La morte di Francesco Pantaleo lascia una comunità sconvolta

La drammatica fine di Francesco Pantaleo, il giovane universitario marsalese trovato carbonizzato nell’hinterland di Pisa, lascia sgomenta, attonita, sconvolta… Marsala.

 

Questa è una di quelle storie che un giornalista non vorrebbe mai scrivere… Appresa la notizia ieri sera ho riflettuto parecchio prima di buttare giù qualche riga, cercando di dosare le parole per non arrecare ulteriori dolori ai familiari dello sfortunato studente. Francesco Pantaleo, figlio di questa terra ingrata che al superamento degli esami di maturità impone la dolorosa scelta di lasciare la propria città e gli affetti personali, per continuare gli studi o trovare un’occupazione

 

La storia di Francesco è comune a migliaia di altri ragazzi marsalesi che dall’oggi al domani si trovano sballottati a migliaia di chilometri, catapultati in realtà sociali ed economiche diverse, soli ad affrontare il mondo. Francesco Pantaleo era un bravo ragazzo, volenteroso, talmente appassionato delle nuove tecnologie di aver scelto il corso di ingegneria informatica presso l’Università di Pisa per specializzarsi. Era prossimo al primo traguardo, avrebbe dovuto sostenere l’ultimo esame del corso di laurea triennale fra non molto, ma accade qualcosa che stravolge la propria vita e getta nella disperazione i familiari. Da sabato scorso non si hanno piú notizie del giovane, il papà dopo aver informato le forze dell’ordine toscane si rivolge ai social chiedendo aiuto a chiunque lo avesse visto.

 

I genitori raggiungono Pisa e collaborano alle ricerche. Il sopralluogo nell’abitazione che il proprio figlio condivideva con altri due studenti, rinvengono gli occhiali di vista da cui non si separava mai, i documenti personali, il bancomat, il telefonino ed il computer, entrambi “misteriosamente” con la memoria cancellata. Mancano soltanto gli indumenti indossati, uno zainetto, le chiavi di casa e la somma di 200 euro in contanti. Un vero giallo per gli inquirenti. Scattano le ricerche ad ampio raggio, ma di Francesco si perdono le tracce.

 

Viene rinvenuto domenica sera un cadavere carbonizzato in un campo di girasoli a San Giuliano Terme, comune dell’hinterland di Pisa (lo stesso del caso di Roberta Ragusa), ma gli inquirenti pensano che sia il corpo di un un magrebino scomparso da piú tempo. La conferma che quei poveri resti fossero quelli di Francesco Pantaleo sollo ieri sera, dopo la comparazione del DNA del cadavere con quello dei genitori. Lo studente marsalese è quindi morto ed il suo corpo carbonizzato giace all’obitorio in attesa di un’autopsia che deve chiarire tante cose. Il giallo si infittisce quando una testata on line del posto scrive fra le righe di un articolo che nel posto in cui sono stati trovati i resti di Francesco Pantaleo non sarebbe stata trovata traccia del liquido infiammabile. Le autorità stanno indagando sia sull’ipotesi dell’omicidio che sul suicidio.

 

Il giornale on line www.huffingtonpost.it riporta testuale: “L’unica cosa certa sino ad oggi è che non abbiamo elementi per individuare eventuali responsabili. Non sono state trovate impronte, non ci sono indizi o testimonianze. Non ci sono auto o scooter abbandonati ma neppure contenitori di benzina – afferma Giovanni Mennella, comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Pisa -; solo l’esame autoptico ci potrà dare qualche verità”. Verrebbe meno quindi l’ipotesi del suicidio

 

Questa la fredda ricostruzione di un drammatico caso di cronaca che vede come vittima un giovane marsalese, un bravo studente partito da Marsala per diventare ingegnere informatico e che rientrerà nei prossimi giorni in una bara. Tanti sono gli interrogativi al vaglio degli inquirenti che indagano a 360 gradi. Noi non aggiungiamo altro, poiché non ha alcun senso “speculare” sul dolore dei familiari, ma facciamo appello appello alla Procura della Repubblica e alle Forze dell’Ordine di Pisa di fare chiarezza, di scoprire perché Francesco non è piú tra di noi, e assicurare alla giustizia gli eventuali responsabili

 

Alberto Di Paola

Questo è l’articolo pubblicato sul giornale on line l’Arno.it

Risolto nel peggiore dei modi il giallo della scomparsa di Francesco Pantaleo, lo studente universitario 23enne di Marsala (Trapani), scomparso da Pisa il 24 luglio. È suo il corpo ritrovato carbonizzato domenica scorsa nelle campagne di San Giuliano Terme (Pisa). L’identificazione è stata fatta comparando il Dna messo a disposizione dai genitori del giovane.

 

L’autopsia sarà fondamentale per chiarire se si sia trattato di omicidio o suicidio. Iscritto al corso di ingegneria informatica dell’ateneo pisano Pantaleo avrebbe dovuto sostenere l’ultimo esame del corso di laurea triennale. Nei giorni scorsi è circolata l’ipotesi che il motivo della sua sparizione potesse essere legato al fatto che non avesse sostenuto tutti gli esami, come fatto credere ai familiari. Vedremo nei prossimi giorni, anche se è il punto sicuramente meno importante dell’inchiesta.

 

 

Francesco era sparito da sei giorni. A lanciare l’allarme erano stati i suoi familiari, dalla Sicilia, che non riuscivano a mettersi in contatto con lui. Il giovane si è allontanato dalla casa di via Adige, che condivideva con altri due coetanei, lasciando su un comodino tutti gli effetti personali: gli occhiali da vista, il cellulare, il portafogli con il bancomat, portandosi dietro solo 200 euro. In camera sua è stato trovato il computer nuovo, su cui lavorava da tre mesi, senza alcun file.

Disperato, nei giorni scorsi, l’appello lanciato al figlio dai genitori: “Qualsiasi cosa sia successa, tutto si sistema, torna a casa, ti prego”, aveva detto il padre Antonio. Ma l’arrivo del responso dei test del Dna ha raggelato tutti: Francesco è morto carbonizzato. Resta da capire perché.

 

Il corpo di Francesco è stato avvolto dalle fiamme nel luogo stesso in cui è stato ritrovato: vicino non sono stati trovati contenitori con liquido infiammabile. Questo sembra escludere l’ipotesi del suicidio.

 

L’ultimo contatto con la famiglia era avvenuto 23 luglio, con una telefonata. “Era sereno. Non riusciamo a capire – ha raccontato il padre Antonino – Sembra si stia parlando di un’altra persona. Mai avrei pensato che mio figlio potesse fare una cosa del genere, non è da lui, ragazzo serio, senza grilli in testa”. Il giovane aveva detto “che l’appello per l’esame sarebbe iniziato il 27 luglio, ma quella data non risulta”, aveva aggiunto il padre.

 

Trovato carbonizzato il corpo di Francesco Pantaleo, lo studente siciliano scomparso da Pisa

 

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