Processo tentato omicidio di Patrizia Paganelli, il Gup ha chiesto 200 mila euro

Tribunale-marsalaProcesso per il tentato omicidio della giornalista Patrizia Paganelli le parti civili e difesa hanno tirato le loro conclusioni. Imputato, nel processo che si sta svolgendo col rito abbreviato è il 69enne marsalese Francesco Lo Grasso, ritenuto il responsabile del tentato omicidio della donna.

Motivo scatenante della feroce aggressione sarebbe stata una disputa sul diritto a parcheggiare l’auto in uno spiazzo accanto le rispettive abitazioni. Paganelli e Lo Grasso sono, infatti, vicini di casa. Dopo il fatto, Lo Grasso fu posto agli arresti domiciliari in un’abitazione diversa e lontana dalla sua. Ciò per evitare ogni contatto con la Paganelli, alla quale i medici del Pronto soccorso dell’ospedale “Borsellino” diagnosticarono ferite giudicate guaribili in almeno 30 giorni. Dopo l’aggressione fu la stessa giornalista a raccontare, su facebook, l’accaduto. “Oggi hanno tentato di uccidermi – scrisse – otto colpi in testa con una spranga di ferro. Ho urlato disperatamente per chiedere aiuto ma non è uscito nessuno, se non arrivava mio genero a salvarmi sarei morta”.

Davanti al gup Annalisa Amato, le parti civili, rappresentate dagli avvocati Stefano Pellegrino e Salvatore Fratelli, hanno chiesto un risarcimento danni complessivo di 200 mila euro: 100 mila per la Paganelli, 50 mila ciascuno per il marito e il figlio.

A difendere l’imputato sono gli avvocati Paolo Paladino e Angelo Vita. “Abbiamo cercato di chiarire i fatti – dice quest’ultimo – attendiamo fiduciosi la sentenza”. Questa dovrebbe essere emessa il 23 febbraio. Per Lo Grasso, il pm Silvia Facciotti ha chiesto 4 anni e 9 mesi di carcere. Patrizia Paganelli fu ripetutamente colpita alla testa con una spranga. Il fatto è accaduto in contrada Berbaro il 3 agosto 2015.

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