Mafia, l’avv. Marcatajo curava gli investimenti dei boss

Mafia, blitz dei finanzieri della polizia valutaria a Palermo. In manette 9 persone, fra cui un insospettabile professionista accusato di lavorare per il clan dell’Acquasanta. Il pentito Galatolo: “Dalla vendita di 30 box abbiamo ricavato i 250 mila euro per il tritolo da utilizzare per l’attentato al pm”. Ai domiciliari il figlio di Marcatajo, Marcello

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Cosa nostra poteva contare sul più insospettabile dei professionisti di Palermo per gestire le proprie ricchezze, l’avvocato civilista Marcello Marcatajo, 69 anni festeggiati il 4 gennaio. E’ stato arrestato all’alba nella sua villa di Mondello dai finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria. La procura di Palermo lo accusa di riciclaggio, con l’aggravante di aver favorito l’organizzazione mafiosa. E in particolare la cosca dell’Acquasanta.

L’ultima operazione dell’avvocato Marcello Marcatajo per conto dei boss sarebbe stata la vendita di una trentina di box. I mafiosi avevano fretta a incassare i soldi. Così ha rivelato il pentito Vito Galatolo: “Parte del denaro proveniente da quella operazione, 250 mila euro circa, li abbiamo utilizzati per acquistare l’esplosivo che doveva servire all’attentato per il giudice Di Matteo”. E’ l’attentato che nel dicembre 2012 sarebbe stato sollecitato alle cosche palermitane dal superlatitante Matteo Messina Denaro. Anche questo ha svelato Galatolo nei mesi scorsi.

GLI ARRESTATI
Assieme a Marcatajo sono finite in manette altre otto persone, fra cui un ingegnere che frequentava spesso lo studio del legale, in via Enrico Albanese, a poca distanza dal carcere dell’Ucciardone. Un provvedimento di custodia cautelare è stato notificato in carcere al boss Francesco Graziano, il figlio di Vincenzo, costruttore e boss. Il provvedimento emesso dal gip Lorenzo Jannelli è stato richiesto dal pool composto dal procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Francesco Del Bene, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Roberto Tartaglia. In manette è finito anche l’ingegnere Francesco Cuccio, intercettato dalla Finanza nello studio di Marcatajo. Misura cautelare pure per Francesco e Angelo Graziano. Sono invece ai domiciliari il figlio di Marcatajo, Giorgio (accusato di aver collaborato con il padre nelle sue operazioni spregiudicate), la moglie di Francesco Graziano (Maria Virginia Inserillo) e due presunti prestranome, Giuseppe e Ignazio Messeri.

LE INTERCETTAZIONI
Marcatajo temeva moltissimo le confessioni di Galatolo. “Chissà quanto resto ancora libero?”, ripeteva. E non sospettava di essere già intercettato. Sì, perché, prima ancora del pentimento del boss dell’Acquasanta, i finanzieri della Valutaria di Palermo diretti dal tenente colonnello Calogero Scibetta avevano scoperto il nome di Marcatajo in un pizzino sequestrato a casa del costruttore mafioso Vincenzo Graziano, il vice di Galataolo. E così, in gran segreto, erano state piazzate delle cimici nello studio dell’avvocato. Quelle cimici hanno registrato in diretta la confessione del professionista. Ad ogni articolo sui giornali, che raccontava di Galatolo e delle sue rivelazioni, Marcatajo commentava con alcuni fidati amici.

A volte, si vantava del suo ruolo di insospettabile complice dei boss: “Tutti quei signori – diceva dei mafiosi dell’Acquasanta – hanno attinto e attingono da questa minna, che è la mia… come denaro”. Altre volte, soprattutto negli ultimi mesi, aveva paura di finire presto in manette. Il legale era terrorizzato all’idea di essere ricollegato alla storia dei box svelata da Galatolo.

fonte:   www.repubblica.it

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