Presentato il calendario Paceco African Fashion

La Cooperativa Sociale Badia Grande ha “esaudito” il sogno di Deborah, la ragazza nigeriana lavorerà per una casa di moda a Catania. Nel centro immigrati di Paceco vi sono 8 donne di 6 nazionalità diverse 


Presentato il Calendario Paceco African Fashion nell’ambito dell’inaugurazione della mostra degli abiti realizzati dalla stilista nigeriana Deborah e con i migliori scatti dello shooting fotografico che ha visto 8 giovani donne extracomunitarie debuttare come “modelle per un giorno“. L’iniziativa è del Centro di accoglienza di Paceco del progetto SAI di Marsala, gestito dalla Cooperativa Sociale Badia Grande che si è avvalso della collaborazione dell’Ente Comune, della Chiesa Matrice, dell’Associazione Solidalmente, dell’Interact Club e del Rotary Trapani Birgi Mozia. La mostra, allestita nel Salone Pio XI (via Principe Tommaso), adiacente la Chiesa Matrice di Paceco, è stata realizzata con gli scatti degli allievi fotografi dell’Istituto Tecnico Tecnologico “G.B. Amico” di Trapani ad indirizzo Grafica e Comunicazione.

Tema del calendario è lo shooting fotografico realizzato a Paceco lo scorso 20 dicembre, un evento realizzato con la presentazione della collezione creata dalla giovane stilista nigeriana Debora. Nel corso della mostra è stato presentato anche il calendario dell’evento denominato Paceco African Fashion che ha visto debuttare, come “modelle per un giorno” le altre 7 donne ospiti del Centro di Accoglienza di Paceco del progetto SAI di Marsala, gestito dalla Cooperativa Sociale Badia Grande.

La mostra si è inaugurata venerdì 25 febbraio scorso ì, alla presenza di: Annamaria Cipponeri e Vita Maltese del Rotary Trapani-Birgi-Mozia; Mariella De Luca esponente dello stesso club service e in rappresentanza dell’Associazione Solidalmente insieme a Valeria Ferranti, Don Vincenzo Basiricò della Chiesa Matrice, Margherita Ciotta Dirigente Scolastico Ciotta dell’istituto Tecnico Tecnologico G.B Amico – Calvino di e Aldo Licata, docente della sezione Grafica e Comunicazione dello stesso istituto.

Presenti anche gli operatori della Cooperativa Sociale Badia Grande, fra cui: Lorena Tortorici (coordinatrice del Progetto SAI Marsala), Marianna La Russa (assistente sociale), responsabile del Centro di Accoglienza di Paceco ed i suoi colleghi: Latifa Saadani (mediatrice culturale marocchina che vive in Italia da 30 anni, parla inglese, francese e arabo), Lucrezia Vinci (psicologa), Michele Bica (educatore). A catalizzare l’attenzione del vasto pubblico intervenuto è stata la stilista nigeriana Debora con i suoi abiti e le foto della sfilata esposti, circondata dalle sue “modelle per un giorno”: Julianna (31 anni, nigeriana), Yangong (36 anni, cinese), Miriam (21 anni, guineana), Rut (31 anni, nigeriana), Fatima (61 anni, marocchina), Jeneba (27 anni, burkinab), Adja Nanga (30 anni, ivoriana).

Da Catania giunge a Debora, giovane stilista ospite del Centro di Accoglienza di Paceco, una grande opportunità: un posto di lavoro in una casa di moda nella città etnea, grazie all’attenzione sollevata dai media, fra cui un lungo e dettagliato reportage della giornalista Giovanna Fragasso – pubblicato su “La Repubblica”(https://palermo.repubblica.it/cronaca/2022/02/20/news/la_nuova_vita_di_deborah_dalla_nigeria_alla_sartoria_grazie_allattivita_del_centro_di_accoglienza-338464493/ ) – , che raccontava la storia di Debora, dei suoi sogni, della sartoria artigianale multi etnica, dello shooting fotografico, di una mostra in itinere e di un calendario in stampa. Una storia rosa, a lieto fine.

L’eroina è Deborah, una donna scappata come tanti suoi connazionali dal caos che regna nel suo Paese, la Nigeria. Determinata a raggiungere l’Italia ha affrontato un lungo quanto pericoloso viaggio. Con grande coraggio ha sfidato la violenza dell’uomo, le insidie del deserto e le onde del mare. Per Deborah, forte e resiliente, altruista ed estroversa il peggio sembra essere passato, a giorni lavorerà in una casa di moda di Catania come aspirante stilista.

In tanti hanno creduto in lei e dato una mano alla realizzazione del suo grande sogno, ad iniziare dal Presidente della Cooperativa Sociale Badia Grande che ha incaricato la Hermes TV di realizzare tre storytelling (la sartoria, lo shooting fotografico, il calendario) nell’ambito di una collana di video che raccontano storie di immigrati a lieto fine, ovvero spaccati di vita quotidiana degli ospiti dei centri di accoglienza della provincia di Trapani. Il progetto del Centro di Accoglienza di Paceco si è articolato in diversi step: la scelta dei tessuti etnici, la realizzazione degli abiti in sartoria, la promozione degli stessi con uno shooting fotografico, una mostra degli scatti più belli ed un calendario celebrativo dell’evento Paceco African Fashion. Il tutto ha contribuito a far ottenere una proposta di lavoro che potrebbe cambiare in positivo il futuro di Deborah.

L’offerta di lavoro rappresenta una grossa opportunità, conquistata con l’intraprendenza e la creatività dalla giovane nigeriana che insegue il sogno della propria vita, quello di creare abiti. Arrivata in Italia Deborah ha subito conquistato il ruolo di leader fra le 8 ragazze ospitate dal Centro di Accoglienza di Paceco, gestito dalla Cooperativa Sociale Badia Grande. Ha impiegato i suoi primi risparmi per acquistare una macchina da cucire, stoffe, aghi, filo, bottoni ed accessori vari con i quali ha realizzato le sue prime creazioni. Ben presto un locale dell’ex agriturismo “La Concordia” (sede del Centro Sai di Paceco) ha assunto le sembianze di una piccola sartoria artigianale.

La sua passione è stata contagiosa, e per certi versi anche “miracolosa” per alcune compagne di sventura che hanno subito violenze di ogni genere prima di incontrarsi casualmente nel Centro di accoglienza. E’ riuscita ad abbattere il muro della diffidenza, instaurando solidi legami e forti rapporti interpersonali che vanno ben oltre l’amicizia.

Qui, alla periferia di Paceco, l’integrazione multietnica è realtà, grazie al lavoro svolto dagli operatori della Cooperativa Sociale Badia Grande che hanno saputo instaurare un clima familiare in un’oasi dove regna la serenità

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