Federconsumatori dice no a Siciliacque e propone una gestione consortile nel trapanese

Federconsumatori dice no a Siciliacque e propone la nascita di una Azienda Speciale Consortile per la gestione dell’acqua a Trapani, come si sta facendo in provincia di Agrigento

Federconsumatori Sicilia esprime la propria preoccupazione in merito all’affidamento, su proposta dell’Assessore regionale all’Energia e Servizi di pubblica utilità, del Servizio Idrico Integrato (SII) in Provincia di Trapani a Siciliacque Spa. In questi Comuni, attualmente, il Servizio Idrico Integrato è gestito dall’EAS, l’Ente Acquedotti Siciliani in liquidazione dal 2004.

Alcuni giorni fa, i 17 Comuni che fanno parte dell’Ati idrico Trapani hanno annunciato che la gestione dell’acqua pubblica in provincia sarebbe stata affidata transitoriamente a un gestore unico, per fronteggiare l’emergenza e per la normale gestione, fino all’approvazione del Piano d’ambito provinciale da parte dell’ATI.

Pur condividendo le preoccupazioni dei sindaci che da anni sono obbligati, a causa di una impasse gestionale che si trascina da quando l’EAS è in liquidazione, a fare fronte con le scarse risorse dei bilanci comunali a criticità ed emergenze ormai croniche, Federconsumatori ritiene sbagliata e illusoria la proposta del Governo regionale di affidare il SII a Trapani a Siciliacque.

Una procedura in netto contrasto con la normativa, sia regionale che nazionale, che prevede l’assegnazione del SII ad un gestore unico a livello provinciale da parte dell’Assemblea Territoriale Idrica (ATI). Tale assegnazione va fatta, per legge, solo dopo avere aggiornato il Piano d’ambito provinciale. Se non si rispetta la normativa vigente è impossibile accedere alle risorse dei fondi europei previsti per il miglioramento della rete idrica locale.

Inoltre, Siciliacque Spa è una società per azioni di cui il 75% è nelle mani di privati (compresa la multinazionale francese Veolia), mentre solo il 25% è della Regione Siciliana. Siciliacque si occupa di gestione del così detto “sovrambito” e vende “acqua all’ingrosso” ai gestori territoriali imponendo tariffe molto alte, come evidenziato dalla recentissima sentenza dell’8 luglio 2021 del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana.

Secondo Federconsumatori, invece, la strada da perseguire è quella tracciata dal Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni: lATI deve affidare il SII una Azienda Speciale Consortile, cioè un ente strumentale dei Comuni di diritto pubblico, per la gestione pubblica e partecipata del Servizio Idrico Integrato da parte dei cittadini.

Una scelta già presa nel febbraio del 2019 ad Agrigento in contrapposizione al fallimento della privatizzazione della gestione del servizio idrico in quella Provincia, un percorso che si è concluso il 9 luglio, giorno in cui i Comuni agrigentini hanno raggiunto un risultato storico costituendo la prima Azienda Speciale Consortile in Sicilia e in Italia.

“Dopo l’ottimo, seppur sofferto, risultato di Agrigento, dove finalmente si applica la normativa vigente – commenta il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – affidare il SII a Siciliacque a Trapani è un enorme passo indietro. Federconsumatori chiede di ripensare questa decisione e di avere il coraggio, anche a Trapani, di iniziare il percorso verso l’Azienda Consortile pubblica”.

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