Il nuovo governo non tranquillizza la Sicilia, si temono ripercussioni per precari, infrastrutture e sanità

La Sicilia ha detto NO alla riforma della Costituzione in maniera netta; ora si temono ripercussioni dal nuovo Governo. Del resto è un Governo che viene rappresentato come una fotocopia del precedente con qualche colpo di gomma e qualche correzione in corsa e con alla guida un ‘fedelissimo’ del segretario del Pd. Matteo Renzi, infatti, non è uscito di scena e non ha nessuna intenzione di ritirarsi dalla politica. Questo è ormai chiaro a tutti.

Dall’altro la scelta di puntare al Sud su Claudio De Vincenti, Ministro con una delega specifica: “Coesione territoriale e Mezzogiorno”, che conosce bene la Sicilia è un segno a cui si possono dare diverse interpretazioni. L’ex Premeier, oggi segretario del PD, intende ricucire il rapporto con calabresi e siciliani oppure intende togliersi qualche “sassolino” dalla scarpa. Il Sud ha detto no alla politica espansionista di Renzi, malgrado lui ed il suo seguito nell’ultimo mese hanno promesso di tutto e di più. Evidentemente non sono stati sufficientemente credibili agli occhi dei siciliani e dei calabresi che li hanno puniti con un netto No alle urne del referendum costituzionale.

Con De Vincenti i siciliani hanno trattato molti degli interventi degli ultimi anni. Con lui la Sicilia ha battagliato per evitare tagli e per ottenere via libera a questa o quella particolare norma o per affinare l’uso delle risorse del Patto per la Sicilia, per Palermo, per Catania… Ora vi è un Ministero, che pur essendo senza portafoglio, in realtà sarà chiamato a proseguire la regia dell’impiego dei fondi comunitari 2014-2020, del Fondo sviluppo e coesione, dei Patti sottoscritti con le Regioni del Sud e le Città metropolitane e di tutti gli altri interventi nazionali in corso o programmati nelle aree del Mezzogiorno.

In pratica vi è una squadra di governo nel segno della continuità con il percorso innovatore del governo Renzi, ma allo stesso tempo attenta alle istanze e ai cambiamenti richiesti in questo momento. Un segnale – forse – positivo per il Paese. Incoraggiante è riconferma di Angelino Alfano, che veste i panni di nuovo Ministro per gli Esteri, ma anche la nuova nomina a Ministro di un’altra siciliana doc, Anna Finocchiaro. L’illustre catanese, con ben otto legislature sulle spalle, ritorna al governo, è una delle donne più esperte della tradizionale politica di sinistra del Pd.  Intanto il Presidente della Regione Rosario Crocetta, metabolizzata l’assordante sconfitta. saluta con favore la nomina di Gentiloni a Presidente del Consiglio ed auspica unn futuro più roseo per la Sicilia

Cosa accadrà nessuno è in grado di prevederlo. Intanto a giorni il nuovo Premier dovrà affrontare la situazione dei precari degli enti locali siciliani. E’ necessaria una proroga del contratto che scadrà il 31 dicembre: governo e Assemblea regionale siciliana, di concerto con il governo nazionale, sono chiamati ancora una volta a mettere una toppa. sarebbe auspicabile il varo, subito, di una norma che salvi il posto di lavoro di questo esercito di lavoratori che da più di un quarto di secolo svolgono un regolare lavoro senza alcuna garanzia da parte delle Istituzioni. Si attende ormai da anni l’avvio di un reale percorso di stabilizzazione che non lasci nessuno fuori.

Da Catania la Cisl Fp etnea e siciliana rilanciano la richiesta fatta da Cgil, Cisl e Uil, e delle federazioni del lavoro pubblico Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, alla Regione Siciliana, dopo lo stop al processo di stabilizzazione con la crisi di governo. L’occasione è stata fornita dai due consigli generali delle federazioni catanese e siciliana della Funzione pubblica, che ieri hanno dedicato una giornata alla questione precari e all’intesa sul contratto del 30 novembre.

“Nonostante la battuta d’arresto imposta dalla crisi di governo – dicono Gigi Caracausi, segretario generale Cisl Fp Sicilia, e Armando Coco, segretario generale della Cisl Fp di Catania – abbiamo avuto rassicurazioni che almeno la proroga ci sarà. Certo la situazione è seria ma siamo fiduciosi e ci richiamiamo al senso di responsabilità della Regione, perché renda possibile la soluzione chiesta al presidente Crocetta, cioè una norma sganciata dalla Finanziaria 2017 che consenta le proroghe immediate dei contratti e definisca il processo di stabilizzazione”.

Occorre un incontro urgente con Crocetta per approvare il bilancio di previsione e inviare l’intera documentazione alla Commissione COSFEL, Commissione di Stabilità degli Enti Locali costituita al ministero dell’Interno, che dovrà dare l’approvazione definitiva per procedere alla stabilizzazione

“D’altra parte – precisa Coco – non si possa più parlare di precariato per chi lavora da 25 anni nella pubblica amministrazione. Il destino dei 20 mila precari siciliani non può finire sepolto sotto le macerie politiche del post-referendum. È ora di pensare alla loro stabilizzazione a tempo indeterminato”.

Una parola definitiva dovrà essere data anche alle competenze delle Città Metropolitane, alla realizzazione delle grandi opere, al rilancio della sanità, al recupero dell’occupazione. La Sicilia non deve essere per forza la cenerentola delle Regioni d’Italia, anche è perchè dimostra in campo enogastronomico e turistico di avere tutte le carte in regola per un adeguato rilancio.

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