Si è votato a Trapani niente sorprese. “Il Gattopardo” di Tomasi di Lapedusa “rivive”

Elezioni Amministrative a Trapani, tutto come previsto… “Il Gattopardo” del buon Tomasi di Lampedusa sopravvive… anzi gode ottima salute a Trapani. Forse proprio in quei salotti buoni dell’alta borghesia di una volta, oggi luoghi d’incontro dei nuovi magnati dell’economia locale, ma soprattutto di faccendieri che intrecciano torbidi rapporti con politici compiacenti e imprenditori senza scrupoli, per scremare laudi compensi nella gestione della cosa pubblica.

Nella città del Commissario Cattani de “La Piovra”, oggi ribattezzata la Trapani del Commissario Maltese, in onore all’ultima fiction sulla criminalità organizzata, neanche due scottanti inchieste giudiziarie sono riuscite a scuotere l’elettorato. Si è fatta campagna elettorale in una atmosfera surreale con 2 dei 5 candidati in lizza per la prima poltrona di Trapani colpiti, per motivi diversi fra loro, da provvedimenti giudiziari. Due differenti inchieste, di una certa gravità, hanno scosso l’opinione pubblica, ma non i sostenitori dei candidati di Tonino D’Alì e Mimmo Fazio, che coalizzatesi attorno ai propri beniamini hanno continuato a sostenerli e a battersi per il raggiungimento del traguardo.

Fuori dal rispettivo elettorato dei due candidati “chiacchierati” una parte della città aspettava l’esito delle urne per festeggiare pubblicamente una ventata di cambiamento, da sempre sognata da quella fetta della popolazione che si ostina ad andare controcorrente. Invece non è accaduto nulla di tutto ciò. I due candidati che avrebbero potuto prendere lo slancio non reggono. Ed ecco il clamoroso flop del Movimento 5 Stelle, il cui candidato alla poltrona di primo cittadino Marcello Maltese con i suoi 5.574 voti di preferenza,  raggiunge appena il 4° posto, il penultimo. Pure gli 8.732 voti di Pietro Savona, con cui il PD, conquista l’accesso al ballottaggio (se la deve vedere adesso con Mimmo Fazio in persona), sono da considerarsi una magra vittoria.

Con il clima di caccia alle streghe che si viveva in città ci si aspettavano ben altri numeri da parte di chi sulla legalità ha sempre mosso le masse. Invece così non è stato. Trapani ha votato il suo ex sindaco, riversando su Mimmo Fazio 10.556 consensi, mettendolo sulla corsia preferenziale del ballottaggio. Seppure è arrivato 3°, il senatore Tonino D’Alì con i suoi 7.797 voti conquista una larga fetta della popolazione. E’ sicuramente una grande vittoria personale. Gli sono mancati 936 voti per accedere allo spareggio con Mimmo Fazio.

Il dato significante di queste elezioni amministrative è che i trapanesi non hanno voluto sentire ragioni: hanno votato i loro beniamini senza alcun ripensamento. Neanche il terremoto giudiziario in campagna elettorale sembra averli scalfiti dalle proprie posizioni.  Fazio e D’Alì insieme totalizzano il 55,25% dei consensi validi. In questi ultimi 15 anni sembra non essere cambiato nulla nella politica trapanese. Qui tutto è fermo proprio come a quando i due erano le facce della stessa medaglia, quella di Forza Italia e dello storico 61 a zero, quelle regionali stravinte dalla coalizione di Silvio Berlusconi.

Ebbene a Trapani gli elettori sono molto cauti e, come disse Tancredi ne “Il Gattopardo”: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi»…

Noi non possiamo che aggiungere…. ai posteri l’ardua sentenza

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