Il Comune di Marsala si accorge dei precari e parla di stabilizzazione

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La cronica carenza di personale al Comune di Marsala fa  sí che ogni lavoratore precario è divenuto una risorsa importante per l’Ente ed il territorio di competenza. Lo ha compreso la Pubblica Amministrazione che comincia a parlare di stabilizzazione del personale precario alle proprie dipendenze.

Finalmente – meglio tardi che mai – il sindaco ed i suoi assessori si sono resi conto che due terzi, e forse anche più, dei servizi resi alla cittadinanza vengono espletati da questa bistrattata categoria. E pensare che i precari storici, gli ex articolo 23 espletano costantemente le proprie mansioni ininterrottamente da quasi 30 anni per il Comune di Marsala, senza che mai nessuno abbia mai pensato di stabilizzarli, ovvero, riconoscerli impiegati a tempo determinato, visto che nella realtà lo sono e per lo più pure a tempo pieno.

Oggi hanno più di 50 anni, e grandi competenze acquisite sul campo, tant’è da essere divenuti insostituibili negli uffici comunali. Purtroppo la parola “stabilizzazione” non è mai piaciuta ai pubblici amministratori di Marsala visto che mai nessuno ha pensato do avviare un piano di sostituzione nel tempo (quasi 30 anni) con il personale che è andato in pensione o ha lasciato prematuramente il lavoro.

Sicuramente poter disporre di circa 350 dipendenti, a costo quasi zero per l’Ente, è allettante: tant’è che, da oltre un quarto di secolo, il Comune non bandisce concorsi esterni, lasciando vuoti i posti nella pianta organica dell’Ente.

Adesso, grazie alle opportunità date  dalla nuova normativa in materia di procedura di stabilizzazione del precariato il Comune di Marsala starebbe pensando al futuro della categoria che, potrebbe tradursi in una definitiva immissione in ruolo. Lo afferma il sindaco, nel riassumere il contenuto del provvedimento con il quale la Giunta Municipale ha previsto l’assunzione a tempo indeterminato e parziale di 19 lavoratori precari impegnati in attività socialmente utili.

L’alternativa, come recita la legge regionale di riferimento, sarebbe stata quella di far confluire i suddetti lavoratori in un maxi elenco regionale (sono circa 5000 gli interessati in Sicilia), cui attingere per le esigenze dei vari Enti pubblici isolani. Significava abbandonare al loro destino questi lavoratori che, in atto, ricevono solo un sussidio dall’Inps e non godono di alcun contributo pensionistico.

L’obiettivo dell’Amministrazione comunale, invece, è quello di avviare un percorso che vada al di là del risultato immediato, al fine di coinvolgere tutti i lavoratori precari in forza al Comune. Ciò, comunque, necessita di alcuni fondamentali passaggi. A cominciare dall’approvazione del programma triennale del fabbisogno del personale, che la Giunta Di Girolamo ha deliberato lo scorso maggio e in cui si prevede la stabilizzazione di tutti i precari comunali in servizio.

Fermo restando che il relativo piano di assunzione per i 19 lavoratori ASU sarà contenuto nel prossimo bilancio di previsione (fabbisogno 2018/2019), l’ok definitivo dovrà darlo la Regione. Sarà questa, infatti, che assicurerà gran parte delle risorse per l’assunzione per i primi cinque anni dall’immissione in servizio (a tempo indeterminato e parziale a 14 ore settimanali). Alla scadenza, se ne farà carico il Comune.

L’auspicio è che la stabilizzazione venga fatta a tutti gli aventi diritto, tenendo conto dell’anzianità del rapporto lavorativo. Praticamente si spera in una procedura snella, seria e improntata sulle pari opportunità. I sindacati funzione pubblica devono garantire l’occupazione a tempo determinato a tutti i lavoratori socialmente e l’equa distribizione degli incarichi utili, senza  trucchi e favoritismi. La nostra testata vigilerà sulle procedure per garantire le pari opportunità.

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