Coronavirus, il terzo morto in Sicilia: aveva 52 anni

Ancora una vittima del coronavirus in Sicilia, la terza. E un 52enne, deceduto nel reparto di rianimazione dell’ospedale Cannizzaro di Catania, dove si trovava in terapia intensiva per insufficienza respiratoria.

L’uomo, che era affetto da altre patologie, era stato ricoverato venerdì al pre-triage infettivologico con febbre, tosse e difficoltà respiratorie. Sottoposto al tampone per COVID-19 era risultato positivo. E’ la terza vittima che si registra in Sicilia collegata al coronavirus.

La notizia è ufficiale, è stata diffusa dalla direzione sanitaria dell’ospedale Cannizzaro. Oltre ai decessi, saliti oggi di una unità, quella che preoccupa è soprattutto la curva dei contagi. Entro una settimana si spera di vedere la curva rallentare ma per ora si avvia verso il picco atteso nei prossimi giorni.

Impossibile al momento anche dire quando potrà arrivare il picco, ossia quando l’epidemia avrà raggiunto il culmine dopo il quale comincerà a ridimensionarsi.  Anche il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro, ha rilevato che è trascorsa una settimana da quando sono stati adottati i provvedimenti restrittivi e che «è solo fra una settimana che potremo capire meglio come i provvedimenti stanno impattando sulle curve epidemiologiche.

Intanto i casi aumentano, anche in Sicilia, così come aumentano i ricoverati. E per questo che servono in fretta quei posti letto ospedalieri e in Rianimazione che la Regione ha approntato nel suo piano di emergenza, ma che ancora sono solo quasi sulla carta. Il coronavirus non può aspettare i tempi della burocrazia. Come sta accadendo in Lombardia ed in alte regioni del nord Italia è giunta l’ora di sbracciare le maniche e passare dalle parole ai fatti.

Ogni giorno che passa potrebbe essere un giorno in meno per decine, forse centinaia di siciliani. Non si puó conto aspettare presidi sanitari, mascherine, respiratori che forse non arriveranno mai in tempo. Piuttosto che rimanere a guardare le fabbriche, gli artigiani, le maestranze e chi ha un senso civico va organizzato e messo nelle condizioni di rendersi utile per sé, per i suoi cari, per la collettività.

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