Coronavirus, 17.660 contagiati e 1266 morti: i numeri che preoccupano l’Italia

2.116 contagi e 250 morti nelle ultime 24 ore in Italia, il coronavirus si diffonde da nord a sud. Decisiva la prossima settimana. Si prospettano altre misure restrittive.

Più di 2 mila malati in 24 ore. A dare conto dei nuovi contagi è la Protezione Civile nel punto quotidiano sull’emergenza Covid-19 che in Italia vede crescere i pazienti positivi a 14.955 (+2.116 rispetto a ieri). I nuovi decessi sono 250, per un totale di 1.266. I guariti e dimessi sono 1.439 Totali (+181 rispetto a ieri). In totale sono 17.660 i casi di contagio registrati nel Paese dall’inizio dell’epidemia. I ricoverati in terapia intensiva per coronavirus sono 1328 e 7426 i ricoverati con sintomi. Ad oggi 6.201 persone si trovano in isolamento domiciliare fiduciario. Nel giro di una ventina di giorni l’Italia supera così la soglia dei 10 mila contagi, senza registrare rallentamenti significativi in Lombardia, focolaio dell’epidemia.

Dispnea e febbre restano i sintomi più diffusi nei casi più gravi. Ma se siamo ancora nel pieno dell’emergenza è in parte perché l’abbiamo sottostimata. “E’ verosimile aspettarci casi in questo weekend in parte come effetto dei comportamenti assunti lo scorso fine settimana. – ha proseguito Brusaferro – L’incubazione è tra 4 e 7 giorni: abbiamo visto folle assembrate al mare o in stazioni sciistiche o in mega aperitivi, luoghi dove probabilmente il virus ha circolato. Una parte di quelle persone nei prossimi giorni probabilmente mostrerà una sintomatologia. E’ un’ipotesi, vedremo le curve, speriamo di essere smentiti dai fatti”. L’importante ora è attenersi alle misure di contenimento, che di giorno in giorno vengono riviste alla luce delle curve statistiche legate al coronavirus. “Troppo presto per vedere risultati – concorda il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco – bisognerà attendere due settimane per vedere i risultati delle misure restrittive”.

“Il coronavirus è una bestia che ci ha invaso e ci terrà compagnia per un periodo non breve. La mobilitazione di tutti è fondamentale perché questo periodo venga accorciato – ha detto Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, a ”Circo Massimo” su Radio Capital. “Chiudere tutto? Alcune considerazioni dipendono da competenze diverse dalle mie – ha risposto – La mia impressione è che quello che è stato fatto finora è importante”. Su quando sarà possibile capire gli effetti delle misure restrittive messe in campo dal Governo, Galli risponde: “Mi pesa dirlo, ma direi ottimisticamente due settimane”. Insomma, bisogna stare in casa e pazientare perché si vedano i risultati del contenimento e perché il sistema ospedaliero – reparti di terapia intensiva per primi – non collassi.

 

 

Fonte: www.repubblica.it

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