Marsala, sanità: il sindaco “prende le distanze” da chi ha occupato il Consiglio Comunale

I CONSIGLIERI COMUNALI OCCUPANO PALAZZO VII APRILE PER SOLLECITARE LA RIAPERTURA DELL’OSPEDALE MENTRE IL SINDACO GRILLO INVOCA STRATEGIE PROVINCIALI

La situazione di stallo nella sanità pubblica di Marsala con il “Paolo Borsellino” privato del Pronto Soccorso, dei reparti, delle sale operatorie per trasformarlo in Covid Hospital ed il nuovo padiglione per le malattie infettive mai realizzato è stata oggetto di un acceso dibattito la scorsa sera in Consiglio comunale. Al termine della seduta, all’unanimità, è stato deciso di occupare l’Aula di Palazzo VII Aprile quale segno di protesta per la disattenzione dell’Asp Trapani e della Regione a ridare un Ospedale di primo livello a Marsala.

 

 

In precedenza, infatti, l’Assise Civica aveva inviato un documento unitario alle suddette Istituzioni, al fine di avere risposte certe sul futuro dell’Ospedale di Marsala e nel quale i consiglieri lamentavano che, oltre ad essere struttura covid, il “Paolo Borsellino” è anche stato oggetto di trasferimento di strumentazioni e personale.​ Da Trapani e da Palermo le richieste del Consiglio Comunale di Marsala non avevano sortito alcun intervento da parte degli organi che gestiscono la sanità pubblica. Il silenzio delle istituzioni ha spinto ieri i consiglieri comunali ad occupare l’Aula consiliare.

 

Strana, poco incisiva, è stata la presa di posizione del sindaco Massimo Grillo. Mentre i consiglieri comunali attendevano un chiaro segno in direzione della loro azione in difesa dell’unico ospedale cittadino e della salute pubblica, il primo cittadino ha stranamente rilasciato una dichiarazione sottolineando “personalmente comprendo le ragioni dell’iniziativa…”. Come a prendere le distanze dalla vibrante protesta avviata dal Consiglio Comunale. Una scelta poco ponderata, sicuramente non opportuna è che avrà strascichi nella politica locale, se si considera che 22 consiglieri su 24 sono stati eletti nelle liste della sua coalizione, per non parlare poi del fatto che Massimo Grillo da sindaco è il responsabile della salute pubblica dei cittadini.

 

Il sindaco di Marsala, al posto di schierarsi al fianco dei consiglieri comunali per sostenere il ritorno del Paolo Borsellino a pieno regime prende tempo e diluisce l’azione di protesta, ipotizzando un tavolo di trattativa provinciale, dichiarando: “occorre una strategia d’azione che coinvolga i sindaci trapanesi, al fine di formulare una proposta unitaria all’Asp ed al Governo della Regione”. Come se ai sindaci degli altri comuni starebbero a cuore le sorti dell’ospedale di Marsala. Intanto sono gli utenti dell’ospedale a soffrire, sballottati da un capo all’altro della provincia per un un’operazione chirurgica, per un ricovero ospedaliero, per un accertamento medico specialistico, per un esame diagnostico. Per non parlare poi delle lunghe code ed estenuanti attese per accedere ai servizi sanitari che sono entrati in tilt dalla chiusura del Paolo Borsellino.

 

Il sindaco, invece di sostenere i suoi cittadini a cui hanno calpestato il diritto alla salute (costretti a fare la spola da Trapani a Mazara da Alcamo a Castelvetrano per curarsi), sembra tenere più alla forma e agli equilibri politici con chi ha le mani in pasta nella sanità pubblica provinciale e regionale. Sempre nella sua dichiarazione Massimo Grillo cerca di “giustificare” i consiglieri che hanno occupato la sede del Consiglio Comunale di Marsala, invitandoli, con un abile giro di parole in perfetto “politichese”, a riflettere – una sorta di ammonizione bonaria – su quanto stanno facendo, dichiarando: “Dobbiamo alzare la prospettiva se puntiamo alla soluzione del problema, altrimenti rischiamo uno scontro demagogico e il fallimento della politica tutta”. 

 

Di quale politica sta parlando il sindaco? Quella sua, personale, tanto per impiegare il suo stesso termine. La domanda nasce spontanea se vero è che il sindaco Grillo guida una amministrazione di centro destra che difficoltà trova a incontrare il Presidente della Regione Nello Musumeci. Non occorre chiedere il “consenso” ai sindaci della provincia per chiedere ciò che spetta per diritto agli abitanti della quinta città della Sicilia.

 

Da un anno e mezzo Marsala è stata privata del suo unico Ospedale, del suo pronto soccorso, delle sue branche specialistiche, dei laboratori, delle attrezzature diagnostiche, del personale medico e il sindaco non trova di meglio che annunciare in pompa magna: “un incontro  con alcuni sindaci della provincia per confrontarci e formulare una proposta al Commissario dell’Asp, in cui chiedere tempi, rivendicare certezze: non per i singoli territori, ma per la comunità trapanese. Attiviamoci tutti in una logica politica non divisoria e campanilistica, ma unitaria”. Forse il sindaco di Marsala spera che altri primi cittadini lottino per la salute pubblica dei suoi cittadini. Come si suol dire in politica meglio fare prendere le patate calde in mano agli altri per poi prendersi i meriti

Alberto Di Paola

 

Riportiamo qui di seguito la dichiarazione integrale del Sindaco Massimo Grillo, rilasciata ieri attraverso il suo ufficio stampa:

“Oggi i consiglieri comunali hanno iniziato l’occupazione dell’Aula consiliare e personalmente comprendo le ragioni dell’iniziativa perché al momento non c’è una programmazione che – nella prospettiva di una graduale uscita dall’emergenza sanitaria e di un incremento delle vaccinazioni – tenga nella dovuta considerazione la nostra disponibilità a servire la comunità provinciale con un Ospedale Covid. Situazione che ha avuto come conseguenza, altrettanto grave, lo smantellamento del nostro presidio, a beneficio di altri reparti ospedalieri della provincia, potenziati con le nostre attrezzature e su cui l’Asp ha già fissato programmi a lungo termine. Puntualizzato ciò – e beninteso che, come ho sempre detto, Asp e Regione devono a Marsala risposte certe sui tempi relativi ai lavori per il Padiglione Malattie Infettive e al consequenziale ripristino degli standard ospedalieri di primo livello – è pur vero che occorre una strategia d’azione che coinvolga i sindaci trapanesi, al fine di formulare una proposta unitaria all’Asp ed al Governo della Regione, dalle quali pretendere risposte certe sulla programmazione ospedaliera siciliana che riguarda la comunità dell’intero territorio provinciale, non del singolo Comune. Dobbiamo alzare la prospettiva se puntiamo alla soluzione del problema, altrimenti rischiamo uno scontro demagogico e il fallimento della politica tutta. Per questo ho sollecitato un incontro a Trapani, fissato per domani, con alcuni sindaci della provincia per confrontarci e formulare una proposta al Commissario dell’Asp, in cui chiedere tempi, rivendicare certezze: non per i singoli territori, ma per la comunità trapanese. Attiviamoci tutti in una logica politica non divisoria e campanilistica, ma unitaria”.

 

 

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