Ambientato in parte in provincia di Trapani “Orgoglio e sentimento” di Benedetta Cosmi

Il romanzo di Benedetta Cosmi: “Orgoglio e sentimento” (Armando editore), è ambientato anche in provincia di Trapani.

Benedetta Cosmi, 37 anni, dieci dei quali trascorsi sul nostro territorio, in attivo già sei pubblicazioni su giovani e scuola, formazione e lavoro, priorità che ritornano in ogni battaglia civile della giornalista economico e nei suoi impegni romani e milanesi dentro l’arena politico sindacale. Riportiamo un estratto dal primo romanzo, Orgoglio e sentimento (Armando editore) uscito il 10 dicembre, un ottimo regalo da mettere sotto l’albero, con una copertina d’autore.

 

“Il tempo e la lentezza conducono ai grandi amori. E questo amore che non ci fa parlare saprà trovare le parole per conto suo. Squilla il telefono. … È bellissimo comunque sentirsi parte di un gruppo, di un progetto. Vuoi pure se per un, del tutto, particolare tipo di bisogno. Nell’amore, nei libri, nelle aziende, le parole d’ordine sono sempre: «Grab, Do, Think, Ask, Hold, Love». Che poi forse sono i verbi che fanno muovere tutto. Ci dovrebbero far disfare delle corazze. Funziona in questa maniera: «Più affronti situazioni sfidanti, più, a poco a poco, ti libererai dell’imbarazzo». Certo, può portare un giornalista di cronaca giudiziaria a diventare cinico, oppure noi cittadini a distaccarci dalla cosa pubblica: vi capiterà sempre meno di provare imbarazzo per qualcosa che altri stanno facendo, eppure prima vi scandalizzava, poi vi avviliva, a un certo punto vi disturbava, vi sembrava già visto, infine non vi colpiva più di tanto.

 

In tedesco il verbo «Sich fremdschamen» dà l’idea, di cosa provavamo anche noi prima di restare del tutto assuefatti, come una maggioranza silenziosa, in disparte. «Il ritmo al quale una persona può maturare è direttamente proporzionale all’imbarazzo che riesce a tollerare», diceva Doug Engelbart. Penso a Sonia. Un pugno allo stomaco, un nodo alla gola, ma quanto vivono le farfalle?

 

Domani ho il volo per Trapani. Sarò a Petrosino, in un piccolo incantevole punto sul mare, il comune organizza una rassegna e ospita una mia vecchia trilogia, la raccolta che si intitola «Arrè». È una tradizione letteraria che si svolge in una vigna, in un’atmosfera per la quale non basta una videoconferenza. Mi sembra un’idea fantastica. Attraversa un modo insolito e innovativo per fare conoscere un territorio.

 

«L’iniziativa proposta e sostenuta dall’Amministrazione mira a imprimere una svolta e un contributo significativo a tutti quei giovani agricoltori che vogliono fare dell’attività agricola fonte di reddito e di sviluppo sociale» e forse ad accorciare le distanze culturali. Mi piacerebbe anche raggiungere Pantelleria ma dovrò tornare subito a Milano. A proposito mi viene in mente quella volta alla Vigna di Leonardo, in centro città, proprio difronte il Cenacolo. Per un momento, io e Sonia. Non era esattamente l’idea di intimità che avevo immaginato ma ci andava molto vicino. Siamo stati finalmente da soli. Era il caso di perdersi, quella volta, ma ben presto i cortili, i corridoi finirono e ci fu il guardaroba”.

 

In profondità dentro le grandi questioni: le famiglie, il lavoro, il futuro. Attraverso soprattutto i personaggi di Sonia Benedetti Terra, primo presidente donna, lo scrittore militante sindacale Fabio Almanacco (le difficoltà e il lavoro sodo), l’amicizia fresca di una generazione particolare a cui dà voce l’autrice attraverso Adriana, Olimpia e Giannenrico, il mazarese Marco che lavora in Veneto, ne fanno una lettura tutto d’un fiato. Poi ci si ritorna per soffermarsi e riflettere. La quarantena, il periodo storico, che ci allontana dagli affetti, ci divide dalle cose che amiamo, e i temi politici, sulla didattica, lo smartworking, un paese a misura di bambino.

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