Bravo… Luigi Vinci molla tutto, le logiche “assistenzialistiche” in cui orbita lo sport marsalese non fanno per te

I continui ritardi nel rendere agibile la tribuna dello Stadio hanno fatto spazientire Luigi Vinci, che vuole andare fino in fondo con le sue dimissioni

vinci_luigi-imprenditore-presidente-marsala-calcio-marsalanewsFai bene Luigi Vinci a mollare tutto. L’imprenditoria è una cosa… seria, lo sport a Marsala, purtroppo, è tutt’altra. A differenza di altre realtà qui i due settori, sport ed economia, si dividono e vanno avanti su binari paralleli, mentre gli sportivi continuano ad interrogarsi perchè a 30 chilometri di distanza giochi la serie B e a 120 la categoria superiore.

Fin da ragazzo, pur non essendo un tifoso del Marsala Calcio, ricordo che ogni anno si finiva il campionato sulla lama del rasoio o per motivi legati alla retrocessione o per motivi economici, talvolta anche per entrambi i motivi. Poche volte questa città, per sua natura fredda ed apatica fin nell’anima, ha esultato per lo sport.

Alla vigilia di ogni campionato si costruiscono assetti societari, si radunano i ragazzi più “in gamba” del circondario,  si fanno proclami per scalare la vetta del campionato e per portare la squadra del cuore nella serie superiore. Ogni campionato che io ricordi è iniziato scintillante sotto i migliori auspici: ritiri, conferenze stampa, presentazioni della squadra, amichevoli di “lusso”, un inio antiti a fine anno calcistico. Nessun riferimento all’attuale gestione e/o alle precedenti.

Quest’anno il malumore è arrivato prima, rispetto agli anni passati; ma non sono i “piagnistei sterili” del Presidente che lamenta la mancata realizzazione della tribuna coperta dello Stadio Angotta a colpirmi; ma il ripetersi di una commedia che ben conosciamo. Il tira e molla con le Istituzioni. Io “faccio” la squadra e tu mi “dai”… io ti “do” e tu “farai”.  Qualche promessa, una pacca sulla spalla ed una stretta di mano ed il “gioco” era fatto. Pardon il “giocattolo” è pronto per far divertire tutti: dal presidente alla cordata di piccoli investitori, dall’allenatore alla rosa dei giocatori, dai tifosi ai sportivi. Se, strada facendo qualcosa non andasse bene vi erano sempre le “misure correttive” per un finanziamento extra, per un contributo straordinario per un’opera o un’infrastruttura realizzata.

Per non far dimenticare che la squadra aspettava un “contentino” pubblico vi sono sempre state le lettere di dimissioni di tre tipi: presentazione dimissioni, dimissioni non accettate e ritiro delle dimissioni; poi si alzava il tiro con le conferenze stampa, le trasmissioni in tv e in radio, le rimostranze delle tifoserie. E, se la “barca” affonda spuntava quasi sempre il capo espiatore su cui far ricadere tutte le colpe; ma di solito non si arriva mai a tanto. Basta intavolare una buona azione di pacificazione tra squadra e supporter al seguito ed i rappresentanti delle Istituzioni e l’accordo si raggiunge quasi sempre, mediante l’assistenzialismo pubblico. Il denaro è come lo zucchero… non guasta mai

Luigi Vinci, imprenditore che viene dalla gavetta, uomo che si è costruito da solo un piccolo “impero” economico  non immaginava che quello del Presidente del Marsala Calcio fosse un ruolo molto difficile. Lui ragiona da imprenditore e non da politico, tanto meno da “faccendiere” sportivo. E, con la politica, chi vuole fare sport in questa città deve saperci navigare, deve essere un faccendiere molto scaltro, oppure rischia di “affogare” nei meandri della burocrazia. E, cosa assai peggiore il Pesidente è l’unico “fesso” del sodalizio che deve rispondere dei debiti anche col capitale proprio. Quando Vinci decise di investire sul Marsala Calcio sicuramente pensava che gli impegni assunti con le Istituzioni pubbliche venissero mantenuti in toto; ma così non è stato. I continui ritardi nel rendere agibile la tribuna dello Stadio Lombardo Angotta hanno fatto spazientire Luigi Vinci, fino al punto di volere andare fino in fondo con le sue dimissioni.

Il “copione” si ripete, cambiano gli attori ma è sempre la stessa solfa. Gli imprenditori, i grandi capitani delle imprese, quelli che fatturano milioni di euro e che portano in nome della città a spasso per il mondo lo sanno bene e non si avvicinano  minimamente alla Società. E, se preferiscono spendere fior di decine di migliaia di euro per cartelloni a San Siro e per le grandi città, piuttosto  che investire sulla squadra della città, un motivo dovrà pur esserci. La storia di questa squadra,purtroppo, è costellata più da insuccessi che successi e giungono all’opinione  pubblica più le polemiche fuori campo che per lo spettacolo offerto sul manto erboso. Luigi Vinci è l’ennesima vittima di un sistema “sportivo” di bassa lega che ha avuto il sopravvento sui nobili ideali sportivi. E, mentre vediamo che nelle città limitrofe cresce e progredire lo sport a Marsala si assiste, impotenti, anno dopo anno al più eclatante degrado di società, squadre e sodalizi attorno ai quali hanno orbitato tuttologi, maghi del pallone e squattrinati.

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