Pesca e ripopolamento ittico, l’assessore Caleca propone un “piano di gestione transfrontaliere”

L'Assessore Regionale all'Agricoltura e Pesca della Sicilia impiegherà i fondi europei per un accordo economico bilaterale con la Tunisia

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L’Assessorato dell’Agricoltura e della Pesca Mediterranea proporrà al Governo nazionale la sottoscrizione con la Tunisia un “piano di gestione” che – attraverso la definizione di regole condivise – garantisca condizioni pacifiche di pesca e di ripopolamento ittico del Mediterraneo.

Per la prima volta, infatti, l’Unione Europea consente di utilizzare, nell’ambito del FEAMP (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca),  uno strumento fortemente innovativo grazie al quale sarà possibile sottoscrivere tra due Stati accordi bilaterali aventi ad oggetto strategie comuni di utilizzazione delle risorse naturali.

In particolare il “piano di gestione” definirà nuove strategie di tutela del Mediterraneo attraverso azioni condivise che mirino a stabilire: modalità di pesca, tipo di attrezzature da utilizzare, qualità di pescato, periodi di fermo biologico, iniziative di ripopolamento e protezione dell’ambiente marino e costiero. Oggetto dell’accordo con la Tunisia potrà essere il ripopolamento e le modalità di utilizzazione e pesca di quella parte del Mediterraneo noto come “mammellone della Sirte”.

 “E’ la prima volta che l’Unione Europea riconosce la possibilità di definire condizioni condivise di utilizzazione del Mediterraneo – ha dichiarato Nino Caleca, Assessore Regionale dell’Agricoltura e della Pesca Mediterranea. Grazie all’azione di coordinamento del Cluster Bio-mediterraneo all’interno di EXPO 2015 la Sicilia avrà l’opportunità di avviare un dialogo con i Paesi rivieraschi per recuperare il proprio ruolo di mediazione e pace nel Mediterraneo.

Con l’azione di coordinamento del Cluster e attraverso i “piani di gestione”, potremo – secondo l’Assessore Caleca – lanciare al mondo uno stile di vita compatibile con uno sviluppo armonico del pianeta che sia ispirato ad un modello di sviluppo non regolato dalle mere leggi dello sfruttamento economico ma che sia capace di coniugare crescita e qualità di vita, tradizioni e ambiente, diversità e convivenza, creando condizioni di pace e sviluppo tra i popoli”.

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