Marsala, arrestato l’uomo che uccise il maresciallo dei carabinieri Silvio Mirarchi

maresciallo-silvio-mirarchi-ucciso-a-marsalaFermato, dai Carabinieri, l’uomo che sparò, causandogli successivamente la morte, al vice comandante della Stazione di Ciavolo, il Maresciallo Silvio Mirarchi. Ne dà notizia l’Arma in un comunicato stringato, diffuso ieri sera agli organi d’informazione: “I carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, unitamente a militari del ROS e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, a seguito delle investigazioni coordinate dalla Procura della Repubblica di Marsala e condotte con il supporto del RIS di Messina, hanno tratto in arresto l’autore dell’omicidio del Maresciallo Capo Silvio Mirarchi, avvenuto il 31.05.2016 a Marsala, sulla base del provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale lilybetano. I dettagli dell’operazione verranno resi noti durante la conferenza stampa prevista per oggi (23 giugno, alle 09.30), presso il Comando Provinciale di via Orlandini 27, alla presenza del Procuratore della Repubblica di Marsala, Dott. Vincenzo Pantaleo”.

Video realizzato ieri sera all'arrivo del feretro del Maresciallo Silvio Mirarchi.

Camera ardente con il feretro del Maresciallo Silvio Mirarchi.

Il nome del presunto omicida è comunque trapelato in tarda sera. Si tratterebbe del marsalese Nicolò Girgenti, 55 anni, bracciante agricolo, molto conosciuto nella zona di Ventrischi, località tristemente nota per l’agguato teso al maresciallo Mirarchi, in quanto l’uomo avrebbe lavorato come vivaista, per lungo tempo, nelle serre di piante ornamentali della zona. Inoltre l’uomo sarebbe in qualche modo collegato a al proprietario delle serre, Giovanni Abate che venne convocato dai carabinieri il giorno dopo l’agguato.Subito dopo si registrò l’arresto eseguito dai Carabinieri del comando provinciale, di Francesco D’Arrigo, di Partinico, indicato come gestore della serra in cui vennero rinvenute ben sei mila piante di marijuana. Adesso l’arresto di Nicola Girgenti, probabilmente collegata con i due personaggi e il loro ambito.

Il grave fatto di sangue, che ha profondamente scosso la coscienza dei marsalesi, si consumò nella tarda sera del 31 maggio 2016, quando il maresciallo Mirarchi affianco un collega per un appostamento di routine. I carabinieri erano sulle tracce di una piantagione di canapa indiana, da cui si ottiene la cosiddetta “erba”, alias marijuana. La pattuglia in borghese si era recata nella zona di contrada Ventrischi per verificare se all’interno di alcune serre che sembravano in disuso vi fossero movimenti sospetti. Dei rumori attirarono l’attenzione del Maresciallo che sceso dell’auto con la lampada in dotazione, malgrado si fosse qualificato come carabinieri, il malvivente non ha esitato ad esplodergli contro 7 colpi di pistola, alle spalle, di cui uno gli ha reciso l’aorta all’altezza del rene. Una ferita mortale, tant’è che dopo due interventi chirurgici, uno a Marsala e l’altro a Palermo, i medici non sono riusciti a strapparlo alla morte. Silvio Mirarchi, 54 anni, di origine calabrese, da più di venti anni dislocato presso la locale Compagnia dei Carabinieri, si era inserito nel tessuto sociale della città talmente bene da prendere per per moglie una donna del posto e scegliere di viverci. Mirarchi ha lasciato nel dolore, oltre alla moglie due figli. Ai funerali tenuti in forma solenne, oltre ai familiari, parenti ed amici ha partecipato in forma massiccia la società civile che assieme ai suoi colleghi hanno manifestato, in silenzio, tutta la loro vicinanza ai suoi cari.

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