Sempre più incerto il futuro di Trapani Birgi, a rischio la permanenza di Ryanair

Quale sarà il futuro dello scalo aereo di Trapani-Birgi? Nessuno, al momento, è in grado di dare una risposta concreta. Di certo vi è la discutibile decisione di Ryanair di penalizzare l’aeroporto trapanese, infatti delle 11 tratte cancellate da Ryanair ben 7 riguardano lo scalo trapanese, per non parlare di una vera e propria riduzione della frequenza dei voli sempre sullo stesso aeroporto e nello steso periodo invernale.

Tutta colpa dei piloti che si sono “ammutinati”? Del resto in un mondo ad economia libera gli irlandesi dovevano capire che il personale alla prima occasione sarebbe scappati. Forse è solo una scusa per celare le vere cause della penalizzazione dello trapanese con l’ingiustificato taglio del 60% dei voli. Una ritorsione di Ryanair per il piano di comarketing che non è stata del tutto onorato? Se così fosse siamo di fronte ad una bassezza che non ha precedenti. In fondo non sarebbe neanche una grande cifra, quella non versata: appena 700 mila euro, a fronte di decine di milioni di euro spillati agli Enti Pubblici del territorio. Per non parlare poi che la compagnia aerea irlandese ha usufruito di un aeroporto a costi irrisori, tant’è che non si giustificano i considerevoli debiti maturati dall’Airgest per la gestione dell’Aerostazione.  Come si suol dire qui si sputa nel piatto in cui si mangia.

“Il mancato rinnovo, da parte della Regione Siciliana e dei comuni dell’area, dell’accordo di co-marketing con il vettore low cost stava già mettendo a rischio lo scalo di Trapani, dove quasi il 90 per cento dei voli viene operato da Ryan Air”, fa notare Bocchino. “Quello che sta succedendo a Trapani Birgi dimostra che affidare un servizio di pubblica utilità come i trasporti interamente al mercato espone a rischi gravissimi, soprattutto quando, come nel caso di Ryan Air, il vettore costruisce la sua competitività sullo sfruttamento indiscriminato dei lavoratori”.

E’ inspiegabile, invece, il silenzio delle Amministrazioni dei 24 comuni del trapanese, della Camera di Commercio e della Regione Siciliana che se ne stano a guardare davanti ai capricci degli amministratori di Ryanair. Sarebbe il caso di fare quattro conti, anche alla carlona, per togliere ogni dubbio sul comportamento anomalo degli irlandesi e se gli stessi hanno mantenuto gli impegni assunti. Inoltre i comuni che hanno pagato in toto per il piano di co-marketing perchè non chiedono il risarcimento delle quote versate e gli eventuali danni arrecati dall’ingiustificato taglio del 60% dei voli?

Altra domanda a cui non vi è risposta.

Sull’altro lato della bilancia pesa come un macigno la decisione di  sospendere 34 rotte aeree (dal 10 novembre a marzo 2018) di cui delle undici che erano italiane sette riguardavano proprio lo scalo di Trapani-Birgi in Sicilia. Il tutto lascia presagire che Ryanair stia facendo armi e bagagli per spiccare il volo su altri lidi tant’è che al drammatico inverno (aeroporto chiuso per un mese per lavori di manutenzione delle piste, taglio del 60% dei voli) si potrebbe prospettare un’estate ancor più desolante con un aeroporto efficiente senza aeromobili. I vertici della compagnia low cost non si sono pronunciati ancora sulla programmazione estiva. Ciò non lascia presupporre nulla di buono.

Non è comunque un problema economico perchè Ryanair ha chiuso il 2016 con un utile record di 1,3 miliardi su 6,6 miliardi di ricavi”, ricorda il senatore Bocchino. “Ora sappiamo che a generare tali dividendi sono stati i lavoratori sfruttati. Ma le istituzioni hanno il dovere di tutelare chi lavora, in particolare in territori come quello di Trapani, dove l’occupazione è un problema enorme”

Il direttore dell’Airgest, Giancarlo Guerrera – Ma purtroppo non abbiamo soluzioni alternative, negli aeroporti secondari, come Trapani Birgi, solo le compagnie low cost hanno interesse a operare”, dichiara. E il turismo rischia di registrare bilanci negativi nei prossimi mesi. ll Senatore Fabrizio Bocchino (Sinistra Italiana), che ci fa notare: “La crisi di Ryan Air sta colpendo in modo gravissimo il territorio di Trapani e rischia di costare il posto di lavoro a migliaia di persone nell’indotto legato all’aeroporto di Birgi”.

 

 

 

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