Privati contro la Sicilia e-servizi; è caos informatico

sicilia-e-serviziContenzioso da 100 milioni fra Sicilia e-Servizi e i privati che per protesta disattivano il “cervellone” di Aosta. Stop alle prenotazioni delle visite e alla riscossione ticket dell’Asp di Palermo, indisponibile anche la pagina web dell’amministrazione. E non è la prima volta. Ingroia: “Situazione disastrosa”

Da stamattina ogni attività della pubblica amministrazione è bloccata: dalla posta elettronica alla gestione degli stipendi dei dipendenti, fino ai sistemi che regolano i Centri unici di prenotazione delle Asp e persino, solo in parte, quelli che sono alla base delle chiamate del 118. Anche la pagina web della Regione risulta “non disponibile”. “In questo momento non funziona quasi nulla”, taglia corto Ingroia. “Dovrebbe esserci un incontro nel pomeriggio con l’ex socio privato. Speriamo in sviluppi positivi, altrimenti è pronto il piano B per risolvere l’emergenza”, afferma Ingroia, che preferisce non spiegare in cosa consista.

Il contenzioso fra la partecipata e l’ex socio privato, che ha la disponibilità del “cervellone” di Aosta con tutti i dati dell’amministrazione, ha portato a una evoluzione a sorpresa. I privati hanno bloccato il sistema informatico, la piattaforma digitale del più grande ente pubblico siciliano è in tilt. In passato era già accaduto che per la medesima ragione il socio di e-Servizi avesse staccato il server gettando la Regione nel caos. Perfino i risultati elettorali dei ballottaggi sono stati pubblicati in ritardo per la protesta dovuta ai mancati pagamenti.

Stop pure agli sportelli dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo. “Per cause indipendenti dalla volontà dell’Asp – viene spiegato dal management – sono bloccati gli sportelli dell’azienda. A causa dell’interruzione del collegamento con i server di Sicilia e-Servizi oggi non si garantiscono le attività di prenotazione visite specialistiche, scelta e revoca del medico di famiglia e del pediatra (anagrafe assistiti), riscossione ticket ed esenzione ticket per patologia ed invalidità”.

Ingroia: “Una vicenda vergognosa”. Negli ultimi giorni c’era stata una fitta corrispondenza fra Ingroia e l’azienda che è poi passata alle vie di fatto. Il contenzioso con la Regione ammonta a circa 100 milioni di euro. A giugno c’era stato un blocco analogo, che paralizzò l’amministrazione, pur concludendosi nel giro di 12 ore.  “E’ davvero vergognoso quello che sta accadendo. Per un po’ di soldi si mettono in discussione servizi essenziali dei siciliani”, aggiunge Ingroia. “Capisco che un’azienda privata faccia i propri interessi – osserva – e personalmente da mesi sto cercando di mediare tra la Regione e l’ex socio privato per trovare una soluzione che risolva il conflitto e salvi i servizi dei siciliani ma, in maniera irresponsabile, proprio alla vigilia dell’incontro decisivo che era stato convocato per oggi, l’ex socio privato ha deciso di spegnere il server che regge l’informatica pubblica siciliana. Ho ovviamente aperto immediatamente un comitato di crisi permanente che sta affrontando la questione e resto fiducioso che alla fine una soluzione si troverà”. In qualsiasi caso – conclude – qualcuno dovrà rispondere dell’enorme danno arrecato. Ogni ora si aggravano sempre di più i disagi. Tutto questo sulla pelle dei siciliani che, alla fine, sono quelli che pagano sempre il conto”.

Ciaccio (M5s): “Ci rivolgeremo alla magistratura”. “Basta all’eterno ricatto di Sicilia e-servizi, che tiene in scacco la Regione, e di conseguenza i siciliani, minacciando di paralizzare importantissimi servizi ogni qual volta avanza una richiesta. Ora è il turno dell’ex socio privato della partecipata. Ma la sostanza è la stessa, non possiamo mettere una Regione in mano ai capricci di qualcuno. Ci rivolgeremo alla magistratura”. Lo dice il gruppo parlamentare del M5S all’Ars. “Da anni – osserva il capogruppo Giorgio Ciaccio – il M5S denuncia il ricatto che Sicilia e-servizi mette in campo per ottenere ciò che vuole. Un ricatto concordato con la politica. Per questo motivo non si vuole internalizzare il servizio, nonostante una legge che prevedeva la centralizzazione dell’unità informatica. Vogliamo chiarezza su tutte le manovre che hanno condotto a riportare per due volte la partecipata in bonis, dopo che invece era stata inserita tra quelle da dismettere”. “Vogliamo capire – continua Ciaccio – perché non si dà attuazione all’agenda digitale per i sistemi di gestione del personale, per le buste paghe o per il centro unico di prenotazione. Perché il centro di elaborazioni dati è stato trasferito in una struttura privata e non in un bene inalienabile della Regione. Oggi il potere è nella gestione del flusso informatico e forse per questo nessuno vuole cederlo al pubblico. Mamma Regione paga, il privato controlla, gestisce e ricatta”.

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