Marsala, rifiuti smaltiti a 265 euro a tonnellata, è tempo di eco-business

Sulla Gazzetta ufficiale di oggi è stato pubblicato il bando della Regione Siciliana per permettere ai cittadini di smaltire rifiuti (l’organico) a livello locale con piccoli impianti producendo compost per uso agricolo, ottenendo in cambio sconti sulla Tari e riducendo i costi di conferimento in discarica dei rifiuti.

Close up of a gardener turning a compost pile with a garden fork.

L’umido, la “miracolosa” frazione della differenziata in cui affluiscono gli scarti organici, alias i resti del cibo, tanto decantata per le sue innumerevoli trasformazioni (dai concimi al metano per trazione e/o riscaldamento) diventa “misteriosamente” una palla al piede per i siciliani, in modo particolare per i marsalesi che il prossimo anno troveranno uno “sgradito” aumento sulla bolletta per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

Da quando la Sicilfert di Marsala ha avuto guai giudiziari, proprio per lo smaltimento – pare non particolarmente accurato – dell’organico che vi confluiva, il costo di smaltimento, a tonnellata (mille chilogrammi), è lievitato da 110 euro a 190, presso un centro del catanese e, da quando è satura pure quella struttura, a 265 euro per essere riciclato in un impianto del nord italia. Il tutto farà quasi triplicare l’addebito in bolletta dei costi che ogni cittadino paga, in toto, in base ai metri quadri ed ai componenti del nucleo familiare residente.

A partire dallo scorso mese di aprile gli impianti di compostaggio regionali non riescono più a smaltire l’organico prodotto nei Comuni siciliani. Pertanto, al fin di evitare ulteriori disservizi e in vista della stagione estiva, è stata effettuata dal settore Servizi Pubblici Locali una ricerca di impianti su tutto il territorio nazionale, trovando la disponibilità di una società che trasporta e
smaltisce i rifiuti presso strutture situate nel nord Italia. E,  già da ieri, il Comune di Marsala, ha iniziato a smaltire l’organico al nord. Il tutto, ovviamente, con un ulteriore aumento dei costi che saranno di 265 euro a tonnellata. Un vero “ladrocinio” per la collettività.

Non si comprende perchè la Regione Sicilia continua ad opporsi allo smaltimento di rifiuti su suolo siciliano quando altre regioni usufruiscono di moderne strutture che permettono di trasformare i rifiuti in “materie prime” per l’industria, l’agricoltura (concimi) e persino per il riscaldamento e/o la trazione (bio gas metano). A chi giova tutto ciò? Sicuramente non ai cittadini che si vedranno raddoppiare la prossima TARI (tassa sui rifiuti). E, poi per quanto attiene lo smaltimento dell’organico è una pratica talmente semplice e, se fatta bene, poco inquinante che può farlo ogni si singolo cittadino che abbia un po di terreno a disposizione.

Oggi, proprio, in Gazzetta ufficiale, è stato pubblicato il bando della Regione Siciliana per permettere ai cittadini di smaltire l’organico a livello locale con piccoli impianti producendo compost per uso agricolo, ottenendo in cambio sconti sulla Tari e riducendo i costi di conferimento in discarica. Il meccanismo virtuoso dell’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon, si basa su un finanziamento di 16 milioni e 104 mila euro di fondi Ue del Po Fesr 2014-2020 per promuovere la diffusione di pratiche di compostaggio domestico e di comunità. Per presentare le istanze ci sono 60 giorni di tempo. Nel bando sono indicate le modalità di partecipazione e i documenti richiesti. A beneficiare delle somme saranno Comuni e Aro (gli ambiti ottimali di Comuni) per promuovere attività di compostaggio di prossimità dei rifiuti organici. Dovrà però essere approvato un apposito regolamento in Consiglio comunale e per agevolare gli enti locali la Regione ha messo a disposizione anche uno schema tipo.

L’iniziativa rientra tra le azioni del governo Musumeci per promuovere il riciclo dei rifiuti con enormi vantaggi dal punto di vista economico e ambientale. Secondo le stime degli uffici, una famiglia di quattro persone può arrivare a produrre oltre 300 kg di umido l’anno, di conseguenza 100 famiglie sia possono fare risparmiare anche fino a 10 mila euro l’anno di costi vari. Nel complesso l’umido rappresenta circa il 40 per cento della parte differenziata dei rifiuti. “Attraverso l’autocompostaggio – spiega l’assessore regionale Alberto Pierobon – si riduce drasticamente l’umido da ritirare, quindi si abbattono i costi di manodopera e di trasporto, si riduce l’inquinamento perché ci sono meno camion in giro per le strade e infine si produce compost agricolo. Il procedimento consente inoltre di beneficiare di uno sgravio sulla Tari” .
L’avviso finanzia in particolare l’acquisto di compostiere per il trattamento della frazione organica e, nella misura del 5 per cento dell’importo complessivo, anche attività di informazione, addestramento e monitoraggio delle attività.

Previsti contributi fino a 350 mila euro per comuni con meno di 5 mila abitanti e fino a un milione e mezzo per i Comuni più grandi con oltre 100 mila abitanti. La cifra stanziata, secondo una prima stima, dovrebbe consentire di intercettare l’8 per cento dell’umido prodotto, aumentando quindi la possibilità di soddisfare la richiesta a livello regionale. A beneficiarne saranno soprattutto i Comuni montani o che hanno problemi logistici, che in questo modo potranno risparmiare sui trasporti e ammortizzare i costi in pochi anni. Il bando si trova all’indirizzo:

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