La tragedia di Catania sconvolge pure il trapanese: uno dei pompieri morti era di Trapani
L’esplosione di ieri sera a Catania che è costata la vita a due vigili del fuoco e ad un uomo ha sconvolto pure Trapani e la provincia. Uno dei pompieri era originario proprio della Città falcata: Giorgio Grammatica, 36 anni. L’uomo era molto conosciuto nella sua città e in diverse altre della provincia per i suoi trascorsi calcistici, avendo militato da attaccante in diverse Società. Giorgio Grammatico, padre di un bambino, assai conosciuto negli ambienti sportivi per la sua militanza nel Trapani calcio. Dal 2000 al 2004, infatti, aveva giocato nel campionato d’Eccellenza, nel ruolo di attaccante. La società granata ha diffuso un messaggio di cordoglio. Ecco come lo ricorda Antonino Maltese in un post su Facebook:
“Ciao “bomber”, sei morto a 36 anni per salvare gli altri. L’esplosione di un’ edificio a Catania, avvenuta ieri sera intorno alle 19:30, ci coinvolge direttamente perchè fra le tre vittime accertate c’era anche Giorgio Grammatico, che ha vestito la maglia del Trapani, Marsala 2000, Bosco, Valderice etc. Giorgio, Vigile del Fuoco in servizio a Catania, ha perso la vita per cercare di salvarne altre. Giorgio è stato un eroe, il nostro eroe! Sono a dir poco scioccato da questa notizia. Porgo le più sentite condoglianze ai familiari in questo momento drammatico. Come si può spiegare al piccolo Marco che papà non tornerà più a casa???”
Ritornando a quanto accaduto, per la cronaca: due vigili del fuoco morti e una terza persona trovata carbonizzata: è il bilancio dell’esplosione che si è verificata in una palazzina a Catania in via Garibaldi. Le vittime sono Giorgio Grammatico e Dario Ambiamonte, vigili del fuoco, e Giuseppe Longo, che abitava nello stabile di via Sacchero 8 dove aveva anche una bottega. Altri due pompieri sono rimasti feriti con traumi polmonari e cranici e sono sotto osservazione all’ospedale Garibaldi, sotto choc invece il quinto vigile del fuoco, rimasto illeso.
Sarebbe stato Giuseppe Longo, la persona che viveva nella casa esplosa a Catania, a cui apparterrebbe il corpo carbonizzato, a dare l’allarme su una presunta fuga di gas nella struttura, che non ha il metano, ma usava bombole di gas gpl. Un particolare che, se confermato, contrasterebbe con il sopralluogo eseguito poco dopo da una squadra di vigili del fuoco che avrebbe trovato la porta di casa chiusa. Una delle ipotesi al vaglio degli investigatori è che l’uomo sia svenuto per la fuga di gas.