Spiagge e litorali ai comuni. La proposta di legge è di Mimmo Fazio.

Le spiagge rimangono di esclusiva titolarità della Regione ma ai comuni verrà affidato il governo del territorio e la gestione delle concessioni

litorale-spiaggia-decreto-ars-affidamento-comuni-marsalanewsIl deputato Regionale Girolamo Fazio ha presentato un Decreto legge all’Ars per affidare ai comuni la gestione diretta di spiagge e litorali, attraverso una revisione delle norme sul demanio marittimo regionale che rilancia i Piani di Utilizzazione dei comuni. La nuova legge prevede l’affidamento ai comuni la gestione diretta delle spiagge e dei litorali. È la proposta avanzata nel ddl presentato dal deputato regionale Girolamo Fazio, capogruppo del gruppo misto. Il demanio marittimo rimane di esclusiva titolarità della Regione ma ai comuni verrà affidato il governo del territorio e la gestione delle concessioni.

Incardinato Quarta Commissione Ambiente, il DDL su “Revisione della normativa relativa al rilascio delle concessioni di beni demaniali e sull’esercizio diretto delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo” presentato dall’On. Girolamo Fazio. Il disegno di legge apporta modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 novembre 2005, n. 15 recante“Disposizioni sul rilascio delle concessioni di beni demaniali e sull’esercizio diretto delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo” con l’obiettivo di rendere efficace la norma nella parte che riguarda la gestione da parte delle amministrazioni comunali di spiagge, litorali e aree demaniali.

Nonostante la legge sia datata, infatti, ritardi sono stati accumulati dagli uffici regionali e, in particolare, da parte dell’Assessorato regionale del territorio e dell’ambiente, che di fatto non hanno consentito l’attuazione dei cosiddetti “Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo”. Decine di questi piani giacciono inevasi e non ancora approvati presso l’ARTA. Paradossale è che lo stesso ARTA continua a rilasciare le concessioni demaniali che, talvolta, risultano essere in conflitto con i Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM), redatti dai comuni, o con altri strumenti urbanistici previsti dagli enti locali. Accade così che, con evidente contraddizione, la programmazione territoriale risulti frazionata tra due enti, il Comune da un lato e la Regione dall’altro, e che alla virtuosità dei comuni che hanno giudiziosamente ottemperato alla norma regionale con i PUDM non corrisponda altrettanta puntualità dell’ARTA.

«L’elaborazione del ddl – spiega Fazio – trova motivo nella mia esperienza di sindaco di una città costiera, come Trapani, e nelle numerose istanze giuntemi da tanti sindaci che ancor oggi, come me all’epoca, si trovano a doversi confrontare con un governo del loro territorio monco. A causa di una norma del 2005 resa inefficace da gravi ed ormai sedimentati ritardi, i comuni nonostante abbiano presentato come la legge i Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo sono di fatto impossibilitati a gestire spiagge, coste e litorali che pure sono parte integrante di contesti urbani, ricchi di attività economiche e d’impresa, strettamente connessi alla città. Anzi in talune occasioni il Demanio Marittimo Regionale continua a rilasciare concessioni che collidono con la programmazione urbanistica dei comuni. La modifica proposta intende rimuovere i ritardi e restituire ai comuni il governo organico del territorio quindi anche di spiagge e litorali, garantendone nel contempo su di essi la libera fruizione e l’attività d’impresa in concessione».

La norma, di fatto, rimuove di fatto l’inerzia degli uffici regionali restituendo efficacia alla potestà programmatoria dei comuni. Il termine di 60 giorni entro i quali è richiesto un pronunciamento dell’ARTA sull’approvazione dei PUDM prodotti dai comuni appare congruo perché gli stessi PUDM producano effetti attraverso ‘l’operatività anticipata’. La norma inoltre intende, armonizzare il diritto del cittadino all’accesso libero ai beni demaniali con le esigenze delle attività economiche collegate all’uso del mare e, nel contempo, responsabilizzare i comuni alla vigilanza perché non venga mai meno il libero accesso al mare.

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