che avevano condotto al contratto di affidamento della gestione, la loro permanenza per settimane a seguito dei ritardi nell’effettuare i trasferimenti dall’isola, l’assenza quasi totale di attività manutentiva degli immobili e degli impianti di proprietà demaniale,  non di competenza del gestore dei servizi di accoglienza, l’assenza del necessario provvedimento autorizzativo (SCIA) legato alle condizioni del complesso immobiliare demaniale sprovvisto di agibilità e le difficoltà fisiologiche (numero di posti letto e di bagni insufficienti, difficoltà di approvvigionamento di cibo e acqua, problemi igienico sanitari derivati da uno stress nell’uso della struttura, inadeguatezza degli spazi destinati alla logistica ecc.) legate alla gestione di migliaia di persone in una struttura attrezzata per ospitarne 389, hanno reso questi 15 mesi particolarmente impegnativi e difficili.

      In queste condizione non si sarebbe potuto fare di più. Non potevamo riuscirci da soli, ma non ci siamo mai sottratti ai nostri doveri con sacrificio e rispetto del compito per il quale siamo stati chiamati ad operare ed andando oltre agli obblighi contrattuali.

     E’ doveroso precisare che già nell’ottobre 2022 Badia Grande aveva rappresentato alla Prefettura di Agrigento l’impossibilità di proseguire nella gestione dell’hotspot a causa della sopraggiunta ed accertata eccessiva onerosità della commessa. Poche ora prima della scadenza naturale del contratto, il 28 febbraio scorso, la Prefettura di Agrigento ci ha comunicato di avere disposto una proroga fino al 31 agosto 2023 nelle more dell’espletamento di un nuovo affidamento annuale. Al nuovo bando di gara abbiamo ritenuto di non partecipare.

     Il provvedimento di proroga dimostra che nonostante le enormi difficoltà, Badia Grande ha sempre portato avanti con il massimo impegno possibile il proprio servizio grazie ai propri collaboratori e dipendenti che, tra mille sofferenze e disagi, hanno puntualmente eseguito i loro compiti.

     Oggi, con l’assunzione del servizio da parte della Croce Rossa, ha fine il nostro rapporto contrattuale non per inadempienze del gestore, ma per dare attuazione al provvedimento del Governo che, dichiarando lo stato di emergenza, ha attribuito poteri speciali al Commissario nominato.

      Rivolgiamo un augurio di buon lavoro alla Croce Rossa Italiana che è entrata nella gestione del Centro e alla quale, da tempo abbiamo offerto piena collaborazione nella predisposizione di quanto necessario per una consegna degli impianti senza soluzione di continuità, certi che saprà con l’ausilio della struttura commissariale, dotata di nuovi e più efficaci poteri, dare risposte adeguate alla gestione straordinaria dei flussi migratori.”

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