Giro d’Italia

A Roma si è impantanata la riforma delle intercettazioni del ministro Andrea Orlando. Ma potrebbe riuscire dalla mota e tornare argomento di dibattito, anche per stornare l’attenzione dalla legge- truffa elettorale. Se, per ipotesi, dovesse essere approvata la proposta – Orlando sulle intercettazioni, sarebbe vietata la trascrizione integrale delle conversazioni nelle richieste dei pm e nelle ordinanze dei tribunali.

Vediamo cosa sarebbe successo in Italia se questa proposta fosse diventata norma prima che l’ex presidente del consiglio, Matteo Renzi, telefonasse a suo padre per consigliarlo su quello che doveva dire o non dire ai magistrati, essendo stato il padre inquisito per traffico di influenze illecite. Dalle trascrizioni virgolettate si evince un Matteo Renzi che dice una cosa in pubblico e un altro Matteo Renzi che dice cose diverse in privato.

Se la proposta Orlando fosse stata già legge, la polizia giudiziaria avrebbe dovuto fare il riassunto di quella telefonata. A seconda del redattore del riassunto, la telefonata avrebbe potuto essere così sintetizzata:

  1. Il figlio suggerisce al padre di dire la verità.
  2. Il figlio suggerisce al padre il comportamento da adottare per sviare le indagini ed escludere dall’affare la madre.

Mentre la trascrizione integrale della conversazione, se fatta correttamente, apre uno spaccato interessante per la pubblica opinione, e se errore ci fosse nel virgolettato, potrebbe essere facilmente smascherato dall’ascolto dell’audio.

In provincia di Trapani il deputato regionale Paolo Ruggirello  ha deciso di ricandidarsi all’Ars “per ultimare le iniziative intraprese”. Tra le iniziative intraprese, e per fortuna non approvate dall’Assemblea regionale, ci sono due tentativi di camuffare una sanatoria dell’abusivismo edilizio costiero sotto titoli che richiamano il riordino delle coste.

L’avv. Stefano Pellegrino, diventato deputato regionale il 14 giugno scorso, in sostituzione del dimissionario Girolamo Fazio, tenta il ritorno all’Ars nelle prossime regionali. Da quando è diventato deputato a oggi ha presentato due interrogazioni in aula, una sugli interventi di bonifica ambientale nella Valle del Belice e una sui danni della siccità.

Tenuto conto che ogni deputato all’Ars guadagna 11.780 euro netti al mese, più rimborsi e diarie, si può calcolare che ciascuna delle due interrogazioni presentate dall’on. Stefano Pellegrino ci è costata circa 20.000 euro. Le interrogazioni ancora non hanno avuto risposta.

 

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