Musumeci parla dell’arretratezza del Mezzogiorno e “l’accordo” dei i Grillini con la Lega

Il mezzogiorno d’Italia continua a rimanere “suddito” ad un nord Italia che mostra da qualche anno i segni profondi di una crisi che non ha precedenti. Mentre in Sicilia si continua a parlare l’arretratezza e la mancanza di prospettive spinge le nuove generazioni a fuggire

“L’arretratezza del Mezzogiorno ha due cause antiche: il cinismo di Roma e la irresponsabilità di alcune classe dirigenti locali. A noi siciliani, autonomisti nel codice genetico, l’autonomia rivendicata dalle Regioni del Nord non fa paura. Il problema è chiarirsi sui criteri: autonomia su maggiori competenze – sembra di capire che intendano occuparsi anche di sanità e di scuola – o autonomia per utilizzare il 90% del gettito erariale riscosso nella Regione, senza tenere conto di alcun criterio di ripartizione? Stiamo attenti”. Così il governatore siciliano, Nello Musumeci, in una intervista al quotidiano Libero.

Secondo Musumeci, “La rivendicazione dell’autonomia non può prescindere dall’articolo 5 della Costituzione che riconosce ai nostri territori autonomia e decentramento amministrativo ma in un contesto unitario. Ora, se la nostra Repubblica è “una e indivisibile” soltanto sul piano istituzionale, ma sul piano economico e sociale creiamo due Italie, una del centronord e una del Sud, è chiaro che siamo di fronte a una palese violazione del dettato costituzionale. La Sicilia attende di definire il contenzioso con lo Stato e si augura di poterlo fare con la stessa tempistica con la quale si intenderà definire l’autonomia differenziata per le Regioni a Statuto ordinario”.

Ed ancora: “Credo che i grillini pensino di aver trovato una sorta di accordo con la Lega: al Sud il reddito di cittadinanza e al Nord l’autonomia differenziata. Se così fosse sarebbe un’operazione improntata al cinismo, un compromesso di bassa cucina. Nord e Sud, insieme, crescono se cresce l’occupazione, se migliorano le infrastrutture, se aumentano le opportunità”.

L’Ufficio Stampa
di Nello Musumeci

 

I giovani scettici sulla Sicilia futura, uno su 2 s’immagina fuori dall’Isola

Preoccupano i risultati di un sondaggio del quotidiano La Sicilia: mancanza di cultura d’impresa e incapacità di fare squadra alimentano dubbi sulle prospettive della nostra terra e così si guarda ad altri luoghi per completare il percorso formativo e per una realizzazione lavorativa ed economica

La Sicilia vanta bellezze e ricchezze che pochi luoghi al mondo possiedono, ma i siciliani mostrano dubbi sul futuro e sulle prospettive che questa terra può offrire loro. Il turismo, l’agricoltura e più in generale il settore agroalimentare, seppur riconosciuti come asset strategici, non sembrano offrire una prospettiva di lungo periodo a quelle fasce di età che mirano ad inserirsi nel tessuto produttivo.

Le ragioni sono prevalentemente da ricercarsi nella dimensione e diffusione delle imprese, ma anche in una cultura imprenditoriale con scarsa capacità di fare sistema e un ridotto ricorso alla managerialità. Il potenziale della Sicilia viene imbrigliato dalla scarsa capacità di visione della politica e dalla sua progettualità e più in generale da una classe dirigente che non riesce a valorizzare questo potenziale.

Lo scetticismo dei giovani è quello che colpisce maggiormente e permea tutti gli ambiti dell’indagine. Un giovane su tre in età compresa tra 18 e 34 anni non immagina il proprio futuro sull’Isola per motivi prevalentemente legati alle prospettive lavorative e di realizzazione economica. Dei giovani in età formativa, uno su due guarda «fuori dall’Isola» per completare il proprio percorso formativo e non trascura un orizzonte temporale più ampio in ottica lavorativa. Il giovane in età 25-34 guarda lontano esclusivamente alla ricerca di un’occupazione che valorizzi il percorso di studi intrapreso e offra prospettive di crescita in ambito professionale e di benessere.

La possibilità di un futuro in Sicilia tende ovviamente ad aumentare nelle fasce di età più mature, ma una percentuale non trascurabile anche di giovani maturi e di maturi guarda al futuro con la possibilità di lasciare la regione. Le motivazioni sono ovviamente diverse, perché in questo caso si guarda al futuro nella prospettiva di dare ai figli maggiori opportunità e/o di avvicinarsi a loro se già lavorano e vivono al nord o all’estero.

Un aspetto da non trascurare è anche quello di dare potere di acquisto alla esigua pensione percepita in Italia, mirando ad un migliore tenore di vita.

Lo scetticismo siciliano che attraversa la visione futura riguardo a tutti gli elementi citati, dal lavoro, all’arretratezza generale, alla scarsa capacità di innovazione come anche la bassa qualità della vita o il senso di insicurezza, può essere a mio parere letto e superato nell’ottica della favola di Esopo. In una terra dalle smisurate potenzialità, ma lasciata all’abbandono, il tesoro è nascosto nella fatica, nel lavoro e nell’impegno da profondere nel superamento dei suoi stessi limiti, per aprire un nuovo orizzonte e offrire una prospettiva futura e possibile.

 

fonte www.lasicilia.it                                                                                          *Amministratore unico di Keix

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