Festival di talenti, a Erice il 7 e l’8 marzo, “I segni di Venere”

La prima edizione del festival dei talenti “I segni di Venere”, ideato da Maria Giambruno La Porta, si tiene a Erice il 7 e l’8 marzo.

Forse non esiste una figura più simbolica di Venere per raccontare la donna. Bella, probabilmente sia dentro che fuori, femmina elegante e politica intelligente, scelse di testa sua di seguire il cuore. Al netto di tanta mitologia, è una donna, chiamata a rappresentare le donne. Che di questi tempi non è che se la passino benissimo: se da un lato sono state ricacciate spesso a casa dalla pandemia, dall’altro hanno dovuto riscrivere i confini della vita quotidiana per riuscire a raggiungere tutto. In un mondo male addicted che le guarda ancora con sospetto e spesso le sistema su una poltrona soltanto quando non può farne a meno, le donne sgomitano ma reggono il passo. Per raccontarle, discutere delle diverse situazioni, riunirsi sotto un unico filo giallo -, nasce una manifestazione che anticipa la Festa della donna, ma chiama al confronto. Da Erice medievale (TP) guardata a vista dal Castello di Venere, si srotola I SEGNI DI VENERE, un progetto che candida la città a diventare annualmente sede di confronto, laboratorio di idee e fucina di talenti al femminile.

Progetto a cui hanno già assicurato il loro supporto Zonta – Palermo Zyz organizzazione Internazionale per i diritti delle donne e la Fondazione Marisa Bellisario che collaborano al progetto promosso dall’Associazione Le Gemme e dal Comune di Erice. Tra i partner istituzionali la Consigliera di Parità per la Regione Siciliana, la Fondazione EriceArte, il centro di cultura scientifica Ettore Majorana, il Parco archeologico di Segesta, Libero Quotidiano e ANSA.

In questo strano 2021, si è pensato di organizzare un primo appuntamento in gran parte da remoto, in attesa di poterlo poi far svolgere in presenza. L’appuntamento è per domenica 7 marzo alle 11 nella sala consiliare del Palazzo municipale del borgo con I segni di Venere: festival dei talenti ideato da Maria Giambruno La Porta. Dopo la presentazione del progetto e il dibattito che vede la partecipazione, tra gli altri, del Ministro per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, sarà consegnato il premio Nel segno di Venere – che recupera uno storico riconoscimento della Venere d’Argento – a Solveig Cogliani, magistrato del Consiglio di Stato, pittrice, scrittrice, responsabile giuridica dell’associazione Vite senza Paure a sostegno delle donne vittime di abusi.

La giornata tenuta a battesimo da Maria Grazia Cucinotta – è contraddistinta dal colore giallo, un unico nastro solare contro discriminazioni e violenze sulle donne, metafora della voglia di farcela sempre e ad ogni costo. Giallo Mimosa, certo, ma anche il colore che dinanzi alle case americane, durante la guerra, indicava il rientro dei soldati dal fronte evidenziando la loro assenza e l’attesa; inoltre negli Stati Uniti, e per Zonta, il fiore/simbolo adottato per celebrare la donna è la rosa gialla. Da qui la proposta ad Erice, città guidata da una donna, di adottare un nastro giallo per rappresentare il cammino di tutte le donne e le loro attese. Un nastro giallo da appendere ad ogni casa.

La pandemia che stiamo vivendo ha messo in evidenza il limite di una società distorta, cresciuta sulla costruzione di un futuro che non ha tenuto conto delle esigenze delle donne dice Maria Giambruno, ideatrice del progetto – Uomini e donne non sono nemici su un campo di battaglia, non portano diverse esigenze ma hanno un differente modo di vedere le cose. Erice è guidata da un sindaco donna. Erice ha un fortissimo rapporto con Venere intervengono il sindaco Daniela Toscano e lassessore alla Cultura Rossella Cosentino -, un filo sottile ma robusto che deve fare da volano alla convinzione che noi donne ci siamo e vogliamo continuare ad essere protagoniste del nostro presente e futuro.

Domenica le donne si racconteranno in piazza. Domenica mattina nella piazza della cittadella storica le donne potranno presentarsi attraverso brevi registrazioni che verranno raccolte in un corner della piazza ispirata alla donna e addobbata con nastri gialli. I cammei saranno raccolti nel sito www.isegnidivenere.com, dove Il mosaico dei talenti ospiterà storie ed esperienze di donne, testimoni di bellezza che, punta a costituire un database rosa di Sicilia.

Domenica 7 marzo | ore 11 | aula consiliare di Erice e in diretta streaming sul sito del Comune di Erice, su www.isegnidivenere.com, e sui canali social I segni di Venere.

Saluto di Maria Grazia Cucinotta, in streaming dalla Cina.

Saluto dell’amministrazione comunale di Erice, del sindaco Daniela Toscano, dellassessore alla Cultura Rossella Cosentino, del baby sindaco Irene Vitaggio; dellideatrice del progetto Maria Giambruno, presidente di Zonta Palermo Zyz e di Marcella Cannariato, delegata regionale della Fondazione Marisa Bellisario; Introduzione di Lorenzo Zichichi sul rapporto tra Venere ed Erice

Ore 11.30 Avvio del dibattito sul tema Le donne generatrici di economia con:
Elena Bonetti – Ministro per le Pari opportunità e la famiglia
Margherita Ferro consigliera di Parità per la Regione Siciliana
Marcella Cannariato – delegata regionale Fondazione Marisa Bellisario
Lilly Ferro Fazio amministratrice FAZIO casa vinicola in Erice
Daniela Toscano sindaco di Erice
Maria Giambruno La Porta – presidente Zonta Palermo Zyz
Modera: Tobia De Stefano, giornalista esperto di economia di LiberoQuotidiano

Ore 12.20 Premio Nel segno di Venere. La Venere d’Argento
Presentazione di Giordano Bruno Guerri
Premiazione di Solveig Cogliani, magistrato del Consiglio di Stato, pittrice, scrittrice, responsabile giuridica dell’associazione Vite senza Paure, a sostegno delle donne vittime di abusi. Dopo il tramonto il castello di Venere si illuminerà di giallo.

Lunedì 8 marzo
Il sito www.isegnidivenere.com (curato da Salvo Leo) si arricchirà di contributi tematici, brevi cammei video in cui le donne di Sicilia si racconteranno, ognuno con la sua storia di resistenza, forza e audacia in una regione che spesso si dimentica di loro. Ma non si piangeranno addosso: sarà una vetrina del fare che consentirà di divulgare le competenze e il potenziale delle donne di Sicilia. Obiettivo è realizzare un database dell’identità che raccolga il patrimonio immateriale e l’esperienza delle donne che con la loro azione e presenza, costituiscono il valore aggiunto della regione. Il sito si arricchirà anche della sezione La banca della memoria, spazio dedicato alle donne di tutti i tempi che, grazie al proprio impegno, hanno lasciato una traccia nella storia delle comunità in cui hanno vissuto.

Il manifesto della manifestazione è firmato da Angela Gallaro Goracci, docente all’Accademia di Belle arti di Siracusa, scenografa e pittrice, che ha voluto vestire il volto stilizzato della Venere Ericina, di un segno tribale da moderna combattente. Una pittura di solido impatto per riflettere sugli archetipi del linguaggio e del segno.

L’iniziativa, ideata dall’associazione Le Gemme Editore, è promossa in collaborazione con Zonta International Club Palermo Zyz, organizzazione internazionale per i diritti delle donne fondata nel 1919 a Buffalo e presente in 33 Paesi del mondo. Hanno già dato la loro adesione la Consigliera di Parità per la Regione Siciliana, la Fondazione Marisa Bellisario attraverso la delegazione regionale, la Regione Siciliana. Numerose le altre organizzazioni che guardano con interesse all’iniziativa e che offriranno, nell’arco dell’anno la loro collaborazione all’organizzazione delle iniziative.

La pandemia che stiamo vivendo ha messo in evidenza il limite di una società distorta, cresciuta sulla costruzione di un futuro che non ha tenuto conto delle esigenze delle donne e delle famiglie di cui a dispetto delle norme che promuovono le pari opportunità continuano ad essere principale punto di riferimento dice Maria Giambruno, ideatrice del progetto I segni di Venere e presidente di Zonta Club Palermo Zyz – Uomini e donne non sono nemici su un campo di battaglia, non portano diverse esigenze ma hanno un differente modo di vedere le cose. E’ proprio dalla fecondazione del pensiero, dal confronto praticato come regola che deve nascere un pensiero differente capace di realizzare una società più equa e giusta. Non più, quindi, diritti da rivendicare o eccezioni da premiare, ma una condivisione di uomini e donne, a partire dalle città, secondo un esempio virtuoso che Erice sta già praticando.

«Erice è ben lieta di poter ospitare un evento di tale portata, sia sotto il profilo della rilevanza che del significato. D’altronde proprio il nostro territorio ha un rapporto fortissimo con la Venere, tanto da essere stata, nel passato, luogo di culto al centro del Mediterraneo interviene Daniela Toscano, sindaco di Erice -, un vero e proprio santuario a cielo aperto capace di attirare popolazioni provenienti da ogni luogo. Quel filo sottile ma robusto, direi indissolubile, con Venere è ancora oggi visibile con l’imponente castello a lei dedicato, con la statua della fontana nei Giardini del Balio, con una video installazione immersiva La Venere ericina, dal sogno al mito che presto diverrà realtà nel nostro Polo museale A.Cordici”.

 

Tutto ciò può e deve rappresentare un simbolo di presenza forte delle donne non solo per Erice ma anche per tutto il nostro Paese. Per questo, ribadisco, siamo orgogliosi di poter ospitare questo evento e ci auguriamo che proprio Erice possa divenire il volano per la diffusione capillare di un messaggio forte e chiaro: noi donne ci siamo e vogliamo continuare ad essere protagoniste del presente e del futuro».

«Troppo spesso noi donne siamo sottovalutate, svilite, private del ruolo che meritiamo sia per uguaglianza che per virtù. Erice, oltre a rappresentare un luogo simbolico sotto il profilo storico, è oggi un esempio in termini di progresso culturale spiega Rossella Cosentino, assessore alla cultura comune di Erice -: basti pensare che nella nostra Giunta comunale, guidata da un sindaco donna, la parità di genere è perfettamente espressa. Il coinvolgimento delle donne nella vita pubblica e politica, ma anche nelle espressioni aziendali e societarie, può e deve essere uno degli obiettivi da raggiungere al più presto, così come lo sono la parità retributiva, la presa di coscienza della considerazione delle nostre esigenze e necessità, senza dimenticare l’importanza di non sottovalutare un problema per molti astratto, ma purtroppo concreto, qual è quello dei femminicidi sempre più dilaganti. Che da qui, dalla nostra Erice, possa dunque partire un messaggio forte verso tutto il mondo».

 

Le donne nella nostra società sono ancora troppo assenti: lo sono nei luoghi delle decisioni politiche, ai vertici delle organizzazioni aziendali, nei consigli di amministrazione degli enti e delle società. Sono le prime ad essere licenziate se il mercato entra in crisi, e subiscono un gap salariale e difficoltà nella progressione di carriera. Le donne sono assenti dalla toponomastica, inesistenti nei libri di storia, relegate al silenzio, cancellate come le tante vittime dei femminicidi. Sono spesso invisibili eppure sono quelle che reggono la società, a partire dalla prima e fondamentale cellula che è la famiglia; sono dietro le quinte e fanno ogni giorno la storia. Sono fantastiche e lottatrici come le ha definite Papa Francesco, o generose combattenti come le donne rappresentate in Sicilia nel teatro dell’Opera dei Pupi. Eppure il mondo guarda con occhi di uomo e si stupisce ancora quando una donne raggiunge posizioni di potere.

La nostra società ha mostrato, in occasione della pandemia, tutta la sua fragilità. Mai come durante gli ultimi 12 mesi abbiamo potuto verificare come il modello di società che viviamo sia inadeguato a raccogliere le sfide di una società moderna ed egualitaria. Serve il pragmatismo delle donne, la loro capacità di guardare oltre, di accogliere la diversità, di abbattere barriere. Servono la flessibilità e la determinazione delle donne per uscire dalla palude. Serve la capacità delle donne di costruire reti relazionali e serve, oggi più che mai, la modernità delle donne, la loro forza generatrice insieme alla capacità e sensibilità di lavorare per una società inclusiva. Occorre, insomma, cambiare prospettiva, impegnarsi nella realizzazione di una società che assuma uno sguardo plurale, e valorizzi le differenze e i talenti. Mentre c’è ancora chi frena il progresso e rafforza il soffitto di cristallo, in alcune grandi città del mondo le donne stanno lavorando a nuovi modelli di sviluppo urbano che tengano conto non solo dell’aspetto economico, ma soprattutto della conciliazione dei tempi famiglia/lavoro che ancora limitano il potenziale di moltissime donne. Sono, ormai, oltre venti le grandi città – e numerosissime quelle medie e piccole governate da donne che si propongono come laboratori di nuovi diritti, di innovazione sociale, di sviluppo sostenibile e di rigenerazione umana.

A Barcellona la Sindaco Ada Colau, con il supporto di urbanisti e attivisti, sta trasformando le piazze in luoghi di aggregazione aperti al confronto politico, sta aiutando le associazioni ad occuparsi dei quartieri facilitando proposte urbanistiche e socio-economiche creative e collaborative nella direzione di un nuovo rinascimento che recuperi la dimensione umana degli spazi di convivenza, a partire dal protagonismo delle donne.

 

Una nuova generazione di donne che hanno studiato e sono cresciute seguendo il loro sogno, stanno mettendo in gioco le loro competenze e vocazioni, i loro talenti, per agire nello spazio pubblico della comunità. Non più con atteggiamento di rivendicazione e denuncia ma attraverso l’impegno attivo nella guida della società; stanno generando democrazia partecipativa, attivismo, giustizia sociale, economia e leadership femminile assumendo sempre maggiori responsabilità apicali.

Una città co-amministrata dalle donne, non è la richiesta di una quota rosa urbana per una battaglia di parità, ma è una sfida che dobbiamo affrontare per un futuro generativo e non predatorio, per una politica che rifiuti l’approccio prepotente e impari a coltivare la sensibilità, l’ascolto, il dialogo, la compartecipazione e la cura dei luoghi.

Donne come Alexandra Ocasio-Cortez, a 29 anni la più giovane donna eletta alla carica parlamentare degli Stati uniti, Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti il cui primo pensiero è stato rivolto alle donne perché seguano il suo esempio nelle responsabilità politiche, la nostra Marta Cartabia, prima donna a presiedere la Corte costituzionale, London Breed sindaco di San Francisco, LaToya Cantrell sindaco di New Orleans, Anne Hidalgo sindaco di Parigi o Souad Abderrahim a Tunisi, stanno mostrando che un nuovo modo di fare politica è possibile.

Le donne ripensano spazi e tempi, si prendono cura delle attività di prossimità, tanto preziose al tempo del Covid. La nuova presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha impresso una sterzata e lavora per costruire una nuova Europa, più equa e innovativa, anche a partire da una parità di genere proattiva. Noi, in Sicilia, in Italia, non siamo ai confini del progresso e abbiamo le carte in regola per pretendere di impegnarci a interpretare e guidare la società, discutere di democrazia, di giustizia sociale, di economia e leadership, di cultura politica femminile.

Abbiamo già realtà come la Fondazione Bellisario e la Global Thinking Foundation che promuovono lalfabetizzazione finanziaria rivolta essenzialmente a soggetti indigenti e alle fasce deboli.

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