Marsala, lavori di pubblica utilità per i percettori del reddito di cittadinanza: un passo avanti o due indietro?

Il lavoro nobilita l’uomo, lo fortifica e lo rende libero… ma scambiare una misura nata per contrastare la povertà (il reddito di cittadinanza) in opportunità lavorativa è tutt’altra cosa, ancor peggio se si impiegano gli strumenti dell’assistenzialismo per creare nuove sacche di “precari”.

Il consigliere Aldo Fulvio Rodriquez del Movimento 5 Stelle esprime compiacimento per la recente approvazione, in seno al Consiglio Comunale di Marsala, dell’Atto di indirizzo che invita l’Amministrazione Comunale ad impiegare gratuitamente i beneficiari del reddito di cittadinanza in progetti di pubblica utilità (P.U.C.).

Il reddito di cittadinanza era nato con ben altri scopi, traghettare i disoccupati dal limbo dei non occupati o tutt’al più dal lavoro nero, all’occupazione stabile e a norma di legge.

Il consiglio comunale, tenutosi il 6 novembre 2019, ha approvato all’unanimità (17 voti favorevoli su 17 presenti in aula) un Atto di Indirizzo proposto da Aldo Fulvio Rodriquez del Movimento 5 Stelle, riguardante l’impiego di beneficiari del reddito di cittadinanza in progetti di pubblica utilità (P.U.C.).

In aula consiliare, Rodriquez ha invitato l’Amministrazione affinché si attivi per porre in essere ciò che viene espressamente previsto dall’articolo 4 comma 15 del decreto legge nr 4 del 28 gennaio 2019, convertito nella legge nr. 26 del 28 marzo 2019. Con tale documento l’Amministrazione Comunale si dovrà attivare, nel più breve tempo possibile, le procedure necessarie affinché, tutti i beneficiari del reddito di cittadinanza, in possesso dei requisiti necessari, possano prestare il loro tempo per conto del Comune, consentendo in tal modo all’Ente  di usufruire di forza lavoro, a costo zero, da impiegare per i servizi ad oggi carenti di personale od affidati all’esterno.

Il consigliere Aldo Fulvio Rodriquez, soddisfatto dal voto espresso dal Consiglio Comunale, auspica che a Marsala si possa presto raggiungere un doppio traguardo: far lavorare i percettori del Rdc per venire incontro alle esigenze di forza lavoro a costo zero per i Comuni e consentire agli stessi di riacquistare la dignità attraverso un’offerta lavorativa, dimostrando la propria utilità sociale seppure destinatari  di una misura nata per contrastare la povertà.

Punti di vista… perchè la misura era nata come incentivo per far nascere rapporti di lavoro duraturi con il progressivo passaggio dal reddito di cittadinanza allo stipendio vero e proprio. Dall’assistenzialismo”cieco” ora si passa a quello ancor più “bieco”, creare sacche di lavoratori “pseudo” socialmente utili, da prorogare a tempo indeterminato. Non è alimentando la fame dei poveri che un Paese cresce.

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