Marsala, l’estate dell’immondizia

rsu-isola-econologica-porto-marsalaPasserà alla storia come l’estate dell’immondizia e dell’inefficienza del Governo regionale che, di fronte ad una così grave “crisi” non riesce a trovare soluzioni idonee allo smaltimento dio rifiuti. Enormi, da un capo all’altro dell’Isola, sono le difficoltà a causa del funzionamento a singhiozzo delle discariche autorizzate allo smaltimento dell’RSU. Capita che i camion, dopo ore snervanti di attesa, talvolta persino giorni trascorsi in coda, vengono dirottati nei comuni di provenienza senza aver smaltito il carico. Marsala seppure la situazione è quasi sotto controllo risente di tale incertezza. Le discariche, nella logica i poter accontentare tutti, hanno drasticamente diminuito il quantitativo di indifferenziata da smaltire. Ed ecco che la raccolta dei rifiuti entra in crisi, i sacchetti iniziano ad abbondare ai margini delle strade con gravi conseguenze di natura igienico-sanitario, per non parlare poi della puzza nauseabonda che invade, rendendola irrespirabile, l’aria.

Montano le proteste dei cittadini, che come spesso accade, vengono indirizzate a chi non ha colpe, quali gli operatori che giornalmente, o quasi, sono in servizio. Quelle che erano le isole ecologiche si sono ben presto trasformate in vere e proprie discariche a cielo aperto. L’affluenza di cittadini in queste aree è talmente cresciuta da far richiedere l’intervento della Polizia Municipale per evitare disordini ed accertare, previa ispezione, se quanto entri in discarica è stato opportunamente differenziato. Per chi sbagli l’invito bonario a riportarsi a casa l’immondizia e per chi insiste una salata multa per non essersi attenuto scrupolosamente alle direttive del Comune. Nelle ultime notti, tanto per peggiorare la drammatica situazione, ignoti incendiano l’isola ecologica di Amabilina. Fiamme e fumi altamente inquinanti hanno impegnato per ben tre notti, solo nell’ultima settimana, i vigili del fuoco del distaccamento di Marsala nelle operazioni di spegnimento.

In città, intanto, infuriano le proteste dei cittadini che oltre ad aver ricevuto la Tari maggiorata dell’8%, dubbia decisione dell’Amministrazione Comunale votata positivamente dal Consiglio Comunale, vedono che la città è sempre più sporca e meno attraente. Altro che velleità turistiche per una città che ha pure l’assessorato al decoro urbano, qui si è vicini all’indecenza: una cappa di cattivo odore aleggia sul centro storico a causa dei liquami che spesso e volentieri fuoriescono dai sacchetti dell’organico e impregnano asfalto e basolato a cui si aggiunge l’agre odoro che proviene dalla fognatura, soprattutto nella via Diaz, per non parlare degli insetti e dei topi che in questo contesto hanno trovato il loro naturale habitat. Chissà a quando risale l’ultima disinfestazione e derattizzazione di Marsala. Per cui i cittadini che pagano le tasse, alquanto salate per i servizi ottenuti, non hanno tutti i torti di lamentarsi a Marsala

Che serve differenziare quando l’Isola non è in grado di smaltire i rifiuti e si ipotizzano voli “pindarici” come il trasporto all’estero dell’indifferenziata. Come se la popolazione non fosse abbastanza martoriata dal peso della TARI. “Il toro va preso per le corna…” e come tale il problema andrebbe affrontato e risolto subito ed in luogo. Occorre individuare, subito, nuove aree, una per ogni provincia, per le discariche dell’RSU in modo da far rientrare l’emergenza; puntare subito dopo sull’aumento della differenziata in modo che diventi sempre meno copioso il problema dell’indifferenziata da smaltire. Contemporaneamente si potrebbe iniziare a pensare come trarre un vantaggio economico reale dai rifiuti dando la possibilità ai cittadini di rientrare sul caro costo dei rifiuti, il pagamento della Tari.

Si potrebbe dare alle ex province, alias i nuovi Consorzi di Comuni, la possibilità di creare delle aree provinciali per lo smaltimento dell’organico, il cosiddetto umido, in gas (bio energia) e in fertilizzanti la parte solida. E poi, se volessero proprio sbalordire gli elettori un paio di termo-valorizzatori di ultima generazione a basso impatto ambientale. Basta poco, volontà politica permettente, per trovare le soluzioni idonee. E, se il presidente Crocetta, è ancora di quelli dell’antimafia, dando la gestione controllata delle discariche a soggetti economici misti (Pubblico e Privato), potrebbe tarpare le ali all’ecomafia da subito. Nel resto dell’Italia la differenziata, oltre che per ridurre al minimo l’inquinamento del Pianeta, si fa per abbattere i costi di raccolta e smaltimento dell’immondizia. Il ritorno economico della vendita di quanto è possibile riciclare e/o trasformare, oltre a dare occupazione al territorio, diminuisce i costi di gestione dei rifiuti solidi urbani. Cosa che non avviene in Sicilia!

Chissà perchè in Sicilia, chi arriva nella fantomatica stanza dei bottoni, sembra che si rincretinisca,  allarga le braccia…. e lascia che tutto va per come è andato. La manna dal cielo non cade da più di 2000 anni, i nostri pubblici amministratori lo sanno? Nel dubbio sarebbe il caso di di farglielo capire… “qui nessuno è fesso”!

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