Alberto Di Pisa assolto, condannato Salvatore Borsellino che lo accusò pubblicamente

Il Corvo del Tribunale di Palermo, una creatura dei servizi. Alberto Di Pisa non scrisse le lettere anonime sui colleghi del pool antimafia degli anni '80

borsellino-salvatore-fratello-di-paolo-magistrato-ucciso-mafia-sicilia-provincia-trapani-marsala-giudiziaria-cronaca-marsalanews-newsIl tribunale civile di Caltanissetta ha condannato Salvatore Borsellino al risarcimento del danno d’immagine subito da Alberto Di Pisa, oggi Procuratore della Repubblica di Marsala. Salvatore Borsellino, intervenendo ad una manifestazione pubblica tre anni or sono a Marsala, sostenne che la nomina di Di Pisa al vertioce della Procura costituiva un’offesa alla memoria del fratello. Alberto Di Pisa, infatti, fu accusato di essere l’autore di lettere anonime che rivelavano comportamenti anomali dei magistrati palermitani nella gestione dei pentiti.

Il Procuratore di Marsala fu assolto dall’accusa e la sentenza di assoluzione, che ha provocato la condanna di Salvatore Borsellino, riferisce sull’infondatezza dei sospetti e sull’estraneità del magistrato all’invio delle lettere anonime. “Nella sentenza ci sono prove che non c’entro niente”, ricorda Alberto Di Pisa. “Eppure ancora oggi, a distanza di molti anni c’è chi scrive erroneamente che la mia assoluzione sia stata favorita da una impronta inutilizzabile, quasi che dovessi ad un mero espediente il verdetto favorevole. E’ un modo surrettizio di gettare ombre sul mio lavoro….”.  Nella loro attività illecita, prosegue Di Pisa, citando la sentenza di assoluzione, i servizi si sono spinti fino a creare un’impronta che non esisteva.

Le accuse di Salvatore Borsellino vennero nel corso di una manifestazione cui partecipò, tra l’alto, l’attuale sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, oggi al centro di un’infuocata polemica contro i colleghi magistrati che lo hanno condannato per abuso d’ufficio, provocando la sospensione dalla carica. Qualche giorno fa, inoltre, è scomparso Domenico Sica, protagonista del “mistero del corvo”, il caso di Pisa. Fu Sica, infatti, a indagare sulla famosa impronta “non utilizzabile”, che dopo la verifica di compatibilità, venne distrutta.

La sentenza di condanna Salvatore Borsellino evoca i fantasmi di un passato che è ancora presente. I veleni del Palazzo di Giustizia di Palermo, che provocarono sospetti ed ingiuste accusa sul conto di Alberto Di Pisa, hanno lasciato una scia. Sono infati in corso indagini per individuare gli autori di minacce ed intimidazioni verso il Procuratore generale Roberto Spampinato.

“La mia è un’altra storia”, commenta Di Pisa. “Nonostante sia emersa in modo incontrovertibile la verità sulla mia estraneità alle lettere anonime, c’è chi tiene in piedi il sospetto, scrivendo di un’impronta inutilizzabile, quasi che fossi stato favorito dalla sorte, che la sua utilizzabilità mi avrebbe recato danno e fatto cambiare opinione ai giudici. E’ la prova del malanimo e del pregiudizio. Naturalmente continuerò a tutelare la mia dignità tutte le volte che sarà necessario…”.

 

fonte:

www.siciliainformazione.com

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