A Medica.it un incontro su Chirurgia oncologica

Organizzato dalla Smile onlus si terrà sabato 18 maggio ore 9 a Marsala un importante convegno scientifico autorizzato dal Ministero della Salute, su Chirurgia oncologica: uno sguardo alle nuove tecniche

Si svolgerà a Marsala nei locali della sala convegni della Medica.it in c.da Terrenove, sabato 18 Maggio, l’importante convegno scientifico autorizzato dal Ministero della Salute, organizzato dalla Marsala Smile Onlus. Sempre maggiori conoscenze scientifiche, e le alte tecnologie al sostegno della Medicina, permettono ora interventi chirurgici sempre meno demolitivi, riducendo il trauma ed il dolore per il paziente, e favorendo così una più veloce ripresa post operatoria con minori tempi di ricovero, con un abbattimento dei costi. Questo vale soprattutto per la chirurgia dei tumori, che per tanti motivi, rappresentano le malattie più spesso causa di ricovero ed interventi chirurgici. Il nostro concittadino dott. Giacomo Urso si è fatto paladino di queste innovazioni, e dirige una squadra di eccellenti medici, che operano presso il Reparto di chirurgia generale dell’Ospedale “San Cimino” di Termini Imerese.

Il dott. Urso ha coordinato l’organizzazione di questo Convegno, che vede riuniti a Marsala, eccellenze della chirurgia oncologica a livello nazionale. Ad aprire i lavori del convegno il Dott. Vito Barraco, presidente dell’ordine dei Medici della provincia di Trapani. Il dott. Andy Bertolin, direttore della U.O.C di otorinolaringoiatria dell’ospedale Civile di Vittorio Veneto parlerà delle modernissime tecniche di chirurgia dei tumori del collo, della laringe, dei linfomi, della tiroide.

Tra gli interventi, il dott. Antonino Daidone, direttore della U.O. di Radioterapia oncologica dell’ospedale “A. Aiello” di Mazara del Vallo, parlerà della organizzazione delle cure radioterapiche in Sicilia. Il dott. Michele Colicchia urologo, nostro conterraneo, responsabile della chirurgia Robotica dei tumori delle vie urinarie presso la casa di Cura di Villa Salus di Siracusa, illustrerà le moderne indicazioni della chirurgia robotica, che ha rivoluzionato il trattamento chirurgico dei tumori uro-genitali.

La chirurgia mininvasiva

La chirurgia mininvasiva è un approccio chirurgico diverso da quello tradizionale che, per risolvere la patologia del paziente, opera attraverso piccole incisioni, telecamere ad alta definizione, full HD, che consentono una visione superiore a quella dell’occhio umano, utilizzano strumenti dedicati altrettanto miniaturizzati. Il gold standard della chirurgia mininvasiva riguarda in particolare le patologie del colon e dell’esofago. Queste attività cliniche sono eseguite in un percorso integrato tra Chirurgia Generale, Oncologia Medica, Radioterapia, Anestesia e Rianimazione, Radiologia, al fine di offrire al paziente il piano di cura migliore possibile.

La chirurgia mininvasiva è un insieme di tecniche che permettono di svolgere una procedura chirurgica attraverso tagli di pochi centimetri, riducendo al minimo il trauma dell’operazione, tempo di ricovero e riabilitazione. Rispetto alla chirurgia tradizionale (a cielo aperto) che prevede un taglio di parecchi centimetri per esporre la parte da trattare, la tecnica mininvasiva permette di raggiungere l’area su cui intervenire con degli strumenti come telecamere, luci e bisturi, che passano attraverso fori di qualche centimetro.

Videolaparoscopia

La laparoscopia (o Video-Laparo-Chirurgia – VLC) è una tecnica chirurgica minimamente invasiva, grazie alla quale il medico opera senza ricorrere alle grandi incisioni richieste dalla chirurgia tradizionale a cielo aperto. La laparoscopia, infatti, prevede la realizzazione di un numero esiguo di piccole incisioni, necessarie per introdurre uno strumento particolare, il laparoscopio, ed eventuali altri arnesi chirurgici.

Rispetto alla chirurgia “a cielo aperto”, la ridotta invasività della laparoscopia fornisce diversi vantaggi:

Un’ospedalizzazione più corta (in genere una notte soltanto) e una guarigione più veloce

Meno dolore e meno perdite di sangue dopo l’operazione

Cicatrici meno evidenti

Chirurgia robotica in urologia

La chirurgia robotica in urologia consente al chirurgo urologo di eseguire interventi su specifiche patologie urologiche attraverso piccole incisioni cutanee, della misura di 5-10 millimetri, grazie alle quali è possibile in modo significativo ridurre il trauma dei tessuti interessati e il sanguinamento durante l’esecuzione dell’intervento. La modalità mininvasiva permessa dall’utilizzo del robot consente anche di ridurre di molto il dolore post operatorio, la degenza e la convalescenza e permette al paziente di tornare in tempi stretti ai ritmi della sua vita quotidiana.

L’utilizzo del robot in urologia consente di intervenire con una maggiore precisione del gesto, grazie al fatto che si opera potendo disporre di una visione dell’area di intervento ingrandita di 10 volte rispetto a quanto viene percepito e trasmesso dall’occhio umano. Il campo di intervento viene trasmesso su uno schermo full HD che riproduce immagini ad altissima risoluzione e in 3D. Grazie a questo sistema ottico altamente tecnologico, il chirurgo è in grado di individuare e distinguere anche le strutture anatomiche più piccole. Ciò consente di preservare i nervi e le strutture, riducendo in modo sensibile il rischio di eventuali complicazioni che potrebbero generarsi a seguito dell’esecuzione dell’intervento.

I principali vantaggi della chirurgia robotica, rispetto alla chirugia a cielo aperto includono: la minor perdita di sangue durante l’intervento chirurgico, meno danni a pelle, muscoli e tessuti, tempi di recupero più brevi e meno dolorosi, minor rischio di infezione, cicatrici più piccole e quindi meno visibili. Rispetto chirurgia laparoscopica, la robotica permette al chirurgo di vedere il campo operatorio in 3D rispetto alla 2D e dà una libertà di movimento in tutte le direzioni dello spazio, che consentono di eseguire in modo più preciso tecniche delicate. Come con qualsiasi intervento chirurgico, ci sono dei rischi dovuti all’anestesia generale e alle infezioni, anche se, essendo meno invasiva, sono inferiori rispetto alle altre tecniche.

Nella robotica, il chirurgo, a partire da una postazione informatica, dirige i movimenti del robot, che è dotato di tutti gli strumenti necessari per eseguire l’intervento. Lo specialista pratica delle piccole incisioni per introdurre gli strumenti nel corpo e l’endoscopio, un tubo fine dotato di telecamera. Ciò permette al chirurgo di vedere immagini in 3D dell’interno del corpo del paziente e di portare a termine l’intervento. Il robot imita i movimenti della mano dello specialista per eseguire l’operazione.

Questo tipo di chirurgia può essere eseguita in diversi procedimenti che riguardano l’artoplastica dell’anca e del ginocchio, ma anche il trapianto di rene. La robotica inoltre è impiegata con successo per interventi su vari organi interni: nella riparazione di valvole cardiache, asportazione di tumori in fegato, polmoni, stomaco, colon, pancreas, creazione di un bypass gastrico, in ginecologia nel trattamento dell’endometriosi, isterectomia, chiusura della tube o in urologia, nei tumori della vescica e prostata (prostectomia radicale).

MIVAT – chirurgia della tiroide

La MIVAT (Minimally Invasive Video-assisted Thyroidectomy) è una tecnica chirurgica mini-invasiva utilizzata per l’asportazione della tiroide. Offre risultati sovrapponibili alla chirurgia tradizionale, presentando lo stesso tasso di complicanze, seppur rare: l’impatto estetico, ad ogni modo, è minore. Prevede l’esecuzione di una piccola incisione di massimo 3 cm per l’inserimento della videocamera chirurgica e degli strumenti. La bassa invasività della MIVAT consente, in alcuni casi, l’esecuzione dell’intervento in anestesia locale. Il recupero post-operatorio (in media un paio di giorni) è esattamente sovrapponibile a quello della tecnica standard. Il paziente si alza, si alimenta normalmente e teoricamente potrebbe essere dimesso già dal giorno successivo all’intervento.

La MIVAT è un’evoluzione della tecnica tradizionale, che prevede:

– Una microincisione nella parte anteriore del collo;

– L’inserimento di un endoscopio con telecamera, collegato a un monitor;

-L’utilizzo di strumenti microchirurgici per l’asportazione.

Il successo di questa tecnica risiede nell’invasività decisamente inferiore rispetto alla chirurgia tradizionale, che permette, inoltre, una precisione microchirurgica maggiore, agevolando l’identificazione e l’isolamento:

Del nervo laringeo inferiore, utile per la fonazione e la deglutizione;

Delle paratiroidi, piccole ghiandole che regolano i livelli di calcio nel nostro organismo.

Considerando che il trauma è molto ridotto, questo intervento si presta ad essere eseguito anche in anestesia locale con blocco cervicale. La videolaparoscopia ha l’obbiettivo di raggiungere i risultati della chirurgia tradizionale attraverso accessi mininvasivi, riducendo quindi l’invasività dell’atto chirurgico e migliorando il recupero funzionale ed estetico oltre a ridurre il dolore post operatorio.

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