Turismo enogastronomico, la Sicilia fonte inesauribile di risorse

expo-Template Cluster-biomediterraneo-sicilia-milano-expo-2015-marsalanews1 (1)Cooking class, vendemmia in vigna, oil tour e, da ultimo, percorsi attraverso gli agrumeti; è il nuovo volto del turismo slow, fatto di viaggi alla scoperta di borghi minori, di artigianato ed enogastronomia, vera eccellenza mediterranea. Un turismo ‘fuori stagione’ che vuole valorizzare angoli della Sicilia ancora troppo poco conosciuti. A offrirlo è il progetto del distretto turistico Belice, Selinunte e Sciacca Terme.

La ricettività di questa parte di Sicilia occidentale si è arricchita in questi anni di un’ospitalità rurale di livello e di piccoli hotel e B&B di charme vicini al mare. La principale attrazione resta il parco archeologico di Selinunte, con i suoi templi rivolti verso il mare, ma sono tanti gli angoli da scoprire. Vero fiore all’occhiello l’enogastronomia, grazie a materie prime come il pane nero di Castelvetrano, le olive da tavola e l’olio extravergine Nocellara del Belice, le sarde del litorale, i fichi d’India dei Monti Sicani, le arance di Ribera e tante altre eccellenze del paniere siciliano che alimentano il turismo enogastronomico.

Come spiega Antonio Barone, progettista e direttore esecuzione del progetto per il distretto turistico Belice, Selinunte e Sciacca Terme, “questo è uno dei sette distretti inseriti nel programma della Regione Siciliana, assessorato al Turismo enogastronomico, che, con le sue quattro macro-voci dedicate a orientamento, promozione, innovazione e creazione di iniziative sul territorio, ha sviluppato un sistema integrato di attività”.

“Naturalmente, questo è l’inizio di un percorso – sottolinea – perché effettivamente le attività che può esprimere un distretto sono ben altre. A cominciare dalla capacità di mettere in rete gli operatori di un territorio segmentando tra le varie tipologie di turismo che la zona propone”.

“E’ un territorio molto particolare, ricco – aggiunge Barone – dal punto di vista culturale, ambientale, enogastronomico. Ed è proprio questa varietà e questa ricchezza che ci aiuta a sviluppare un prodotto che sia per tutti. L’abbiamo definito con lo slogan ‘Alla scoperta di una Sicilia’, perché effettivamente questa parte della Sicilia spesso non è conosciuta come altre, ma le opportunità che offre sono veramente interessanti sia per gli operatori professionisti dell’intermediazione sia per il turista finale”.

“Quindi, invitiamo tutti a venirla a visitare, per scoprire una Sicilia un po’ diversa dal solito, in cui la comunità accoglie e sviluppa progetti per il territorio”, assicura.

Fra i percorsi più innovativi proposti, quello alla scoperta di uno dei prodotti simbolo di questa terra: l’arancia. “Come già avviene da tempo per le vie dell’olio e del vino – afferma Giuseppe Pasciuta, presidente del Consorzio di tutela arancia di Ribera Dop (che conta duemila produttori in seimila ettari di territorio, con una produzione di 140 milioni di chili) – abbiamo ideato anche la via della zagara, sui cinque territori agrumicoli siciliani che fanno parte del distretto agrumi di Sicilia”.

“L’idea – chiarisce – è quella di rendere ospitali anche i nostri territori agrumicoli, come già hanno fatto i territori che producono vino e olio. Abbiamo immaginato, quindi, un percorso turistico nel periodo di raccolta degli agrumi, nel caso specifico nell’area delle arance di Ribera Dop, che coinvolge 14 comuni e tutte le aziende che a qualsiasi titolo hanno a che fare con la nostra arancia”.

“Questo significa – osserva – aprire il territorio all’ospitalità turistica nel periodo che va da novembre a maggio, evidenziandone tutte le peculiarità, dalla cosa più semplice che è quella di fare una passeggiata in un agrumeto al piacere di raccogliere le arance e di visitare queste vallate nel periodo della fioritura e posti particolarissimi solitamente fuori dal circuito turistico tradizionale, suggerendo dove è possibile mangiare le nostre arance e le ricette a base di arance. Dunque, in una parola, significa valorizzare questi territori che non hanno mai avuto questo privilegio”.

In questo contesto, si inserisce anche il progetto di incoming turistico Islandsmedfood. Figlio dell’esperienza di Expo 2015, punta a valorizzare la conoscenza diretta della dieta mediterranea, fra cultura e alimentazione sostenibile. Propone un viaggio slow da adattare alle esigenze di un turista curioso e goloso, che vuole apprendere i segreti, entrare in cucina, scoprire le radici della cultura alimentare siciliana.

Testimonial è lo chef Peppe Giuffrè e le proposte partono da Palermo per toccare Ustica e Salina e poi Agrigento e Trapani. Si rivolge a un pubblico di viaggiatori stranieri e italiani e in particolare di foodies e sarà venduto on line in pacchetti attraverso Sicilianjouneys.

“Ci rivolgiamo a un mercato new luxury dei foodie – sostengono i promotori del progetto – seguendo i nuovi trend legati all’alimentazione sana mediterranea e alla riscoperta del paesaggio delle isole minori a partire dai centri storici protetti dall’Unesco. Offriremo con gli chef e gli esperti l’esperienza diretta e il fascino nascosto dei luoghi dove nascono gli alimenti poveri alla base della cultura del bacino del Mediterraneo, teatro di civiltà e di commercio. Storia e civiltà che sopravvivono nei musei e nei siti archeologici, ma pulsano ogni giorni di vita nelle strade e nei mercati”

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