Precari, una nuova proroga… poi: o l’assunzione o il “licenziamento”

Clamoroso, sui precari siciliani la Regione fa come Ponzio Pilato, “si lava le mani”: chiede al Governo l’autorizzazione di un altro anno di proroga e passa la patata bollente agli Enti Locali che, entro un anno, dovranno assumere i precari provvedendo alla loro stabilizzazione. Dopo circa 30 anni di sfruttamento del lavoro nero “semi-legalizzato” la montagna ha partorito il topolino. Ieri sera, dopo un lungo e snervante dibattito, è stata varata la cosiddetta “mini-finanziaria”  che prevede la “sistemazione” dei precari entro il 31 dicembre  2017. Hanno votato  a favore della norma che stabilizza  i precari degli enti locali, della  protezione civile, Irsap, Asp. Esattamente  su 63 votanti 49 hanno votato  sì, mentre 14 si sono astenuti, fra cui tutti i grillini.

“La stabilizzazione dei precari è legge, è il nostro augurio  di fine anno per tutta la fascia del precariato – ha scritto in una nota il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta -. Tutti i precari, gli rmi, ex pip, asu vengono prorogati e soprattutto nei confronti di queste ultime  categorie viene riconosciuto il diritto alle ferie, alla malattia, alla maternità che fino ad oggi non era stato riconosciuto. E’ una grande pagina di  dignità, che abbiamo voluto dare a tutti i lavoratori precari della Sicilia.  Adesso – conclude il presidente – pensiamo ai disoccupati”.

Ha detto bene il Presidente Crocetta dicendo che è il momento di pensare ai disoccupati poiché il loro numero è destinato a crescere enormemente dal primo gennaio 2018 quando i precari di oggi, quasi tutti, andranno ad ingrossare le fila dei disoccupati. Gli Enti Pubblici, specialmente i Comuni siciliani, sono in gran parte sull’orlo del dissesto finanziario. Come potranno mai stabilizzare i precari? Con quali fondi, visto che le casse sono vuote e gli enti pubblici si sono indebitati fino all’inverosimile? E’ possibile che Crocetta ed i suoi “compagni” non sanno che un Ente Pubblico non può assumere, tanto meno bandire concorsi e/o selezioni, senza avere la copertura finanziaria per le unità lavorative che intende assumere?

Gli interrogativi sono d’obbligo, si ha l’impressione che, ancora una volta, si stia giocando con il futuro dei precari. A nessuno importa la loro stabilizzazione al contrario, con questo provvedimento gli onorevoli che siedono a Palazzo dei Normanni hanno avallato il progetto Crocetta: diamo un anno di proroga, loro (i precari) ci voteranno per aver pensato a loro e cosa, assai più importante: se ne stanno buoni buoni, mentre lui ed i suoi amici si organizzano la campagna elettorale. Altro che stabilizzazione, questo provvedimento adottato ieri sera suona una campana a morte  per i precari siciliani che entro il 31 dicembre 2017 si troveranno sicuramente in mezzo ad una strada.

La testata giornalistica blogsicilia, al riguardo del futuro dei precari, sostiene: “In sintesi proroga per tutti fino al 31 dicembre 2018 ma stabilizzazione per pochi. Ai comuni che hanno posti liberi in pianta organica viene fatto obbligo di procedere alla stabilizzazione e i fondi verranno trasferiti dalla Regione. I precari degli enti Locali sono circa 13.500 e con questa norma se ne possono stabilizzare circa 5000 (anche se c’è il rischio che con gli esuberi nelle ex province questa quota scenda a 3700). Due percorsi sono individuati per i restanti otto/novemila. Chi si trova al massimo a 7 anni dall’età pensionabile (attualmente che ha almeno 59 anni) può dimettersi ed ottenere un bonus pari a 5 anni di stipendio. La norma resterà attiva anche nei prossimi anni. Per far questo vengono stanziati 226 milioni e 700 mila euro ma in un ventennio. con una adesione di massa questo riguarderebbe al massimo 3800 persone. Facendo quello che volgarmente viene chiamato il ‘conto della serva’ nella migliore delle ipotesi resterebbero al palo circa 6000 precari degli enti Locali ovvero quelli per i quali i comuni non hanno posto in pianta organica o dei comuni in pre dissesto. Per loro la stabilizzazione è prevista (comma 18bis) nella Resais in un apposito bacino creato ad hoc nella società regionale. Fumose le regole per il loro utilizzo, poi, nei comuni di provenienza visto che la norma parla di utilizzo ‘prioritariamente negli enti di provenienza’”.

E le incognite sul futuro dei precari non finiscono qui. Ieri sera un’altra “vigliaccata” è stata fatta nei confronti di chi lavora da quasi 30 anni, senza alcuna garanzia per l’amministrazione pubblica: l’introduzione di una norma nel testo base, che permette a Comuni, Regione e altri enti pubblici (per esempio Asp e ospedali) di fare nuove assunzioni anche se con contratti a termine, al di là dei precari in lista di attesa. Per Gigi Caracausi e Paolo Montera della Cisl “È stata aggiunta una appendice che di fatto apre a nuove assunzioni con contratti di lavoro flessibile. Contratti che potranno essere sottoscritti dalla Regione, dai Comuni, nella Sanità. Mentre non si riesce a dare un futuro certo alle migliaia di precari che attendono una stabilizzazione da decenni, governo e Ars non possono pensare di creare nuovo precariato”.

Pure il deputato regionale Mimmo Fazio in una nota diramata agli organi d’informazione manifesta le proprie perplessità: “L’approvazione della norma sulla stabilizzazione dei precari – commenta il deputato Girolamo Fazio – non può essere salutata come un successo della classe politica siciliana, men che meno di questa maggioranza. È una norma come il mitologico Giano: bifronte. Se da un lato, forse, avvierà la stabilizzazione dei precari, dall’altro consente agli enti locali di crearne di nuovi e ciò è inaccettabile: moralmente, politicamente, giuridicamente. In pratica – continua Fazio -, questa maggioranza ha messo in piedi un meccanismo che non consentirà di svuotare il bacino del precariato sul quale intere generazioni politiche hanno costruito clientelismo e carriere. Affermare nella norma che “in deroga alle disposizioni sul blocco di nuovi contratti… le amministrazioni interessate possono instaurare rapporti di lavoro flessibile” è tradire lo spirito della legge, ed io non ci sto. La bocciatura da parte della maggioranza dell’emendamento soppressivo, presentato dalle opposizioni, che cancellava quest’aberrazione è la chiave di lettura della vicenda: è l’espressione di una volontà clientelare, reiterata da quanti ne hanno fatto uno stile di vita politica. Tutto questo non mi appartiene – conclude Fazio -. Non ho inteso essere responsabile, né complice di questi politici che hanno promosso e sostenuto questo scempio e che continuano in questo modo ad affossare la Sicilia. Non si può ignorare che molti hanno costruito il loro successo politico sulla pelle di tante persone e intendono continuare a farlo. Immagino già quale sarà il loro impegno e quali conseguenze comporterà a carico dei siciliani onesti e degli stessi precari, utilizzati come grimaldello per forzare l’impianto normativo».

Di parere contrario, al nostro, gli artefici della mini finanzia “salva” precari spacciata per stabilizzazione, ovvero quanti hanno votato ieri sera il provvedimento. “L’approvazione della norma precari, dopo circa 30 anni di incertezze, rappresenta un risultato importante per l’assemblea regionale, perché significa il completamento di un faticoso anno di lavoro, per costruire una struttura in grado di affrontare i diversi problemi”. È questo il commento dell’Onorevole Paolo Ruggirello, alla conclusione dei lavori d’aula che hanno visto l’approvazione del testo sui lavoratori precari. “Nonostante le accuse e le interpretazioni errate che spesso interessano le decisioni della classe politica, la norma è l’espressione di un lavoro faticoso, serio e responsabile che si è portato avanti nel tempo e che dovrebbe mettere da parte le inevitabili debolezze della norma”. – prosegue il deputato trapanese – “Nessuno ha mai nascosto i problemi che sono stati analizzati e affrontati per trovare una soluzione possibile. Ma posso senz’altro dire che la norma approvata e scritta dopo aver girato tutta la Sicilia, indica un percorso che è il più saggiamente ponderato e sostenibile”.

Ieri sera a Palazzo dei Normanni, fatta la norma sui precari in meno di un’ora è stato poi approvato anche l’esercizio provvisorio. I deputati possono ora serenamente pensare a come trascorrere il Capodanno. Per i precari nulla è cambiato… o forse la loro situazione è ulteriormente peggiorata

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