Dino Taschetta, presidente dalla Colomba Bianca è entrato nel CdA dell’Irvo Sicilia

Dino Dino Taschetta è tra i componenti del nuovo CdA dell’Irvo, l’Istituto regionale del vino e dell’olio della Sicilia.

La nomina di Taschetta in seno all’Irvo, in rappresentanza delle organizzazioni professionali del movimento cooperativo, viene accolta con grande entusiasmo dal mondo vitivinicolo Siciliano, soprattutto dalla base, i viticoltori.
Taschetta, presidente della cantina Colomba Bianca, è uno fra i pochi amministratori di strutture cooperative vinicole siciliane che negli ultimi anni sono cresciute e progredite. Quando 27 anni fa mosse i primi passi in Colomba Bianca, la cantina era una modesta struttura in mezzo ai feudi che si estendono tra Marsala, Salemi e Mazara del Vallo (in provincia di Trapani), oggi è uno tra i più grandi poli vitivinicoli del Paese (il più grande del meridione d’Italia); conta, infatti, circa 2480 soci e si estende lungo 7500 ettari di vigneti tra le province di Trapani, Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Ragusa, con 6 cantine distribuite su tutto il territorio.
vitivinicolo. È uno fra i più grandi poli biologici d’Europa.
“Devo ringraziare quanti hanno sostenuto la mia nomina – ha dichiarato Dino Taschetta -. Onestamente non pensavo sarebbe andata in porto, anche perché, non essendo impegnato politicamente, non credevo fosse realizzabile. Ringrazio Michele Cappadona, presidente dell’Agci Sicilia, il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, l’assessore regionale all’agricoltura Edy Bandiera, l’intero governo, e tutti coloro che hanno speso parole di elogio nei miei confronti.
Leonardo Taschetta, Dino per gli amici, è un uomo che conosce il mondo vitivinicolo siciliano come le proprie tasche e con lungimiranza ha saputo guidare quella che era una piccola cantina sociale dell’entroterra siciliano verso grandi traguardi, come l’acquisizione di altre 5 cantine sociali e l’estensione territoriale su altre 4 province. Dino Taschetta è un esperto, non un politico. Per sua natura è schietto, diretto nelle sue parole, quando parla di vigneti, di cantine e di vino.
“Oggi non si può più parlare di vino siciliano in modo generico, esistono aree e tipologie di prodotti che stanno andando bene e territori e vini che vanno male. I risultati – sostiene Taschetta –  sono sempre la somma delle decisioni che abbiamo preso nella nostra vita. Chi ha operato con lungimiranza in una prospettiva di crescita del mercato, sta certamente meglio di chi continua a fare gli stessi vini di trent’anni fa che nessuno oggi vuole più. Il vino è ad un bivio: dobbiamo dare valore e puntare tutto sull’alta qualità per restare competitivi. E da noi purtroppo buono non coincide sempre con bello”.
“Le strade sono due – aggiunge Taschetta -: o si gestisce il sistema vino sotto il profilo produttivo a livello nazionale, con strumenti dinamici e applicabili, o la Sicilia deve percorrere una strada diversa, perché non può competere con altre regioni, né sulle quantità, né sui prezzi. Pertanto, rimane una sola soluzione: valore e alta qualità. Altrimenti, se non si cambia rotta non sarà più una guerra tra poveri, ma una guerra tra “morti”, perché le produzioni sono sempre minori e con la redditività economica media per ettaro è così bassa che si rischia il collasso”.
“Questo incarico – sostiene Taschetta – mi spinge ad impegnarmi maggiormente e a cercare, motivato da grinta ed entusiasmo, di creare le giuste alleanze e sinergie, per rilanciare un Istituto che merita certamente un nuovo impulso, soprattutto in questo difficile momento”.
“Tanti grandi personaggi – conclude Dino Taschetta – si sono succeduti alla direzione dell’Irvo e sono fiducioso che anche questa volta, con un presidente autorevole come Sebastiano Di Bella e con il consigliere Pino Aleo, si possa creare un vero gioco di squadra produttivo e stimolante, che coinvolga il personale, gli operatori e tutti coloro che hanno un ruolo nel mondo del vino e dell’olio in Sicilia”.
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