Uccisa, forse, con un machete la giovane coppia di Mazara 2

Coppia-uccisa-a-Mazara-Angelo-Cannavò-Rita-DecinaNon sarebbe stato un semplice coltello da cucina ma uno di dimensioni decisamente più grandi, forse anche un machete, l’arma utilizzata per uccidere la giovane coppia trovata sgozzata venerdì nell’androne della palazzina in cui viveva, alla periferia di Mazara del Vallo. È quanto sarebbe emerso dall’autopsia eseguita ieri a Palermo sui corpi dei mazaresi Angelo Cannavò, di 30 anni, e della compagna Rita Decina di 28 anni. I due, secondo quando accertato dal medico legale, sarebbero morti in pochi minuti: due o tre al massimo, a causa dell’emorragia. Dall’autopsia è anche emerso che la coppia, ritrovata da un condomino tra il piano terra e il piano ammezzato, avrebbe lottato prima di essere uccisa a coltellate e poi sgozzata. Non si sa se a colpire sia stato una o più persone, gli investigatori mantengono, infatti, il massimo riserbo.

Il  movente dell’efferato assassinio dei due giovani è un giallo che, in queste ore, sta portando gli uomini del commissariato di Mazara del Vallo e della squadra mobile di Trapani a vagliare tutte le piste. Le indagini, coordinate dal pm Giulia d’Alessandro della procura di Marsala, proseguono, infatti, senza sosta e non si stanno concentrando nell’unica direzione, la più accreditata, della sfera criminale legata al mondo dello spaccio. La pista della droga è l’ipotesi privilegiata dalla Polizia di Trapani che sta conducendo l’indagine sul duplice omicidio della giovane coppia. Secondo le prime informazioni, Cannavò aveva piccoli precedenti per droga. Un particolare che spinge gli investigatori a concentrarsi sulla pista di un regolamento di conti negli ambienti legati allo spaccio. Per la donna, invece, solo un piccolo precedente per ricettazione.

Mentre si susseguono gli interrogatori dei familiari, dei vicini di casa e di tutte le persone vicine alle vittime, si cerca anche di interpretare il significato delle due lettere scritte su una parete con il sangue da Rita Decina, prima di morire per le coltellate che le sono stare inferte. La donna, a differenza del suo compagno, oltre a essere stata colpita alla gola è stata accoltellata, forse durante un tentativo di fuga, anche alla schiena. Come ultimo atto prima di morire avrebbe scritto sulla parete due lettere che somigliano alla “E” e alla “R” anche se gli investigatori ritengono che “non si esclude che si potrebbe trattare anche di altre lettere dell’alfabeto”.

Molte persone che conoscevano la coppia, la descrive come una coppia tranquilla che si amava e che non dava fastidio a nessuno. Due ragazzi normali che speravano in un futuro migliore e che invece hanno lasciato questo mondo prematuramente. La ragazza, da qualche anno, aveva perso la madre a causa di una grave malattia ed era riuscita a farsi affidare il fratello più piccolo di 9 anni, avuto dalla madre da un’ altra relazione. Quando è avvenuto il duplice omicidio fortunatamente il bambino era al «Boccone del Povero», struttura dove spesso si reca per fare attività con altri bambini. Le prossime ore potrebbero essere decisive per gli investigatori che da ore lavorano su questo caso e che stanno cercando di non tralasciare niente.

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