In fase di studio a Marsala il progetto “E-democracy”, favorirà la democrazia partecipata

PRESTO AL COMUNE DI MARSALA UNA PIATTAFORMA DIGITALE PER LA PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA

Sta per essere avviato, a Marsala, il. Progetto E-democracy, un sistema che avvicinerà il Comune ai Cittadini, permettendo a quest’ultimi di interagire con i rappresentanti dell’Istituzione nei processi decisionali. Una sorta di Città all’avanguardia con una politica amministrativa partecipata. In poche parole una democrazia digitale, sinonimo di democrazia elettronica, e sinonimo di e-democracy (contrazione inglese di Electronic Democracy).

Il metodo “digitale” su cui si basa la democrazia diretta in cui vengono utilizzate le moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) da parte degli attori democratici (amministratori, cittadini, associazioni, enti pubblici e privati) nell’ambito dei processi politici e di governo di comunità locali, nazionali e internazionali. Le-democracy è entrata nel dibattito pubblico già con lo sviluppo della rete. La trasformazione della democrazia rappresentativa e la necessità di trovare nuovi spazi di partecipazione hanno costituito una nuova spinta verso l’uso di piattaforme digitali di partecipazione democratica.

La piattaforma permetterà all’Amministrazione di comporre una proposta all’interno di una guida descrittiva con tutte le caratteristiche necessarie (cosa si decide, chi può partecipare, come si decide, promotore, data inizio, data fine, etc.). Ogni proposta, sulla quale potranno essere organizzati anche incontri virtuali, potrà essere associata a un’area di dibattito online (forum) presidiata da un moderatore all’interno del quale potrà essere gestito uno scambio di opinioni sulla proposta pubblicata.

L’Amministrazione Comunale di Marsala  sta lavorando per stabilire un patto sociale con i cittadini, il mondo produttivo e il terzo settore. In tale direzione i processi di e-democracy, attraverso l’uso di piattaforme digitali, ci consentiranno di meglio interagire con la Comunità marsalese per favorirne la partecipazione ai nostri processi decisionali. Bisogna precisare che la politica non intende abdicare al suo ruolo ma vuole rendere partecipe con l’ascolto la comunità locale.

Per ogni proposta potrà essere gestito un questionario e una votazione che permetteranno di raccogliere pareri e consensi rispetto alla proposta stessa. La proposta potrà essere associata una serie di stati (in definizione, in votazione, approvata, respinta, etc.) e ai risultati di votazione ottenuti. I cittadini, attraverso la trasmissione di un procedimento telematico, potranno presentare all’Amministrazione suggerimenti in merito a nuove proposte da indire.

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Commenti

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    Vito Reina 3 anni

    “Il M5S FA SCUOLA” La democrazia partecipata viene stabilita dalla Legge Regionale N.55 del 2014, varata a cura del gruppo consiliare dei Deputati Regionali del M5S. In forza della legge i Comuni siciliani sono obbligati a destinare il 2% dei trasferimenti regionali a forme di democrazia partecipata, vale a dire che sono costretti a chiamare in ballo i cittadini, invitandoli a scegliere quali attività mettere in atto per migliorare la qualità di vita delle rispettive città. Ovviamente onore all’Amministrazione Marsalese che intende realizzarla ascoltando e rendendo partecipe la comunità locale Marsalese attraverso l’uso di piattaforme digitali ed incontri virtuali associati ad un’area di dibattito tipo forum, anche se a mio avviso gli incontri digitali sulle piattaforme non sono sufficienti. Per iniziare e rendere interessanti gli incontri occorrono almeno inizialmente spazi fisici ed alcuni elementi di base che elenco : 1)Prima di tutto, non avere già fatto tutte le scelte. Sembra banale, ma la realtà è che spesso ci si trova vincolati da modalità di finanziamento che obbligano a tempistiche talmente rapide da non avere tempo per la partecipazione – 2)Il secondo elemento, molto importante, è organizzare gli spazi giusti da utilizzare – 3)Bisogna individuare ambienti fisici in cui le persone possano essere coinvolte ed abbiano desiderio di parlare, anche quelle che non sono abituate a farlo – 4)Bisogna fare tanti incontri, farli con persone diverse, mettere ognuno a proprio agio, spesso andare a cercare i propri interlocutori sul territorio magari organizzando eventi speciali nelle aree in cui i cittadini vivono – 5)Poi bisogna dare coerenza a tutti questi incontri e riuscire a produrre da tante idee diverse un progetto coerente. Da una parte tutto questo processo comporta un grande impegno, anche in termini di tempo; dall’altra, dopo un certo periodo di confronto, bisogna anche concretizzare i risultati – 6)Vedere realizzate le proprie istanze servirebbe a dare al cittadino una grande iniezione di fiducia sull’azione amministrativa e sull’utilità dei processi di partecipazione. Pertanto occorre prima pianificare nel dettaglio come realizzare concretamente la democrazia partecipata e successivamente procedere agli incontri. Senza questi preventivi presupposti rimarrebbe solo una proposta encomiabile e rimasta scritta. Nella certezza e speranza che vengano superati tutti gli step sopra descritti, rimango fiducioso affinché i cittadini attraverso i procedimenti telematici citati, potranno presentare all’Amministrazione suggerimenti in merito a nuove proposte da indire.

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