Detenuti al lavoro nell’Area Marina Protetta “Isole Egadi”

Un protocollo d’intesa, che sarà siglato martedì 14 gennaio presso la Casa di Reclusione di Favignana, avvierà i detenuti al lavoro per la prima volta nell’Area Marina Protetta “Isole Egadi”. 

La notizia è di giovedì ma è stata resa nota solo oggi dai rappresentanti del SAPPE il sindacato di categoria, riguarda ancora una volta il carcere di Favignana, al centro delle cronache nazionali appena un mese fa per la clamorosa fuga di tre detenuti, riacciuffati dopo una settimana di ricerche ancora sull’isola. Questa volta la notizia riguarda il ritrovamento, giovedì scorso, di un telefono cellulare, perfettamente funzionate, nella disponibilità di un detenuto. A raccontare quanto è successo è Lillo Navarra, segretario per la Sicilia del SAPPE. “Nella tarda serata di giovedì, un detenuto catanese dal considerevole spesso criminale ha chiesto di andare in infermeria perché stava male. Accompagnato dall’agente di servizio per le cure dovute, con la scusa di chiedere un po’ di farina che lui aveva terminato, chiedeva di avvicinarsi ad un’altra cella, occupata da quattro persone. Il poliziotto si è insospettito e, nel controllare il barattolo è stato trovato un telefono cellulare perfettamente funzionante”. “A nostro avviso – commenta Donato Capece, segretario generale SAPPE – appaiono indispensabili, nei penitenziari per adulti e per minori, interventi immediati, compresa la possibilità di “schermare” gli Istituti per neutralizzare la possibilità di utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e quella di dotare tutti i reparti di Polizia Penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari per ristabilire serenità lavorativa ed efficienza istituzionale, anche attraverso adeguati ed urgenti stanziamenti finanziari”. Rimane comunque da capire come un cellulare possa essere entrato all’interno di quello che viene considerato un supercarcere ed avere passato tutti i controlli indenne.

Detenuti al lavoro nella più grande riserva marina d’Europa. I reclusi del carcere di Favignana nel 2020 avranno l’opportunità di essere impiegati per la prima volta in diverse attività ricadenti nell’ambito dell’Area Marina Protetta del territorio egadino, anche se è da anni che sono coinvolti in occupazioni temporanee retribuite sull’isola. Il lavoro è, infatti, uno dei principali strumenti, previsti dalla Costituzione e dall’ordinamento penitenziario, per la risocializzazione e il trattamento rieducativo del condannato.

Martedì 14 gennaio sarà firmato un protocollo d’Intesa fra la casa di Reclusione, l’Area Marina Protetta e l’UEPE di Trapani, rappresentato dalla Dr.ssa Maria Rosaria Asta, che consentirà l’impiego di una decina di detenuti per lo svolgimento di lavori sul territorio egadino nell’ambito delle attività e dei beni che ricadono sotto l’egida della riserva naturale.

Il protocollo d’Intesa sarà stilato in occasione della tradizionale conferenza di servizio per la programmazione delle attività, che si svolgerà presso la Casa di Reclusione di Favignana, alla presenza del Magistrato di Sorveglianza di Trapani, Dr.ssa Chiara Vicini, del Direttore dell’Ufficio Detenuti e Trattamento del Provveditorato di Palermo, Dr. Settimio Monetini, del Sindaco di Favignana-Isole Egadi e Presidente dell’Area Marina Protetta, Giuseppe Pagoto, del Direttore dell’Area Marina Protetta, Dr. Salvatore Livreri Console e del Direttore della Casa di Reclusione, Dr. Nunziante Rosania.

Il documento prevede la corretta applicazione della Legge 6.12.91 la quale configura le Aree Naturali Protette quali “luogo di sperimentazione e conduzione di modelli sociali consapevoli ed orientati allo sviluppo economico sostenibile dei territori anche attraverso progetti d’inclusione sociale” e della Legge Penitenziaria che prevede l’inserimento socio lavorativo dei soggetti sottoposti a detenzione.

Il protocollo si sostanzierà in progetti da realizzarsi nel breve periodo e che prevederanno l’intervento dei detenuti in tutti gli ambiti territoriali e operativi dell’Area Marina Protetta “Isole Egadi”, compresi gli aspetti formativi.

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