Due nuove opere alle Cantine Florio di Marsala

Locandina Human landscape cantine florioDal 2 al 23 Aprile le storiche navate delle Cantine Florio si aprono all’arte e si arricchiscono grazie alle opere di due artisti siciliani, Pietro D’Angelo e Giorgio Distefano, con la mostra HUMAN LANDSCAPE (Progetto espositivo prodotto da Forme Art). La mostra mette in relazione due artisti siciliani, due linguaggi espressivi accomunati dalla stessa storia, quella siciliana, che suggerisce loro le chiavi interpretative per leggere il mondo interiore ed esprimere quello reale. Un percorso espositivo che si sviluppa attraverso le sculture di Pietro D’Angelo e le opere pittoriche di Giorgio Distefano, accomunati da un elemento – la luce, che vuole essere un itinerario fantastico tra mare e terra, dove visioni di paesaggi siciliani, scorci urbani e vedute di piccoli paesi disseminati in Italia si fondono diventando motivi ispiratori che invitano al viaggio come metafora della vita e in cui attesa e partecipazione si fondono. Un appuntamento con la cultura e la bellezza da non mancare se siete a Marsala e un buon motivo per decidere di andarci se state pianificando un fine settimana in Sicilia!

La mostra Human Landscape mette in relazione due artisti siciliani, due linguaggi espressivi accomunati dalla stessa storia, quella siciliana, che suggerisce loro le chiavi interpretative per leggere il mondo interiore ed esprimere quello reale. Un elemento accomuna la poetica del pittore e quella dello scultore: è la luce. In un caso la troviamo riflessa sulla superficie metallica delle sculture di Pietro D’Angelo e nell’altro nei potenti chiaroscuri delle tele di Giorgio Distefano.

Tree of life-Pietro D'AngeloIniziamo il racconto di questa “storia” da Pietro D’Angelo: egli parte da piccolissime unità di misura costituite da graffette in alluminio, pensate e costruite appositamente per la sua arte da un’azienda specializzata. Le dispone una dopo l’altra come le parole di una storia, le fa girare intorno a una trama, le interrompe e le riprende su una rete metallica che rappresenta l’anima dei suoi personaggi. Le graffette diventano il “bit” di un mondo simbolico, animato da animali, adulti e bambini che vivono con la loro sensibilità il “paesaggio umano” di Pietro. Figure di dimensioni reali capaci di entrare a far parte del nostro mondo, in grado di instaurare una relazione con lo spettatore, di suscitare curiosità, di avvicinare lo sguardo di chi osserva. In questo racconto i bambini di Pietro ci mostrano con naturalezza gli oggetti dei propri desideri, e subito dopo capita di incrociare gli adulti impegnati nelle attività del quotidiano, intenti a vivere un mondo parallelo al nostro: è una storia solo in parte suggerita dall’artista che il fruitore può proseguire e concludere con la propria fantasia. In questi scenari costruiti ad hoc, la luce è arte fice anch’essa dell’ “illusione reale”, rivela aspetti diversi delle figure, che si presentano talvolta eteree, talvolta vive, mutevoli, uniche.

di stefano stagnone, cm 82 x 102Ben altra storia quella di Giorgio Distefano, il suo mondo è il teatro, il costume, il vedutismo intriso di sapore siciliano. Nelle sue “scenografie” la luce illumina le architetture, qualifica i paesaggi marini realizzati sui cartamodelli, crea effetti scenici che conducono lo spettatore verso rappresentazioni dell’anima: Nerocielo, Paper view, Egadi ed Eolie. Ecco svelate le serie pittoriche proposte da Giorgio in questo percorso espositivo. Nelle “vedute siciliane” di Distefano, fluide e irregolari, non compaiono personaggi, il suo è un “paesaggio umano” che rimane solo evocato. Non un caso, poiché, nella realtà odierna, fatta di parole e immagini troppo variabili, Giorgio decide di raccontare un mondo caratterizzato dall’arte e dalla poesia, un manifesto di poetica non solo dei contenuti ma anche estetico. Una narrazione silente d’altri tempi attraversa e mette in connessione i suoi spettacoli. Anche qui, come succede per Pietro D’Angelo, il meccanismo della curiosità, che si innesca dalla prima visione, spinge lo spettatore a cercare la scena successiva. Ogni sguardo un’emozione. Fino alla fine del racconto.

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