Trovato neonato morto tra i sacchetti di rifiuti

VENEZIA. Sul caso stanno indagando la Procura di Venezia e i carabinieri di San Donà e Mestre. È stata disposta l’autopsia per stabilire se sia stato abbandonato quando era ancora vivo. L’appello dell’Arma: «Chi ha visto o sa qualcosa, chiami il 112»

Due dipendenti di una ditta di trattamento rifiuti di Musile di Piave, nel Veneziano, come ogni giorno stavano setacciando i residui della raccolta differenziata quando all’improvviso si sono bloccati e hanno stentato a credere ai propri occhi. Dal macchinario automatico che apre i sacchetti infatti è emerso un corpicino senza vita di un neonato in avanzato stato di decomposizione. Così, hanno chiamato subito i carabinieri di San Donà.

Le indagini e l’autopsia

Il bimbo aveva ancora un tratto del cordone ombelicale attaccato ma i militari non hanno potuto stabilire né il sesso né la provenienza e la data in cui la madre possa essersi disfatta del neonato. «Nell’azienda — spiega il capitano dei carabinieri Dario Russo — vengono trattati rifiuti della raccolta differenziata provenienti da molte regioni del centro-nord Italia e il lotto che era in lavorazione sarebbero riferibile alla raccolta differenziata di alcuni giorni fa». Alle indagini parteciperanno anche il nucleo investigativo di Mestre e gli esperti del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Parma. Vista la complessità dell’indagine, gli uomini dell’Arma hanno lanciato un appello affinché chiunque abbia visto o sappia qualcosa chiami il 112 per aiutare gli inquirenti. Intanto la procura di Venezia ha disposto l’autopsia per avere più dettagli sulle cause del decesso e per risalire al profilo genetico.

Le reazioni

Silvia Susanna, primo cittadino di Musile, si dice «sconvolta per la notizia» e sottolinea che «al momento non si conoscono le motivazioni che hanno portato ad un simile comportamento». Poi aggiunge: «L’azienda in questione tratta rifiuti che arrivano da diverse zone d’Italia e quindi il piccolo corpicino potrebbe non provenire da Musile e neppure dal sandonatese». Quanto accaduto «deve far riflettere — conclude — soprattutto se legato ad eventuali disagi sociali di cui ancora non siamo a conoscenza».

 

 

fonte: http://www.corriere.it

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