Venti di guerra sulla Sicilia, atterrati 15 caccia francesi

Caccia-francesi-atterrati-in-siciliaQuindici aerei da caccia francesi ieri sono arrivati in Sicilia. Ormai il livello di allarme è altissimo. Qualcuno aveva anche chiesto di fare arrivare i velivoli dell’aereonautica francese nello scalo Falcone Borsellino.

La richiesta sarebbe stata avanzata direttamente dall’aeronautica militare francese. Una richiesta non solita visto che in Sicilia ci sono due basi militari quella di Trapani Birgi e di Comiso. Alcuni funzionari dell’Enac hanno contattato sia l’aeronautica militare italiana e che quella francese e i caccia sarebbero stati spostati nelle basi militari. Probabilmente si trovano a Trapani Birgi.

Non si sa se gli aerei faranno base in Sicilia per le incursioni aeree in Siria o dovevano fare scalo per raggiungere le basi turche. Oggi in prefettura a Palermo ci sarà una riunione nella quale si affronteranno diversi temi legati alla sicurezza in vista dell’allerta che è già scattata nel nostro paese dopo la strage di Parigi.

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Commenti

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    Gianfranco Becchina 8 anni

    “La ragione degli altri”:
    Chissà se quel “cavallo di razza” che fu Bettino Craxi si sarebbe mai trovato nella condizione di dover affrontare il pericolo di momenti sconvolgenti per l’Italia come quelli vissuti dalla Francia.
    Difficilmente la sua strategia politica, notoriamente aperta al mondo musulmano, ci avrebbe esposto alle minacce islamiche.
    Per capire la caratura del personaggio basti ricordare la sua fermezza, quando in nome della sovranità dell’Italia non ci pensò due volte a far intervenire i carabinieri in assetto di guerra, per ridurre a miti consigli gli americani della base di Sigonella, e quelli della madre patria, che pretendevano di infischiarsi delle leggi del nostro paese pur di catturare i negoziatori arabi all’epoca della vicenda della nave italiana Achille Lauro.
    Grande amico di Arafat seppe destreggiarsi nella tempesta delle fazioni, tenendosi alla larga da schieramenti imprudenti. Diciamo che non si sarebbe mai sognato di inaugurare condiscendenze e partecipazioni a funesti progetti di “pace”, con forze d’occupazione a tutti gli effetti.
    E tantomeno si sarebbe impelagato in prese di posizione nelle vicende che ci hanno portato nel mirino dei fondamentalisti Islamici.
    Tutt’altra cosa mostrano di essere le logorroiche marionette al servizio del primo che li ingaggia, ma non certamente attenti all’interesse del Paese.
    Rottamatori della consolidata posizione dell’ Italia, contraria a quell’aggressività che, con il ripudio della guerra, avevamo relegato fra le malefatte di un passato morto e sepolto;
    complici delle inconfessabili mire altrui, di coloro che comodamente operativi dalle basi logistiche del nostro territorio – nate dissuasive e con buona pace della nostra neutralità divenute sconsideratamente aggressive – ci espongono alle ritorsioni di chi la pensa diversamente.
    Di coloro che svegliatisi dal lungo sonno hanno detto basta. E, sulla spinta della loro memoria genetica, lo dicono alla stessa maniera scatenata e crudele che da troppo tempo continuano a sperimentare sulla propria pelle.
    L’occidente al gran completo, e mi riferisco ai pupari di sempre, si guarda bene dal fare il minimo accenno alla genesi di quel che sta avvenendo, di ammettere le proprie responsabilità e di farne ammenda.
    Chiama terrorismo quel che altro non è che conseguenza di un passato colonizzatore senza interruzione di continuità, nonché risposta agli altrettanto micidiali raid aerei sulle popolose città del califfato.
    Definisce follia omicida, l’immolazione di coloro che, nella sperequazione totale di strumenti bellici, non possiedono altre bombe all’infuori di quelle umane onde rendere pan per focaccia, e non fosse che per far chiaro che i loro morti non sono diversi da quelli degli altri.
    Minaccia e opera vendetta verso coloro che non fanno mistero della loro ferma intenzione di continuare a farsi esplodere nel nome di Allah e di una disperazione senza limiti.
    Intanto che le povere incolpevoli vittime delle politiche rapaci e scellerate, condotte senza badare alle conseguenze, vengono onorate con la messa in scena di sanguinarie vendette piuttosto che con progetti di resipiscenza!.
    Gianfranco Becchina

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      Non è versando altro sangue che si risolvono i problemi del Mondo. Le guerre generano altro odio, miseria, povertà che, come un boomerang impazzito si scaglia conto chi lo ha lanciato. In decine di altri Paesi poveri del mondo vi è la guerra e nessuna nazione è mai intervenuta nel nome della Pace, tutte le guerre, anche le più cruente, sono state sempre mosse per interessi economici. Questo dovrebbe far riflettere molto

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