L’euro ci ammazza. Adesso lo dice anche l’economista Premio Nobel

L’economista americano ha ribadito le proprie tesi alla Normale di Pisa. Claudio Borghi: “Sostiene che l’euro avvantaggia la Germania ed è una valuta troppo forte per l’Italia. Ovvietà che in questo Paese restano tabù. Da noi abbiamo gli euristi che falsificano i dati”

Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia, ha ribadito anche alla Normale di Pisa quello che in Italia solo la Lega afferma con chiarezza. Ovvero che l’euro per il nostro Paese “è un grande problema”. Un ostacolo alla crescita economica e al benessere della popolazione. Tesi indigeste per il PD, per la sinistra nostrana e per tutto l’establishment politico-mediatico, accuratamente sdraiato, spesso in maniera ideologica e acritica, su posizioni “euriste”.

Non è un caso dunque che l’intervento del premio Nobel, dalla cattedra di una delle più prestigiose università italiane, sia passato sotto silenzio. “I grandi media non danno il giusto risalto a tesi scomode, nemmeno se pronunciate da un Nobel. Tesi alle quali sarebbe difficile controbattere, quindi come in questo caso preferiscono soprassedere”, spiega al Populista Claudio Borghi, economista no euro e responsabile economico della Lega, ricordando che “Stiglitz nei suoi scritti e nei suoi interventi di carattere economico ribadisce considerazioni che sono le nostre. Sostiene che l’euro è una moneta troppo forte per l’Italia, e che avvantaggia la Germania. Da economista sostiene cose ovvie, vere, ma che in Italia diciamo solo noi e pochi altri. Eppure dovrebbero essere temi centrali nel dibattito politico, perché stiamo parlando delle vere cause della crisi”.

“Da economista, Stiglitz espone la diagnosi giusta. Il problema è la cura. Le conseguenze di ciò che afferma sono due. O un cambiamento globale di comportamenti da parte dell’Europa, improbabile a detta dello stesso premio Nobel. O lo smantellamento dell’eurozona”. E qui subentra uno Stiglitz più politico, timoroso di agevolare forze politiche che non rientrano nelle sue simpatie. “Su questo punto si arena, perché prevale il suo essere uomo di ‘sinistra’ che teme di prestare il fianco a movimenti percepiti come di “destra” o “brutti e cattivi”, ma che propongono la soluzione giusta. Quindi sostiene che sarebbe meglio cambiare l’Europa. Ma è un’opzione che non è sul tavolo, per sua stessa ammissione. Resta il fatto che le sue parole di condanna dell’euro sono precise e chiarissime”.

Qualcosa però si muove anche sul fronte degli economisti pro euro. Borghi cita un recente articolo di Roberto Perotti, economista bocconiano ed ex commissario alla revisione della spesa, apparso su lavoce.info: “Perotti scrive che le tesi no euro vengono attaccate con false argomentazioni, addirittura costruendo grafici farlocchi. Dice quello che noi diciamo da tempo. Ovvero che certi economisti sono disposti a falsificare i dati pur di evitare discussioni serie sulla moneta unica. Perotti chiede insomma di impostare finalmente un dibattito vero, senza che qualcuno si preoccupi di truccare le carte. Che lo dica un economista di area pro euro è un fatto che accolgo positivamente”.

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