Da domani l’Ufficio delle Entrate metterà il naso sui conti degli italiani

Depositi, conti correnti, carte di credito, bancomat, accessi alle cassette di sicurezza a disposizione del Fisco. Va a regime l’anagrafe dei rapporti finanziari, trasmessi tutti i dati relativi al 2015 Potranno essere usati nella lotta all’evasione. Il garante della privacy: «Esclusi i controlli generalizzati». Verifiche anche sull’Isee

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Movimentazioni del conto corrente, saldi d’inizio e fine d’anno, giacenza media, depositi, investimenti. Dati sull’utilizzo delle carte di credito e sui bancomat. Perfino il numero di accessi alle cassette di sicurezza. Tutte queste informazioni sui clienti, relative al 2015, dovranno essere trasmesse entro domani dalle banche, dalle poste e dagli altri operatori finanziari all’Agenzia delle Entrate, che le utilizzerà «per le analisi del rischio di evasione». Potrà cioè incrociarli con i dati sui redditi dichiarati per verificare le posizioni sospette.

conti-correnti-sotto-lente-dall'ufficio-delle-entrateVa a regime domani l’anagrafe dei rapporti finanziari istituita con il decreto Salva Italia nel 2011. Si tratta di una mole enorme di informazioni. Sulla carta un grande fratello fiscale, che, se ben usato, potrebbe aiutare la lotta all’evasione fiscale che ogni anno sottrae alle casse pubbliche 120 miliardi di euro. In realtà uno strumento che servirà soprattutto da deterrente. Il contribuente, cioè, sa che il Fisco dispone di quest’arma in più, anche se i controlli effettivi saranno limitati.

La legge di Stabilità 2015 ha cancellato il riferimento alle «liste selettive» di contribuenti sospetti che sarebbero dovute scaturire dall’incrocio dei dati finanziari con i redditi e ha optato per un più generico riferimento alle «analisi del rischio di evasione», appunto. “Una formulazione che – ha sottolineato il Garante per la privacy Antonello Soro audito in Parlamento, «impedisce di fatto un controllo generalizzato e diffuso di tutti i contribuenti». Soro ha inoltre chiesto una serie di garanzie sulla trasmissione «totalmente automatizzata» dei dati per evitare accessi impropri e che gli stessi vengano cancellati dopo sei anni, termine massimo per gli accertamenti. La sostanza comunque, dicono all’Agenzia, non cambia.

Restano distinte due fasi: una prima nella quale si individuano le incongruenze e una seconda che può arrivare fino all’accertamento. Per esempio, nel caso di un contribuente che dichiari 10mila euro di reddito ma movimenti in banca centinaia di migliaia di euro, l’incongruenza verrà comunicata al cittadino affinché possa fare l’adesione spontanea, in mancanza della quale scatterà l’accertamento. I dati trasmessi entro domani, in particolare quelli sulla giacenza media sul conto corrente, potranno essere utilizzati anche per verificare la correttezza del nuovo Isee, l’indicatore sintetico della ricchezza familiare utilizzato per ottenere una serie di prestazioni (asili nido, borse di studio, sussidi alle famiglie, eccetera), nel quale appunto si deve indicare anche la giacenza media.

 

Tratto da corriere.it

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