Il Gruppo degli Apostoli ha lasciato processione per “insubordinazione”

La "processione", ribattezzata in "Sacra Rappresentazione della Passione del Signore del Giovedì Santo", da secoli è un patrimonio della collettività.

processione-giovedì-santo-marsala-gruppo-apostoli-marsalanewsInedito “fuori programma” questo pomeriggio durante lo svolgersi della tradizionale “processione”, alias la Sacra Rappresentazione della Passione del Signore del “Giovedì Santo”. Il quarto gruppo, quello degli apostoli hanno abbandonato la “processione”. E’ accaduto poco fa e non si hanno notizie ufficiali sull’accaduto. Da quanto appreso in strada pare che i personaggi, impersonanti gli Apostoli e Gesù, uscendo fuori dal programma concordato tra la Confraternita e la Chiesa di Sant’Anna, avallato dal Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo, abbiano iniziato a recitare il Padre Nostro.

La “stranezza”, visto che la via Crucis nulla a che fare con il “Padre Nostro” che venne lasciato agli apostoli prima della cattura del Cristo, pare che sia stata subito segnalata ai vertici ecclesiastici e, informato dell’accaduto, Padre Tommaso ha raggiunto subito gli apostoli ed il gesù del quarto gruppo. Padre Tommaso avrebbe detto loro di attenersi al programma approvato dalla Chiesa e di non continuare a recitare il Padre Nostro; ma il quarto gruppo, piuttosto che attenersi al copione ufficiale, – assumendosi la responsabilità – hanno continuato a recitare la preghiera. A questo punto, per insubordinazione, sono stati invitati a lasciare la processione tra  il grande imbarazzo degli organizzatori e del pubblico che, stentando a credere ai loro occhi, hanno visto gli apostoli e gesù lasciare la “Sacra Rappresentazione della Passione del Signore del Giovedì Santo”. Come in ogni rappresentazione che si rispetti la “processione” ha continuato a percorrere il percorso prestabilito, anche se priva di uno dei gruppi più significativi.

Su facebook Nino Ienna, che interpretava il ruolo di Pietro nel gruppo degli Apostoli con Gesù ha così commentato l’accaduto: “Tutto si stava svolgendo secondo copione, faticosamente preparato già da mesi con sacrificio e rinunce personali. Unica variante, se così si può chiamare, a quanto preparato per l’evento, la recitazione del Padre Nostro, preghiera che accomuna tutta l’umanità cristiana e parola di Nostro Signore Gesù Cristo. Dopo la recitazione il nostro gruppo è stato raggiunto dal Segretario della Confraternita (un ragazzino poco più che ventenne) che, con atteggiamento minaccioso come se avessimo appena interpretato una ovazione sacrilega, ci ha urlato in faccia: “la processione non è la vostra, la processione la dirigo io e voi fate quello che dico io altrimenti vi faccio ritirare”. Al che noi tutti ci siamo guardati in faccia e, sentendoci mortificati difronte al pubblico che ascoltava incredulo alle esternazioni di quel ragazzino in giacca blu, abbiamo deciso di continuare nella nostra recitazione.In via Giovanni Amendola verso Porta Mazara, veniamo raggiunti dal parroco di Sant’Anna il quale ci ordina di non continuare con la recitazione. Diversamente, così ha detto inizialmente, ci saremmo assunti le nostre responsabilità nei confronti della confraternita. Di comune accordo abbiamo comunicato a don Tommaso che avremmo continuato la recitazione consapevoli delle nostre responsabilità (e anche del fatto che la processione è dei marsalesi e di nessun altro). Per tutta risposta il parroco ribatte dicendoci che potevamo farne a meno di continuare la processione e potevamo rientrare a Sant’Anna per ritirare i nostri effetti personali e tornarcene a casa. All’altezza di via Lazzara due confrati ci hanno sbarrato il cammino indicandoci di prendere la strada verso San Matteo e proseguire per Sant’Anna. Tutto ciò di fronte ad un pubblico incredulo e basito che ha iniziato a protestare anche ad alta voce. Poche volte nella mia vita mi ero sentito così umiliato, ma nello stesso tempo orgoglioso di avere difeso la mia cristianità, il folcklore e le tradizioni della Città che amo. Mi sentivo in dovere di avvisare tutti”.

Anche se le notizie giunte in redazione non sono tante, nulla giustifica il comportamento di quanti hanno arbitrariamente cambiato il copione della Sacra Rappresentazione della Passione del Signore del “Giovedì Santo” che, seppure il nome “processione” è stato tolto, per ogni marsalese ha una valenza spirituale, in grado di suscitare sentimenti come  emozione, turbamento, commozione, sgomento e pietà nel pubblico. La Processione del Giovedì Santo da secoli per i marsalesi è un momento di culto che nessuno, e per nessuno motivo, può arrogarsi il diritto fare di testa propria. La “processione del Giovedì Santo”, ribattezzata in “Sacra Rappresentazione della Passione del Signore” è un patrimonio per la Città, per i suoi abitanti e per numerosi turisti che giungono a Marsala da ogni dove, proprio per assistere all’evento. Giuste o errate che possano essere, le direttive della Chiesa e della Diocesi non vanno boicottate, tanto meno contestate da chicchessia. La Processione non deve essere al servizio della Confraternita, degli organizzatori, degli attori e delle comparse;  tanto meno non deve appagare l’ego ed il protagonismo di alcuno. Chi è stato costretto a lasciare oggi la “processione”, che abbia il buonsenso di fare ammenda.

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