L’effetto boomerang del clima di “terrore” instaurato da Rosario Crocetta

crocetta_975x310Linda Vancheri pronta a lasciare la Giunta Crocetta. La notizia non è nuova, circola di già da qualche mese, anche se nelle ultime ore se ne parla insistentemente. Oggi il quotidiano Repubblica ha annucniato, come prossime, le dimissioni dell’assessore Vancheri, che vanno ad aggiungersi a quelli di Lucia Borsellino, di Nino Caleca ed Ettore Leotta. L’effetto domino è partito proprio da quest’ultimo, Leotta, e dal successivo ingresso in giunta di Giovanni Pistorio in quota all’UDC. La cosa non è piaciuta a Nino Caleca che a causa di vecchie ruggini ha lasciato immediatamente l’Assessorato all’Agricoltura. Subito dopo è stata la volta di Lucia Borsellino che ha preso 48 ore di tempo per scrivere le proprie dimissioni da Assessore alla Sanità; ora è la volta di Linda Vancheri.

La Giunta Crocetta si sta sbriciolando, il rimpasto è imminente, salvo opzioni dei partiti che compongono la maggioranza. Il nocciolo della questione, è Rosario Crocetta, il Presidente fin da quando si è insediato non ha mai fatto squadra, anzi al contrario, quasi con una sorta di masochismo ha preferito fare terra bruciata attorno a se e di conseguenza ai suoi assessori. Un continuo andirivieni di assessori, dirigenti, consulenti e faccendieri. Tanti aspiranti “stregoni” attorno al capezzale della morente Regione Sicilia. Crocetta più che risollevare le casse della regione ha preferito piagnucolare e fare la stola tra Palazzo d’Orleans ed il Palazzo di Giustizia, pronto a denunciare chicchessia. Il clima di paura instauratosi nei meandri della pubblica amministrazione ha finito col paralizzare la macchina burocratica. Notevoli, e sotto gli occhi di tutti, sono i danni prodotti dal malgoverno regionale. Povera Sicilia, poveri noi siciliani.

Oggi si registra l’effetto boomerang; l’eccesso di zelo nel perseguire i “loschi” individui che circolano dentro e fuori i Palazzi della Regione ha finito col fargli perdere tempo sul fronte delle grandi opere, dei finanziamenti mai richiesti e cosa assai peggiore per quelli ottenuti e poi restituiti perchè non spesi. E’ questa la Sicilia di Crocetta, un barcone alla deriva senza una salda guida. Forse lo stesso Crocetta si è stancato. E’ più semplice accusare gli altri che amministrare con diligenza. Che se ne torni a fare il “paladino” dell’antimafia, ruolo che ha sempre ben occupato e lascia agli elettori la facoltà di poter scegliere un nuovo presidente ed una nuova amministrazione. Non serve a nulla piangere sul latte versato e tanto meno cercare di riattaccare i cocci della ciotola che si è rotta. Una stagione politica sembra essere finita”ingloriosamente” che si abbia il coraggio di arginare i danni andando al voto anticipato. Come sui suol dire meglio perdere, piuttosto che straperdere; anche perchè siamo noi siciliani a pagarne le sperse

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