Marsala, attende più di un’ora l’ambulanza ciclista travolto da auto pirata

Vergogna! In tempi di Covid, tra emergenza sanitaria e cattiva gestione gestione delle risorse, anche un ‘banale” soccorso stradale diventa difficile

In piena crisi covid Marsala subisce, ancora una volta, i disagi dell’ordinaria gestione della sanità pubblica. Come se non bastasse l’ospedale cittadino trasformato in Covid ospitalità, ora pure diventa difficile garantire soccorsi, anche il servizio 118 mostra “carenze”

Da Facebook, pagina di Antonello Parrinello, stimato avvocato del Foro di Marsala, apprendiamo di una drammatica notizia di cronaca e la foto di un incidente verificatosi a Marsala sul lungomare della Spagnola: “un pirata della strada criminale ha investito questo ciclista che vede a terra, scappando e omettendo i soccorsi. La cosa si commenta da sé. Ma vi è di più!!. sia io che tanti altri abbiamo chiamato telefonicamente i soccorsi d’emergenza per più di un ora senza avere nessuna risposta!!!!! Possiamo morire tutti. Un ambulanza è arrivata dopo piú di un’ora… udite udite, da Trapani. Il sinistro è avvenuto sul lungomare di Marsala. Siamo messi molto male”

Non entriamo in merito alla notizia di cronaca, di per se drammatica, ma sull’altrettanto grave, forse ancor di più, ingiustificato ritardo della macchina dei soccorsi. E’ inconcepibile che una ambulanza del servizio 118 giunga sul luogo di un grave  incidente, dopo piú un’ora. Il ciclista marsalese, uno stimato parrucchiere in pensione, é grave, versa in prognosi riservata per un violento trauma cranico ed emorragia cerebrale. Provocati evidentemente dal violento impatto contro l’auto del pirata della strada. Sorge il ragionevole dubbio, comunque, sulle condizioni oggi dello sfortunato ciclista marsalese. Ovvero, l’uomo verserebbe lo stesso in condizioni drammatiche se avesse ricevuto soccorsi tempestivi, piuttosto che giacere sull’asfalto per piú di un’ora?

La domanda nasce spontanea. Del resto non occorrono lauree in medicina, o particolari dottorati, per comprendere che il pronto soccorso, nei casi di infortunistica stradale,  soprattutto in presenza di gravissimi traumi, piú velocemente viene assicurato, maggiori possibilità di sopravvivenza vi sono per le vittime. Piú di un’ora per raggiungere un ciclista sull’asfalto é un lasso di tempo lunghissimo. Inaccettabile. Un ritardo così esagerato non é concepibile in un soccorso stradale o di altro genere che sia. Più di un’ora per raggiungere un grave ferito a terra é disumano, non vi sono attenuanti che tengono.

Seppure viviamo in piena emergenza covid non si possono sottrarre mezzi, risorse e persone al servizio di pubblico soccorso per fronteggiare la crisi in corso. Proprio in questo storico momento dovrebbero essere potenziare le strutture sanitarie, aumentato il numero delle ambulanze e del personale medico. Il caso del ciclista marsalese lasciato per piú di un’ora sull’asfalto é solo uno dei tantissimi altri episodi di “malasanità” che si registrano in questa provincia, come nel resto del Paese, a causa dell’emergenza Covid.

La responsabilità di quanto accaduto non é del personale che era in servizio sull’ambulanza, tantomeno é attribuibile alla distanza da Trapani, e forse neanche della S.E.U.S. Scpa (SICILIA EMERGENZA-URGENZA SANITARIA), la società che gestisce il servizio 118 in Sicilia; bensì del Ministero e dell’assessorato regionale alla salute pubblica che continuano ad essere disorientati e poco efficaci nella gestione della crisi dovuta al covid19. A fronte di poco piú di 1000 positivi in questo territorio si denota di già una sanità pubblica disorientata, che annaspa nella gestione delle risorse. Nel nome della crociata contro il coronavirus – sacrosanta -, si stanno “sacrificando” tutte le altre esigenze sanitarie del territorio. E siamo solo all’inizio di questa brutta stagione, alla vigilia dell’inverno che accentuerà le influenze e le malattie respiratorie (Indebolimento sistema immunitario) che favoriranno la diffusione del virus. Se i vertici politici amministrativi non interverranno tempestivamente con una certosina riorganizzazione della sanità pubblica, si prospettano tempi duri e non solo per il Covid 19.

E’ tempo che ognuno si assuma le proprie responsabilità.

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