La Libia spara e sequestra 2 pescherecci in acque, forse, territoriali

Ritorna la guerra del pesce nel Mediterraneo: le autorità libiche hanno sequestrato due pescherecci dopo aver aperto il fuoco. Non è la prima volta, forse non sarà nemmeno l’ultima, le acque antistanti l’Africa non sono tranquille. Le Autorità Italiane e quelle Libiche stanno trattando per il rilascio degli equipaggi e dei due pescherecci nel più breve tempo possibile. Nessun ferito, pare, ma tutti e 14 i marinai, italiani e tunisini, sono sottoposti a un fermo di polizia per accertamenti.

Non per questo sia venuta meno la tensione, l’ansia… la paura dei familiari, e degli stessi ostaggi, per le loro sorti. Ancora una volta si fa uso delle armi contro inermi pescatori che, oltre alle fatiche del mare, devono mettere a repentaglio la propria incolumità per guadagnare qualche migliaio di euro.

La motovedetta libica ha sparato contro i due pescherecci siciliani: l’Afrodite Pesca e il Matteo Marrarino, entrambi della marineria di Mazara del Vallo, per bloccarli in mare e costringere gli equipaggi a raggiungere il porto di Ras Al Hilal. Gli spari sono arrivati all’improvviso da una motovedetta libica, probabilmente una di quelle che l’Italia ha fornito negli ultimi mesi per il soccorso ai migranti. Solo che da quelle motovedette i libici hanno sparato a pescatori italiani per costringerli a fermarsi e a seguirli nel porto di Ras Al Hilal.

“Sono in contatto con le autorità diplomatiche italiane che seguono con attenzione l’evolversi della vicenda legata al sequestro dei due pescherecci di Mazara del Vallo. L’autorità libica per decidere sul dissequestro, come noi ci auguriamo avvenga, ha preso 72 ore di tempo, ovviamente l’auspicio è che tale positiva decisione possa essere presa prima di tale termine. Sappiamo che i nostri marittimi ieri sera sono stati interrogati e pare che il risultato dell’interrogatorio sia positivo il che ci fa ben sperare affinché tutto si possa risolvere positivamente nel giro di qualche ora. Sono naturalmente impressioni e seguiamo attentamente tutti gli sviluppi del caso”.

Lo ha detto il sindaco di Mazara del Vallo, on. Nicola Cristaldi dopo aver sentito telefonicamente l’Ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Perrone che si trova a Roma e il responsabile dell’unità di crisi della Farnesina, che stanno seguendo con la massima attenzione l’evolversi della vicenda legata al sequestro del ‘Matteo Mazzarino’ e dell’‘Afrodite’, i due pescherecci di Mazara del Vallo sequestrati da una vedetta libica nel tardo pomeriggio di martedì.

Un nuovo capitolo della vecchia guerra della pesca nel Canale di Sicilia che però questa volta assume connotati di particolare gravità alla luce degli accordi tra Italia e Libia e alla vigilia della conferenza sulla Libia in programma a Palermo il 12 e 13 novembre. Intanto il fermo, avvenuto da parte della marina del generale Khalifa Haftar, rischia di diventare un «caso politico» se il rilascio degli equipaggi non sarà immediato. «In quel caso il gesto non potrebbe essere isolato dal contesto, ovvero diventerebbe un atto che ha anche una chiara valenza politica, un atto di forza per ottenere qualcosa in cambio», spiegano fonti libiche.

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