Due piante possono ostacolare l’erosione delle coste, strappando la sabbia al vento

Nel giro di qualche decennio molte delle spiagge che conosciamo spariranno, inghiottite dall’erosione delle coste. Un fenomeno tristemente noto anche in provincia di Trapani, specialmente lungo il litorale di Marsala dove il litorale sabbioso sta per scomparire e le mareggiate del mare in tempesta lambiscono strade e costruzioni d’ogni genere. Chi si trova avanti negli anni ricorda che negli anni ’50 Marsala aveva dune di sabbia che si estendevano per centinaia di metri di metri tra il bagnasciuga e le aree coltivate. Appena trent’anni dopo, colpa gravissima dell’abusivismo edilizio, la fascia costiera sabbiosa si ridusse a qualche paio di decine di metri. Il fortino, nell’omonima località distava una cinquantina di metri dal bagna asciuga; mentre da anni, ormai, è completamente sommerso dal mare e della spiaggia non rimane altro che una lingua di una decina di metri. Lo stesso lungomare di Marsala per lunghi tratti lambito dalle onde del mare, tant’è che ad ogni mareggiata più violenta si provvede ad interdire la circolazione veicolare.

“E’ ora possibile iniziare a salvaguardare le coste italiane dal problema dell’erosione costiera dovuta all’azione del vento ed al conseguente spostamento della sabbia dal litorale verso terra. A Mazara del Vallo sono iniziate le prime piantumazioni sperimentali di due specie autoctone di macchia mediterranea arbustiva  in grado di svilupparsi sulla sabbia  sia a pochi metri dalla linea di battigia sia poco più all’interno, sul litorale sabbioso e sulle dune costiere”

Questa innovativa sperimentazione è stata sviluppata dal Dott. Girolamo Barracco  nel quadro di un progetto  finalizzato al consolidamento dei tomboli  che vengono creati naturalmente con la posa degli attenuatori d’onda – wawtech.net – a protezione dell’erosione dei litorali. La piantumazione sperimentale posta quasi sul bagnasciuga è stata realizzata sul litorale di Mazara del Vallo. Nei prossimi mesi le due siepi saranno potate  al fine di dare una forma particolare in grado di deviare il vento in modo da proteggere lo strato superficiale della spiaggia dall’erosione eolica.

Fra le due siepi frangivento , poste ad una opportuna distanza calcolata in base alla velocità dei venti dominanti nell’area da proteggere, si crea una zona di bassa pressione aerodinamica e di turbolenza che permette di “intrappolare “ la sabbia trasportata e di realizzare dei piccoli depositi naturali utilizzabili per il ripascimento del litorale naturale o di quello artificiale creato dalla posa degli attenuatori d’onda. Il posizionamento e la forma delle siepi sono studiati caso per caso in base alla direzione ed alla velocità dei venti dominanti, alla funzione ecologica, alla salinità, ed altri parametri.

In linea di massima, il sistema , che si compone di diverse siepi posizionate in modo opportuno, è operativo  anche con venti con una velocità di  30 – 40 Km/h pari a  9 – 11 m/sec, vento  che forma onde di forza  da 4 a 6 della scala Beaufort. Le siepi più vicine alla riva hanno un’altezza di circa un metro mentre quelle più interne, dunali, di circa un metro e cinquanta centimetri. L’altezza ridotta non limita la fruizione della spiaggia e non è un ostacolo al turismo balneare. Le siepi sono posizionate in modo tale da formare delle aree protette, sottovento di accumulo della sabbia, delle isole di ripascimento del tutto naturali.

La piantumazione delle due specie autoctone mediterranee sarà realizzata con una tecnica particolare in grado di permettere alle radici di drenare la parte salina del litorale  e di formare una fitta rete di collegamento fra le  stesse, tale  rete di radici  consolida la porzione di terreno sottostante. Le due specie selezionate non necessitano di nessuna particolare cura od irrigazione e sono in grado di sostenere anche le cosiddette  “potature selvagge”. Entrambe le specie utilizzate non attirano gli insetti – api, calabroni etc – nel periodo estivo, proprio al fine di non essere motivo d’apprensione  per i turisti. Inoltre tutte e due le specie sono xerofile, (di luoghi aridi), psammofile (di luoghi sabbiosi), ed alofile (tolleranti ad elevati valori salini) e di difficile combustione.

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