“Bullismo e Famiglia. Cosa nasconde il bullo. Come reagisce la vittima” se ne parlerà domani a Mazara

Bullismo e famiglia, un incontro per analizzare il rapporto tra scuola e famiglia ed il parallelismo fra bullismo e violenza di genere, per la prima volta in un convegno a Mazara del Vallo.

Non ha età. Non ha sesso. Non ha colore. Il bullismo può coinvolgere chiunque. E le violenze fisiche e psicologiche subite  sono durissime da sopportare. dati parlano chiaro e sono allarmanti: un bambino (o adolescente) su due è vittima del fenomeno e anche nel territorio sono emersi casi di violenze fisiche e psicologiche con gravi conseguenze per le vittime e nessun ravvedimento da parte dei bulli.  Si parlerà anche di questo in “Bullismo e Famiglia. Cosa nasconde il bullo. Come reagisce la vittima”  domani 15 maggio, alle 17.00  all’ Auditorium Caruso (ex cinema Diana) via Bagno 49, a Mazara del Vallo. 

Il convegno è presentato dalla giornalista e scrittrice  Francesca Procopio che da tempo segue questo comportamento sociale ed è impegnata da anni in campagne di sensibilizzazione per contrastare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo.  E proprio sul tema  ha scritto uno choccante romanzo di storie vere che uscirà a breve, risultato delle sue inchieste ed interviste.  Al congresso partecipano Eleonora Pipitone – dirigente dell’Istituto Comprensivo  Borsellino-Ajello di Mazara del Vallo,  Maria Cristina Passanante – psicologa giuridica e forense referente dell’associazione italiana psicologia giuridica e perito  Tribunale e Procura di Marsala, Patrizia Castelli – avvocato, esperta di diritto di famiglia del Foro di Marsala,  Michela Messina – pedagogista dipartimento neuropsichiatria infantile ASL 9, Antonio Miggiano – comandante compagnia carabinieri di Mazara del Vallo,  Davide Bertolino – referente provinciale per la violenza di genere, Arma dei carabinieri di Trapani e  Renato Giovannelli – Presidente Ancri.

Dov’è la famiglia in tutto questo? In che nucleo  vive il bullo? E perché pochi genitori si accorgono del dramma in cui soffoca la vittima di un fenomeno che ormai è diventato una emergenza sociale?  Chi sono quei familiari che  minacciano di denunciare i docenti perché secondo loro sono troppo severi con i  figli o perché, sempre secondo loro, non si preoccupano delle  particolarità caratteriali?  Che genitore è quello che quando un dirigente gli riferisce che il figlio gli ha parlato di suicidio risponde: “saranno le solite bravate?”   Che vissuto ha quell’insegnante che maltratta gli alunni o non gli crede quando questi denunciano di subire prepotenze e violenze? E qual’è il confine ormai, purtroppo sottilissimo, che separa la violenza di genere al bullismo, nel momento in cui il bullismo non ha più età ed abbraccia anche il mondo adulto?

Tutte domande alle quali le voci del convegno “Bullismo e Famiglia” daranno precise risposte, trattando nel dettaglio un fenomeno diventato allarmante la cui causa  va ricercata negli scompensi degli equilibri relazionali del sistema familiare. “Le famiglie – sottolinea Maria Cristina Passanante , psicologa CTU/Perito Tribunale di Marsala – sono una parte fondamentale nella crescita di un ragazzo. Sono i genitori che devono  educare  i figli e sono sempre i genitori che hanno il dovere di far capire il disvalore morale e sociale dei  comportamenti dei loro figli. Mentre la scuola educa ad essere cittadini. Casi di violenze di alunni persino sui docenti sono ormai cronaca nota. Ed’ è sconvolgente pensare che uno studente, da solo o in gruppo,  possa picchiare un insegnante. Sono fatti questi  – conclude Maria Cristina Passanante – che evidenziano quanto sia in crisi il rapporto di fiducia tra scuola e famiglia e che interrompono bruscamente quel patto di  corresponsabilità educativa che deve necessariamente far riflettere tutti. Occorre una assunzione di responsabilità da parte delle famiglie  e delle scuole, occorre creare una mentalità antiviolenza, che si traduca nel rispetto delle regole e dell’autorità, e occorre favorire l’ascolto,  il sostegno emotivo  e la maturazione di ogni membro giovane.”

Scuola e famiglia sono i più importanti gruppi di socializzazione utili a prevenire il fenomeno del bullismo ma allo stesso tempo possono diventare causa scatenante. “Nella prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo  – spiega  Eleonora Pipitone, dirigente Istituto Comprensivo Borsellino-Ajello di Mazara del Vallo – il punto di forza è costituito dall’azione sinergica di scuola e famiglia, che devono imparare a condividere gli stessi percorsi in un’azione univoca a favore dei ragazzi. E’ determinante il dialogo e la trasparenza dei rapporti, perché i maggiori danni  derivano proprio da pregiudizi e incomprensioni tra adulti. A farne le spese sono, purtroppo  sempre più frequentemente, i ragazzi. Iniziative come queste sono determinanti nel contrasto di un fenomeno allarmante ed  in via di espansione tra i giovanissimi. Importante sarà questo convegno perché ci aspettiamo la presenza anche delle famiglie direttamente chiamate in causa dalla giornalista Francesca Procopio.”

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