La crisi economia a Trapani frena lo sviluppo, il reddito dei trapanesi è più povero rispetto a 10 anni fa

Con un reddito medio di 18 mila e 318 euro dichiarato al Fisco nel 2017 (redditi 2016), chi vive nel capoluogo trapanese soffre ancora degli effetti della crisi economica italiana.

In particolare, secondo quanto afferma il Sole24Ore partendo da un’elaborazione dei dati statistici delle Finanze su base comunale, Trapani segna un -4,34 per cento nei redditi rispetto all’anno di inizio crisi 2009 (redditi 2008).

Ogni 100 abitanti i contribuenti sono 58,4, quasi 5 in meno rispetto all’inizio della crisi.

“Si tratta di dati – commenta il segretario generale della Uil Trapani Eugenio Tumbarello – che purtroppo non ci sorprendono. Questo territorio vive ormai da troppo tempo in uno stato di sofferenza economica riscontrabile nella diminuzione dei redditi, nella carenza di lavoro e nelle persone che vivono in uno stato di disagio economico che spesso arriva a quello di povertà assoluta”.

La perdita di ricchezza, secondo le stime del quotidiano economico-finanziario, è un fenomeno che riguarda tutta la nazione tanto che dei 108 capoluoghi di provincia italiani solo 17 città possono vantare un incremento della ricchezza media dei propri abitanti.

“La Uil – aggiunge Tumbarello – con le proprie azioni a livello nazionale, declinate su ogni territorio della penisola, sostiene che per la crescita economica e l’uscita dalla crisi non occorrano politiche speciali, ma proposte economiche concrete. La strada per recuperare quanto perduto va costruita giorno dopo giorno, con interventi che contengano misure coerenti tra loro e soluzioni innovative per dare speranza e futuro alle persone, partendo dalle giovani generazioni.”

“Per questo ritengo – conclude – che tutte le forze sane del territorio dovrebbero far fronte comune per l’occupazione e lo sviluppo di questa Terra, con un ruolo specifico per le amministrazioni locali e regionali, facendo leva sui deputati espressione del territorio, nonché sull’assessore alle Attività produttive”.

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