Lampedusa, il peschereccio tunisino non si ferma all’alt: la Guardia di finanza spara e lo abborda

La Procura di Agrigento, con il procuratore aggiunto Salvatore Vella, ha aperto un’inchiesta su quanto accaduto nel mare di Lampedusa, dove una motovedetta della Guardia di finanza ha dovuto aprire il fuoco contro il peschereccio “Mohanel Anmed” che non si è fermato all’alt delle forze dell’ordine in mare aperto.

Le accuse sono di “resistenza e violenza contro nave da guerra e rifiuto di obbedire a nave da guerra”: il comandante del peschereccio che si trovava in acque italiane, è stato arrestato, mentre l’imbarcazione si trova adesso sotto sequestro nel porto di Lampedusa.

L’operazione di abbordaggio ha avuto momenti concitati con i finanzieri che hanno dovuto sparare diversi colpi di arma da fuoco per fermare la fuga del peschereccio tunisino che ha provato, come rilevato anche da alcuni video, a speronare l’imbarcazione della Guardia di finanza. In seguito i militari sono saliti sul peschereccio tunisino e lo hanno condotto fino al porto, dove hanno arrestato il capitano. La Guardia di finanza ha smentito il ritrovamento della droga a bordo del peschereccio che era impiegato in una battuta di pesca in acque territoriali italiane.

Prosegue intanto a Mazara del Vallo la protesta dei familiari dei due pescherecci della marineria mazarese che sono rinchiusi nelle carceri libiche. Tripoli, per liberarli, vuole in campbio il rilascio di quattro scafisti arrestati dalle autorità italiane che in libia vengono definti “quattro calciatori”.

Nei giorni scorsi una delegazione di Mazara del Vallo aveva manifestato davanti a Palazzo Chigi prima di essere ricevuta dal presidente del consiglio Conte

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