Badia Grande, a Custonaci lo sport unisce cuori e speranze
Nella Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, la Cooperativa Sociale Badia Grande ha organizzato un incontro di calcetto tra i minori dei Centri MSNA “Fami 24 Welcome” e gli adulti delle Strutture d’accoglienza “SAI Marsala”, per ricordare chi non c’è più e celebrare la vita chi ha attraversato il Mediterraneo. Quando lo sport diventa un mezzo per favorire l’inclusione

Nel giorno in cui l’Italia si è fermata per commemorare le vittime dell’immigrazione, l’aria a Custonaci è stata diversa, carica di un calore umano fatto di ricordi e solidarietà. Il cuore di questa giornata è stata la manifestazione “Lo sport che unisce”, un evento che ha saputo trasformare la memoria in incontro, la tristezza in partecipazione e la distanza in un abbraccio concreto. Promosso dalla Cooperativa Sociale Badia Grande, l’appuntamento ha trovato la sua cornice ideale nella splendida Baia di Cornino, ai piedi di Monte Cofano. Qui, tra il verde acceso del campo e l’azzurro del mare, i minori dei centri di accoglienza Fami 24 Welcome di Trapani e Salemi e i ragazzi del SAI Marsala, provenienti da Valderice, Paceco, Custonaci, Buseto, Salemi, Alcamo e Vita, si sono ritrovati. Gli impianti sportivi, gentilmente messi a disposizione dall’Acd Custonaci, sono diventati un palcoscenico di integrazione.

Alla cerimonia hanno preso parte le autorità cittadine di Custonaci, tra cui il Sindaco Fabrizio Fonte e il Maresciallo Vito Angelo, Comandante della locale Stazione dei Carabinieri, che hanno simbolicamente offerto l’abbraccio istituzionale della comunità ai progetti di accoglienza. A dare ulteriore peso etico e formativo all’evento, erano presenti il Presidente della Sezione Trapani AIA, Michele Cavarretta, e la giovane arbitro Stefania Tranchida, che ha diretto l’incontro con competenza. L’organizzazione è stata supervisionata dalle coordinatrici Anna Maria Ruggirello per il SAI Marsala, Francesca Strippoli per Fami 24 Welcome e Greta per l’Area Progettazione della Cooperativa Badia Grande, la cui dedizione è stata il motore di tutta la giornata.

Un piccolo mondo possibile è nato su quel prato sintetico, unendo il ricordo delle 368 vittime del naufragio del 3 ottobre 2013 alla voglia di rinascita di una comunità che in Sicilia costruisce il domani. Un istante di pura commozione ha vibrato nell’aria con la preghiera di Don Antonio Peraino, Arciprete del Santuario di Maria Ss.ma di Custonaci, per le vittime di quel nefasto naufragio e per tutte le vittime del mare. Le sue parole, sobrie e potenti, semplici eppure cariche di significato, hanno unito i presenti in un unico, raccolto silenzio, tendendo un filo emotivo tra chi custodisce un’assenza e chi, ogni giorno, cerca di andare avanti e costruire il proprio futuro.

Poi, l’atmosfera è cambiata: il fischio d’inizio ha dato il via al gioco. Il pallone ha cominciato a rotolare, accompagnato da sorrisi e grida di incitamento in diverse lingue. Minori non accompagnati e giovani adulti si sono affrontati in una partita avvincente, giocata con passione, tecnica e un grande spirito di fair play. Sotto il tiepido sole di ottobre, la lingua comune è diventata il gioco: nessuna barriera, nessun pregiudizio, solo l’allegria contagiosa dello stare insieme. Mentre sul campo si scatenavano le emozioni, nella vicina area attrezzata le équipe multidisciplinari dei centri e gli operatori della Cooperativa Badia Grande preparavano il ristoro, profumando l’aria di cibi semplici e familiari. Al termine, non sono mancate le targhe ricordo, le strette di mano e i sorrisi di rito. E poi, come in ogni vera festa di paese, il gesto più semplice si è rivelato il più significativo: il pane condito ha unito tutti intorno a un unico tavolo, simbolo di una comunità che sa accogliere e riconoscersi nell’altro.

“Lo sport che unisce” non è stato solo uno slogan, ma una testimonianza vivida e tangibile. Ha dimostrato che l’integrazione si costruisce con gesti quotidiani: un passaggio di palla, un sorriso complici, un pasto condiviso. È stato il modo più bello per affermare che la Sicilia sa ancora, nonostante tutto, accogliere, ricordare e costruire ponti, proprio lì dove quel mare ha portato tanto dolore, ma continua a portare speranza.
Alberto Di Paola






