Nei guai amministratore giudiziario, intascava denaro dei boss

Nuovi guai per Maurizio Lipani, noto commercialista attualmente agli arresti domiciliari, e per la moglie Maria Teresa Leuci. Il provvedimento di sequestro preventivo riguarda denaro, quote di società, mobili e immobili per un valore di oltre 600 mila euro (il sequestro complessivo riguarda la cifra di un milione 270.669,79 euro). 

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Il commercialista palermitano Maurizio Lipani era considerato un professionista esperto e fidato, per questo sin dal 2012 gli erano stati affidati diversi beni sequestrati ai boss. La procura di Palermo e la Dia hanno scoperto che faceva scempio di quei patrimoni. Prelevava delle cospicue somme dai conti in banca e pagava un collaboratore molto particolare, sua moglie, Maria Teresa Leuci. Senza alcuna autorizzazione della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo. Ora, scatta un sequestro di beni per Lipani, che a luglio è stato condannato per peculato a 5 anni e 4 mesi; sua moglie, a due. Il gip di Palermo Claudia Rosini ha convalidato il sequestro in via d’urgenza disposto dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Claudia Ferrari: riguarda beni per 600 mila euro.

La Direzione investigativa antimafia di Trapani ha sequestrato un’imbarcazione del valore di 89 mila euro, una Range Rover Evoque, poi quote societarie e di immobili. Altri beni vengono ricercati. Perché il sequestro complessivo riguarda la cifra di un milione 270.669,79 euro, tanto Lipani avrebbe trafugato da diverse amministrazioni giudiziarie.

 

Il 14 ottobre dell’anno scorso, il commercialista era finito agli arresti domiciliari. Gli erano stati sequestrati 650 mila euro, altri soldi sottratti ad un’amministrazione giudiziaria. Interrogato dai magistrati, Lipani confessò: “Sono pentito di quello che ho fatto, ho rovinato per sempre la mia vita”. E indicò alcuni patrimoni che aveva saccheggiato.

Come amministratore giudiziario aveva gestito patrimoni sequestrati a boss e imprenditori a Trapani, a Palermo, ma anche a Reggio Calabria, dove la sezione Misure di prevenzione del tribunale gli aveva affidato i beni sequestrati all’ex deputato e armatore Amedeo Matacena.

Ma come è potuto accadere tutto questo? Possibile che in tanti anni nessuno abbia controllato? Lipani ha raccontato: “Fui uno dei primi a entrare in polemica con la dottoressa Saguto (l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione di Palermo condannata di recente per la gestione dei beni sequestrati – ndr) per questo cominciai ad essere escluso da alcuni incarchi”. Poi, il commercialista ha sostenuto di avere avuto delle difficoltà nel lavoro con i tribunali: “I ritardi negli incassi delle parcelle, ma anche le ingenti spese di gestione cominciarono a crearmi un gravissimo stato di ansia — ha messo a verbale — sono finito in cura, assumevo pure dei farmaci”. Lipari ha spiegato che negli ultimi tempi aveva provato a restituire le somme. Ma non è accaduto. E adesso si dice pentito.

Fonte: www.repubblica.it

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